Cane A Sei Zampe Perchè
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Il cane a sei zampe nella versione originale del 1952 Il cane a sei zampe nella versione del 1972 Il gatto a tre zampe marchio dell’ AgipGas disegnato da Federico Seneca Il serpente dell’Energol disegnato da Federico Seneca Il cane a sei zampe è il marchio dell’ Eni, da sempre associato al logo della compagnia e al logo di ciascuna azienda del gruppo, come l’ Agip, Secondo l’interpretazione ufficiale della società, le sei zampe del cane simboleggiano le quattro ruote dell’automobile e le due gambe del guidatore.

Quante gambe ha il cane dell’Eni?

Il cane a sei zampe associato al nome di Eni è la sintesi ideale di questa filosofia: una continua apertura a nuove realtà, a nuove esplorazioni, a nuove attività industriale e finanziarie.

Chi ha disegnato il cane a sei zampe Eni?

Fu scelto attraverso un concorso a cui furono presentati più di 4mila bozzetti, e il suo autore rimase a lungo sconosciuto – La stazione di servizio Agip di piazzale Bologna a Milano, anni Cinquanta (Aldo Ballo/Eni) A volte il logo di un’azienda può essere persino più conosciuto del suo stesso nome. Il disegno e i colori infatti devono trasmetterne l’identità, soprattutto nel confronto con i concorrenti dello stesso settore, e suggerire alcuni temi o valori con cui l’azienda si identifica.

  • L’importanza del logo diventa ancora più comprensibile quando si decide di cambiarlo: le operazioni di rebranding (che si può tradurre in maniera approssimativa come “rinnovamento del marchio”) sono delicate e difficili.
  • Spesso vengono anche criticate: il logo nuovo può non venire considerato all’altezza del precedente per svariati motivi, estetici e comunicativi.

Ogni cambiamento poi rompe consolidate abitudini, e può perfino creare confusione nei clienti. Fra i loghi delle grandi aziende italiane uno dei più noti è sicuramente il “cane a sei zampe” di Eni, la principale società energetica italiana. La storia del marchio è parallela a quella dell’azienda e comincia nei primi anni Cinquanta con Enrico Mattei, che dopo la Seconda guerra mondiale era stato nominato commissario dell’Agenzia generale italiana petroli (Agip).

  • Decise di non liquidare l’azienda come invece gli era stato ordinato di fare, ma anzi di rilanciare Agip con tutta una serie di iniziative.
  • Nel 1953 poi nacque l’Ente nazionale idrocarburi (Eni), una nuova azienda pubblica ancora guidata da Mattei, in cui l’Agip venne inglobata.
  • Una delle sue prime iniziative comunicative dell’Agip di Mattei fu quella di bandire, nel 1952, un concorso di idee, aperto a tutti gli italiani, per il lancio pubblicitario dei due prodotti di punta: il metano Agipgas e, soprattutto, la benzina Supercortemaggiore, pubblicizzata come “la potente benzina italiana”.

Mattei puntava a vendere agli italiani una benzina che non soltanto fosse “potente”, ma che rappresentasse la riscossa dell’Italia in campo energetico. Il concorso del 1952 serviva a selezionare cinque differenti grafiche: due cartelloni stradali (le cosiddette “paline”, che indirizzavano l’automobilista verso le aree di servizio), due loghi (uno appunto per Supercortemaggiore e l’altro per Agipgas), e infine il design e il colore della colonnina di distribuzione di benzina.

  • Il totale del montepremi del concorso era di 10 milioni di lire, circa 160mila euro di oggi.
  • La giuria del concorso era composta da importanti artisti ed esperti di comunicazione, fra cui uno degli architetti italiani più conosciuti al mondo, Gio Ponti.
  • Ne facevano parte, tra gli altri, anche il pittore Mario Sironi e lo scrittore e artista Mino Maccari.

