Cane Aggressivo Con Il Padrone Cosa Fare

Cosa fare se il mio cane mi attacca?

Cosa fare se un cane attacca il mio – Durante una passeggiata con il vostro amico peloso, può capitare che si scontri con un altro cane e che tra i due scoppi un conflitto. Il modo più efficace per evitare che uno dei due animali venga ferito è quello di riuscire a prevedere l’attacco e, per farlo, è essenziale conoscere il linguaggio del corpo dei cani,

  • Se uno dei due cani mostra segni di tensione o disagio, mantenete la calma e chiamate il vostro cane per incoraggiarlo a seguirvi mentre vi allontanate.
  • Se siete soliti portare a spasso il vostro cane senza guinzaglio, assicuratevi di farlo in luoghi sicuri e di aver insegnato al cane a rispondere al richiamo e, se altri cani che passeggiano nella zona sono al guinzaglio, è meglio che lo mettiate anche voi, soprattutto se il vostro cane tende ad avvicinarsi ad altri cani per salutarli.

Tuttavia, se vi trovate già in una situazione in cui un altro cane si avvicina al vostro cane con l’intenzione di attaccarlo, ecco alcuni consigli su come agire se un cane aggredisce il vostro e su come comportarsi se si incontra un cane aggressivo:

Mantenete la calma: evitate di gridare, di fare movimenti bruschi o di colpire gli animali, perché questo non fa che aumentare la tensione tra loro e peggiorare il conflitto. Quindi, se vi state chiedendo come fermare un cane che attacca il vostro cane, ricordate che non bisogna attaccarlo o colpirlo. Non tirate il guinzaglio durante il saluto: quando due cani al guinzaglio si annusano e mostrano segni di minaccia, tendiamo a farci prendere dal panico e a tirare il guinzaglio. In molti casi, è proprio la tensione che generiamo al guinzaglio a scatenare l’attacco, poiché trasmettiamo il nostro nervosismo all’animale. È meglio cercare di chiamare il cane o distrarlo per farlo allontanare senza usare la forza. Attirare l’attenzione del padrone: se un cane, senza o con guinzaglio, si avvicina al vostro cane in modo molto invasivo o intimidatorio, chiedete rapidamente al padrone di chiamarlo o di trattenerlo, anche se vi dice che l’animale non è aggressivo. Non prendete in braccio il vostro cane: se il vostro cane è piccolo e un altro cane si avvicina per morderlo, non tiratelo su con il guinzaglio, perché sarà più facile per l’altro cane afferrarlo e scuoterlo. Inoltre, l’altro cane potrebbe mordere anche voi. Trattenete il cane che attacca: in caso di attacco, non mettete mai le mani o qualsiasi altra parte del vostro corpo tra i due animali. Invece, mettetevi dietro il cane che attacca e tenetelo stretto per il collare o la pettorina, se ne indossa una, per immobilizzarlo e impedirgli di raggiungere il vostro cane. Chiedete immediatamente al suo padrone di portarlo al guinzaglio.

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Quando si sopprime un cane aggressivo?

La legge vieta la soppressione di animali, tranne in specifici casi – Animal Law Italia La normativa vigente in Italia vieta la soppressione degli animali, salvo casi di particolare e comprovata gravità. Ciò significa che il proprietario di un animale non può, con leggerezza e/o a seconda delle sue necessità, prendere la decisione di far sopprimere il proprio cane o gatto né può farlo, sulla scorta delle medesime motivazioni, il medico veterinario che in nessun caso è tenuto a sopprimere un cane su richiesta del proprietario.

Quest’ultimo ha, infatti, un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto della tutela e del benessere degli animali. Vediamo quali sono le disposizioni che regolano la materia. Innanzitutto va menzionata la Legge n.189/04, normativa che ha inserito nel codice penale i reati contro il sentimento degli animali, la quale punisce qualsiasi uccisione provocata per crudeltà o in assenza di necessità.

In assenza di necessità come, ad esempio, nel caso di una malattia incurabile, la soppressione dell’animale diviene non soltanto illegittima ma anche illegale e suscettibile di conseguenze deontologiche per il veterinario che proceda in assenza dei requisiti di legge, ma anche penali per tutti i soggetti coinvolti.

  • Chiunque dovesse sopprimere un animale, quale esecutore o mandante, infatti, commetterebbe il reato previsto dall’art.544 bis c.p., ” Uccisione di animali “, punito con la reclusione da quattro mesi a due anni.
  • Con riguardo, invece, ai cani randagi ed a quelli presenti nei canili o rifugio dobbiamo guardare alla Legge n.281/91, ” Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo “, che, all’art.2, vieta la soppressione degli animali randagi e prevede che i cani presenti in canili e rifugi possano essere soppressi solo se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità.

Il primo criterio che la disposizione menzionata prende in considerazione è la grave malattia dell’animale. Sono tali i soggetti affetti da gravi patologie, inguaribili, nelle quali l’organismo non reagisce più ai farmaci e nelle malattie in stadio terminale.

Non rientrano in questo caso cani con malattie croniche che possono essere tenute a bada da adeguata terapia farmacologica. Per animali incurabili, secondo elemento che prevede la norma, si intendono, invece, gli animali in grave stato di sofferenza per i quali non è praticabile nessuna terapia medica ovvero vi è la compromissione dello stato di salute e grave sofferenza dell’animale non suscettibile di guarigione con impraticabilità di qualsiasi trattamento terapeutico.

Solo se inevitabile e nell’interesse dell’animale, in altri termini. Infine, si parla di comprovata pericolosità. Ebbene, la pericolosità alla quale ci si riferisce è quella ricollegabile agli articoli 86, 87 e 91 del Regolamento di Polizia Veterinaria, approvato con D.P.R.320/1954, e fa riferimento ad animali che abbiamo contratto una malattia infettiva, come un’infezione rabica, o che siano stati morsi da questi.

Tali animali devono essere comunque tenuti sotto osservazione e non devono essere soppressi se il loro mantenimento in vita può essere assicurato senza pericolo. Altra situazione di comprovata pericolosità può venire in essere in presenza di morso o di aggressione. In questa ultima ipotesi i servizi veterinari dovranno effettuare una precisa valutazione nonchè imporre apposite prescrizioni, e, se del caso, attivare un percorso di recupero comportamentale con valutazione finale e dei risultati e della capacità del proprietario.

Qualora il cane venga ritenuto di “comprovata pericolosità”, oltre ogni ragionevole dubbio e passando ancora per un iter burocratico specifico, potrà essere applicata l’eutanasia o