La giuria si dovette riunire per 14 volte per selezionare i vincitori fra più di 4mila bozzetti presentati. Il cane a sei zampe vinse il concorso nella sezione dedicata al cartello stradale per la benzina Supercortemaggiore, ma Mattei ne fu così entusiasta da farlo diventare il logo con cui da lì in poi verrà riconosciuta Agip e poi Eni. Il cane a sei zampe vincitore del concorso del 1952 (Eni) Lucia Nardi, responsabile dell’ufficio Cultura d’Impresa di Eni, spiega così: «I marchi che vinsero il concorso nelle sezioni dedicate di Supercortemaggiore e Agipgas non convinsero del tutto Mattei, e oggi non si può non apprezzare questa sua capacità di visione.

  • Seppur realizzati da grandi pubblicitari dell’epoca, possiamo pensare che già negli anni Settanta sarebbero diventati molto retrò, cosa che non è successa al cane a sei zampe».
  • Questo logo, diventato da subito molto popolare, ha anche una particolare storia di attribuzione, ricostruita da Eni nel 2009 nel libro Il cane a sei zampe – La storia del marchio,

Il bozzetto fu infatti presentato da Giuseppe Guzzi che – venne subito reso noto – in realtà non era l’autore dell’opera, ma solo il suo rifinitore. L’identità dell’autore, lo scultore Luigi Broggini, venne ufficializzata soltanto molti anni dopo, nel 1983, alla morte dell’artista, grazie alla testimonianza del figlio. Le prime due pagine del verbale conclusivo del concorso del 1952 (Eni) Il mancato riconoscimento della paternità dell’opera da parte dell’autore ha lasciato aperta l’interpretazione sul suo significato e sulla sua iconografia. Si tratta appunto di un cane con sei zampe, con la testa rivolta all’indietro dalla cui bocca esce una fiamma rossa: una delle zampe anteriori è poggiata al terreno, mentre le altre cinque sono sospese, a suggerire l’idea di una “frenata”.

  1. Nonostante non ci fosse una spiegazione dell’artista, già negli anni Cinquanta Agip ne diede un’interpretazione ufficiale: le sei zampe del cane-drago rappresenterebbero le quattro ruote dell’auto sommate a due gambe del suo guidatore, una specie di “centauro moderno”.
  2. Poi, per il primo lancio pubblicitario dell’Agip dell’era Mattei, Ettore Scola ideò lo slogan «Il cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote».
You might be interested:  Cane Shitzu Cosa Puo Mangiare

Pochi mesi dopo il concorso, nel 1953, nacque l’Ente nazionale idrocarburi (Eni). Il cane a sei zampe divenne da subito anche il logo di Eni, “brandizzandone” tutte le sue attività: dalle stazioni di servizio (le cosiddette “bacciocchine”, dal nome dall’architetto che le realizzò, Mario Bacciocchi) al materiale di arredo e alle suppellettili dei motel, dalla pubblicità agli edifici aziendali. Una stazione di servizio Agip a Courmayeur, 1959 (Federico Patellani/Eni) Il logo dunque marchiava ogni oggetto legato ad Eni, ed era così necessario che avesse un formato adatto a questa costante riproduzione. Per andare incontro a questa esigenza, diventata ancora più importante negli anni Settanta, nel 1972 Eni affidò all’agenzia Studio Grafico Unimark e al designer Bob Noorda un restyling del logo.

Era necessario adattare il cane a sei zampe, diventato ormai simbolo riconosciuto dell’azienda, alle nuove “paline stradali” delle stazioni di servizio, che non erano più rettangolari come nel 52, ma quadrate. Come riportato nel libro Il cane a sei zampe – La storia del marchio Noorda spiegò che «il cane a sei zampe era un po’ troppo lungo per essere circoscritto nella palina: serviva un piccolo intervento per “accorciarlo” un po’ e correggerne l’inclinazione da 7 a 5 gradi».

In questo modo il cane a sei zampe poté essere inserito in un quadrato giallo ad angoli smussati, e prendere la forma che ancora oggi conosciamo. Inoltre l’occhio schiacciato del cane di Broggini venne arrotondato e il pelo reso meno irsuto: elementi che, spiega ancora Nardi, negli anni Cinquanta dovevano manifestare grinta, per “graffiare” il mercato, e che negli anni Settanta vennero ammorbiditi quando Eni diventò una realtà consolidata. Un confronto fra il marchio del 1952 e quello del 1972 (Eni) Nel 1992 Eni diventò Società per azioni e nel 1995 venne quotata in Borsa. Questa trasformazione portò l’azienda a ripensare anche il suo logo. Nel 1998 infatti venne affidato ancora a Noorda un nuovo restyling: il cane “uscì” dalla palina ad angoli smussati, molto legata alle stazioni di servizio, per “entrare” in un’area di forma quadrata insieme al logo Eni. Il marchio dopo il restyling del 1998 (Eni)

Chi ha disegnato il simbolo dell’Eni?

L’autore del celebre marchio, creato nel 1952 in occasione di un apposito concorso e a lungo attribuito al grafico milanese Giuseppe Guzzi è in realtà Luigi Broggini.

Come si chiamava prima l’Eni?

Le origini – L’ENI fu istituito con legge numero 136 del 10 febbraio 1953, ma l’intervento dello Stato italiano nel settore degli idrocarburi risaliva a prima della Seconda guerra mondiale : l’ AGIP era nata nel 1926, l’ Anic nel 1936 e la SNAM nel 1941,

  1. L’orientamento dei governi dell’immediato dopoguerra era però quello di chiudere e liquidare l’AGIP, a causa degli scarsi ritrovamenti seguiti alle ricerche.
  2. Invece proprio a partire dal 1945 vi furono i primi promettenti ritrovamenti di metano in alcuni pozzi scavati dall’AGIP in Pianura Padana,
  3. L’appoggio politico di Alcide De Gasperi e di Ezio Vanoni fu determinante nel favorire l’approvazione della legge istitutiva dell’ENI che fu comunque preceduta da un lungo dibattito parlamentare.

La legge concedeva all’ente il monopolio nella ricerca e produzione di idrocarburi nell’area della Pianura Padana ; al nuovo ente fu attribuito il controllo di Agip, Anic e Snam e di altre società minori, configurandosi così come un gruppo petrolifero-energetico integrato che potesse garantire lo sfruttamento delle risorse energetiche italiane.

  1. L’ENI aveva il compito di “promuovere e intraprendere iniziative di interesse nazionale nei settori degli idrocarburi e del gas naturale”.
  2. La “rendita metanifera” garantita dal monopolio del gas permise all’ENI di finanziare i propri investimenti, anche molto ingenti.
  3. Enrico Mattei fu contemporaneamente presidente dell’ENI e delle principali società controllate.

I primi anni di vita dell’ENI furono contraddistinti da grande attivismo a tutti i livelli del ciclo degli idrocarburi.

Chi è il cane più forte?

Il cane più forte per forza fisica: il Dogo Argentino – In testa alla lista delle razze canine per la sua forza e potenza fisica si trova il Dogo Argentino. Si tratta di una razza molossoide di tipo dogue originaria della regione di Córdoba in Argentina.

Questa razza nasce nel ‘900 dall’incrocio tra il Perro de pelea Cordobés, una razza locale usata per i combattimenti, con altre razze come l’ alano, il dogue de Bordeaux, il cane pastore dei Pirenei, il levriero irlandese e il pointer. L’unione ha dato come risultato il cane più forte e potente mai visto: ha un corpo tonico e robusto, una massa di muscoli notevole, ma dal carattere dolce e affettuoso.

Il Dogo argentino in passato veniva utilizzato per la caccia grossa di cinghiali e puma, grazie anche all’ottimo fiuto. Oggi è un cane che viene addestrato ad essere cane da guardia, e viene anche utilizzato come cane da salvataggio o da lavoro in ambito militare. Il Dogo Argentino primeggia in quanto a forza fisica.

Quali sono i punti deboli dei cani?

Qual è il punto debole di un cane? – Sempre in situazioni estreme possiamo cercare di colpire il cane sul suo punto più debole, ovvero la punta del naso (il cosiddetto tartufo). Questo può essere sufficiente per stordirlo, magari disturbandolo ulteriormente tappandogli le narici.

Perché il simbolo Eni ha 6 gambe?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Il cane a sei zampe nella versione originale del 1952 Il cane a sei zampe nella versione del 1972 Il gatto a tre zampe marchio dell’ AgipGas disegnato da Federico Seneca Il serpente dell’Energol disegnato da Federico Seneca Il cane a sei zampe è il marchio dell’ Eni, da sempre associato al logo della compagnia e al logo di ciascuna azienda del gruppo, come l’ Agip, Secondo l’interpretazione ufficiale della società, le sei zampe del cane simboleggiano le quattro ruote dell’automobile e le due gambe del guidatore.

Cosa vuol dire la sigla Agip?

AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) in “Dizionario di Economia e Finanza” AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) Società italiana operante nel settore degli idrocarburi, costituita a Milano nel 1926, di proprietà dell’ENI (➔).

Nell’immediato dopoguerra, la scoperta di giacimenti di metano e di altri gas naturali nella Pianura Padana consentì all’AGIP di avviare un’intensa attività mineraria in Italia, poi estesa anche all’estero. L’azienda realizzò una vastissima rete commerciale per la distribuzione dei prodotti petroliferi a livello sia nazionale sia internazionale, e svolse un’importante opera di ricerca ed estrazione in diversi Paesi, fra cui Tunisia, Libia, Nigeria, Stati Uniti e Canada.

A tale attività affiancò quella nei settori dell’energia nucleare, solare e geotermica. Nel 1974 acquisì la Shell Italiana (divenuta poi IP, Industria Italiana Petroli) e nel 1998 fu incorporata a sua volta nell’ENI. La ricerca e la produzione di idrocarburi furono demandate alla divisione AGIP dell’ENI, presente in Italia con i due marchi AGIP e IP.

You might be interested:  Cistite Nel Cane Quale Antibiotico

Chi è il padrone del cane?

Cronache 19 Gennaio 2020 – 08:58 Già dai primi mesi un cucciolo osserva chi si occupa di lui ed è capace di distinguere vari comportamenti È il migliore amico dell’uomo, si sa. Ma quando entra in una nuova famiglia «umana» il cane non interagisce con tutti allo stesso modo. All’interno del nucleo è lui a eleggere il suo padrone, il capo branco al quale resterà fedele per il resto della propria vita.

A dimostrare questa dinamica è la scienza: una recente ricerca condotta all’università della Florida ha infatti provato che Fido identifica l’essere umano a lui più vicino sulla base di una serie di interazioni che si creano intorno a necessità primarie. Insomma, ogni cane elegge il suo capo branco osservando in che modo i diversi componenti del gruppo reagiscono per soddisfare i suoi bisogni.

Alla fine viene «promossa» la persona con la personalità più forte e quella più incline a sacrificarsi per lui, educandolo in modo giusto. Secondo gli scienziati questa scelta, basata su uno spirito di osservazione molto evoluto ma anche su istinto e fiuto, avviene nei primissimi mesi della vita di Fido.

  • Fra i quattro e i sei mesi i cuccioli appena arrivati in casa entrano nella fase di socializzazione, instaurando una serie di relazioni con i propri nuovi amici umani.
  • Proprio in questo periodo i cani mettono alla prova i diversi componenti della famiglia, li provocano proprio allo scopo di studiare le loro reazioni e la loro personalità.

Cercano di capire chi sia il più forte, chi sia il più debole e chi sia più generoso e in grado di soddisfare tutte le loro necessità. Secondo gli studiosi americani, Fido sarebbe più incline a scegliere come leader la persona che si dimostra più ferma, decisa e allo stesso tempo responsabile nel prendersi cura di lui.

Proprio questo essere umano così speciale diventerà il suo padrone, il capo branco destinato a vegliare sull’intero nucleo familiare. La scoperta apre nuovi orizzonti nel campo dell’educazione canina e dell’addestramento. Perché permette di creare le condizioni migliori per «farsi scegliere», diventando così non solo la guida del gruppo sociale ma anche il migliore amico del proprio cane.

Secondo i ricercatori, il segreto sta nella capacità di educare e accudire il cagnolino fin dal primo giorno. Occorre trovare la giusta misura fra dolcezza e fermezza. Farsi rispettare dosando il polso, senza mai ricorrere a metodi eccessivamente coercitivi.

Ma creando un mix perfetto fra gioco, dolcezza e carattere. Come fanno i genitori di fronte ai loro bebè. Le regole, per ottenere questo risultato, sono semplici e precise: bisogna prima di tutto non far mancare mai nulla al cane, trascorrere sufficiente tempo in sua compagnia ed educarlo in modo deciso ma allo stesso tempo divertente.

A questo punto, però, è necessario anche verificare che gli sforzi profusi in questa sorta di addestramento abbiano prodotto i risultati sperati. E quindi che il cane abbia fatto la sua scelta. Per capire se si è diventati leader bisogna osservare con molta attenzione i comportamenti dell’animale e il suo linguaggio del corpo, ricordando che Fido sceglie un unico capo branco, anche se ama e segue molte altre persone.

  • E che alcuni atteggiamenti saranno riservati solo a questa persona così speciale.
  • Secondo i ricercatori, ogni cane si siede ai piedi della persona che indica come padrone, segue tutti i movimenti del capo branco, risponde sempre al primo richiamo del padrone, obbedisce per rispetto e non per paura e manifesta fiducia incondizionata verso il padrone che ha voluto.

Di fronte a questi comportamenti si può essere sicuri di essere stati scelti come leader del gruppo, come persone meritevoli di guidare e proteggere tutti i suoi componenti. Alcune razze, più socievoli, tenderanno a comportarsi in modo aperto con tutti i componenti della famiglia.

Chi comanda Eni oggi?

Chi comanda Eni oggi? – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha il controllo di fatto in Eni SpA in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia attraverso Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP SpA).

Come si chiamava Agip?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Agip
Logo
Stato Italia
Forma societaria Società per azioni
Fondazione 3 aprile 1926 a Roma
Fondata da Governo Italiano
Chiusura 2013 (fusione definitiva con Eni )
Sede principale Roma
Gruppo ENI
Settore petrolifero, distribuzione derivati del petrolio
Prodotti benzine, gasolio, GPL, olio combustibile, lubrificanti, bitumi, grassi
Slogan «Il cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote.»
Sito web www.agip.eni.it/
Modifica dati su Wikidata · Manuale

L’ Agip, acronimo di Azienda Generale Italiana Petroli, è stata una compagnia petrolifera pubblica italiana fondata nel 1926, Dal 1953 di proprietà del gruppo Eni e da questa assorbita alla fine degli anni novanta del XX secolo per diventarne la Divisione Esplorazione & Produzione,

Quanti dipendenti ha l’Eni?

Chi siamo. Eni è una società integrata dell’energia con oltre 32.000 dipendenti in 62 Paesi del mondo, tra cui Algeria, Angola, Mozambico, Messico, Indonesia e Italia.

Dove paga le tasse l’Eni?

ENEL e ENI, aziende di stato italiane, pagano le tasse in Olanda.

Quanto ha fatturato Eni?

ENI, ricavi e redditività nel 2022 – Il colosso petrolifero ha terminato l’esercizio con ricavi della gestione caratteristica pari a 132,24 miliardi di euro, in aumento del 73% rispetto ai 76,58 miliardi ottenuti l’anno precedente. Nel 2022 la produzione di idrocarburi è scesa del 4% a 1,61 milioni di boe/giorno.

  1. ENI ha chiuso lo scorso anno con un utile operativo adjusted di 20,39 miliari di euro, più del doppio rispetto ai 9,66 miliardi ottenuti nell’esercizio precedente.
  2. Il risultato netto adjusted è stato positivo per 13,31 miliardi di euro, risultato che si confronta con i 4,33 miliardi contabilizzati nel 2021.

Il risultato netto è stato positivo per 13,81 miliardi di euro, grazie ai risultati della gestione industriale e al notevole contributo delle partecipate valutate con il metodo del patrimonio. L’ utile per azione adjusted è stato pari a 3,78 euro.

You might be interested:  Cosa Fare Se Il Cane Ha La Tosse

Quando è stata privatizzata l’Eni?

Società per azioni creata con d.l.333/11 luglio 1992, convertito in l.359/8 agosto 1992, che trae origine dall’ Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), ente economico di diritto pubblico, istituito con l.136/10 febbraio 1953 per il controllo delle società di produzione, raffinazione e distribuzione degli idrocarburi liquidi e gassosi in Italia.

L’ENI iniziò la sua attività con il compito esclusivo di gestire il diritto di esercizio, di ricerca, di produzione e di trasporto degli idrocarburi, prima nella Pianura Padana, poi nell’intero territorio italiano; ma sotto l’influenza del presidente E. Mattei, realizzò una progressione rapidissima non solo in Italia, ma in tutto il mondo, estendendo la propria sfera di attività anche all’ industria chimica, meccanica, metallurgica, nucleare e tessile.

Con la trasformazione in società per azioni, la struttura dell’E. è stata riorganizzata. La privatizzazione è stata avviata dal ministero del Tesoro nel 1995 e conclusa nel 1998 con la collocazione sul mercato di circa il 64% del capitale. Nello stesso anno, l’E.

  • Ha concluso il processo di incorporazione dell’AGIP, gruppo industriale statale istituito nel 1926 per la ricerca, lo sfruttamento e la distribuzione delle risorse del sottosuolo italiano.
  • Nel 2001 le attività relative al trasporto di gas in Italia sono state conferite alla società Snam rete gas, incorporata all’E.

nel 2002 e scorporatasi nel 2012. Organizzata nelle divisioni operative Exploration & Production (ricerca e produzione di idrocarburi), Gas & Power (approvvigionamento e vendita di gas naturale, acquisto e commercializzazione di gas naturale liquefatto e di energia elettrica) e Refining & Marketing e Chimica (raffinazione e commercializzazione di carburanti e altri prodotti petroliferi), è attivamente impegnata nella transizione energetica in vista della decarbonizzazione totale prevista entro il 2050; presente in 69 Paesi con 31.888 dipendenti nel 2021, nel primo trimestre 2023 ha raggiunto un utile netto di 2,79 miliardi di euro, in flessione del 5% rispetto all’anno precedente a causa della diminuzione dei prezzi.

Perché il simbolo Eni ha 6 gambe?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Il cane a sei zampe nella versione originale del 1952 Il cane a sei zampe nella versione del 1972 Il gatto a tre zampe marchio dell’ AgipGas disegnato da Federico Seneca Il serpente dell’Energol disegnato da Federico Seneca Il cane a sei zampe è il marchio dell’ Eni, da sempre associato al logo della compagnia e al logo di ciascuna azienda del gruppo, come l’ Agip, Secondo l’interpretazione ufficiale della società, le sei zampe del cane simboleggiano le quattro ruote dell’automobile e le due gambe del guidatore.

Qual è stato il cane più grande del mondo?

Qual è il cane più grande del mondo? – Per stabilire qual è il cane più grosso del mondo, occorre distinguere tra il più pesante e il più alto. Secondo il Guinnes dei Primati, il titolo di cane più grande più grande del mondo in termini di peso, spetta a un esemplare di Mastiff chiamato Zorba, che pesa più di 155 kg,

Nato il 26 settembre del 1981, Zorba detiene sia il titolo di cane più pesante al mondo, sia quello di esemplare più lungo, A soli sei anni di età, infatti, pesava già 142,7 kg, Per quanto riguarda l’altezza, invece, a detenere il primato della razza di cane più grande del mondo è Zeus, un esemplare di Mastiff inglese decisamente imponente,

: Le razze di cane più grandi del mondo

Qual è stato il cane più alto al mondo?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Alano tedesco
Classificazione FCI – n.235
Sezione
Sottosezione
Standard n. 235 del 13/03/2001 ( en fr )
Nome originale Deutsche Dogge Great Dane
Varietà – Arlecchino – Nero – Fulvo – Tigrato – Blu
Tipo Molossoide
Origine Germania
Altezza al garrese Taglia minima 80 cm, non dovrebbero essere superati i 90 cm maschi / taglia minima 72 cm, non dovrebbero essere superati gli 84 cm femmine
Peso ideale maschi 55-90kg, femmine 45-65kg,
Razze canine

L’ alano tedesco ( Deutsche Dogge in lingua tedesca ), talora in modo non corretto chiamato anche danese o gran danese (es. in lingua inglese : Great Dane ), è una razza canina molossoide (tipo Dogue ) di taglia gigante ritenuta tradizionalmente aristocratica ed elegante.

È inoltre dotato di un’ottima capacità di apprendimento ed intelligenza. Molosso nei tratti del muso e nella struttura ossea imponente, si differenzia dalle altre razze molosse per l’altezza e la struttura slanciata. Il suo muso, a differenza del classico muso molosside, è dolicocefalo ; quindi, con testa stretta e rettangolare, labbro abbondante e pendente, stop marcato ma non eccessivo e orecchie larghe di forma triangolare e ricadenti, fino a qualche anno fa amputate in modo che venissero portate dritte e appuntite ( conchectomia ) operazione oggi vietata in tutta Europa in osservanza della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia,

I membri di questa razza sono in genere apprezzati come efficienti cani da guardia e non di rado da caccia, ma sono principalmente apprezzati come cani da compagnia, per la loro innata sensibilità e totale mancanza di aggressività. Gli alani sono, insieme ai levrieri irlandesi, le razze canine più alte; nel 2010 un cane di questa razza venne proclamato il cane più alto del mondo con ben 109 cm di altezza al garrese,

Cosa vuol dire Agip?

AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) in “Dizionario di Economia e Finanza” AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) Società italiana operante nel settore degli idrocarburi, costituita a Milano nel 1926, di proprietà dell’ENI (➔).

Nell’immediato dopoguerra, la scoperta di giacimenti di metano e di altri gas naturali nella Pianura Padana consentì all’AGIP di avviare un’intensa attività mineraria in Italia, poi estesa anche all’estero. L’azienda realizzò una vastissima rete commerciale per la distribuzione dei prodotti petroliferi a livello sia nazionale sia internazionale, e svolse un’importante opera di ricerca ed estrazione in diversi Paesi, fra cui Tunisia, Libia, Nigeria, Stati Uniti e Canada.

A tale attività affiancò quella nei settori dell’energia nucleare, solare e geotermica. Nel 1974 acquisì la Shell Italiana (divenuta poi IP, Industria Italiana Petroli) e nel 1998 fu incorporata a sua volta nell’ENI. La ricerca e la produzione di idrocarburi furono demandate alla divisione AGIP dell’ENI, presente in Italia con i due marchi AGIP e IP.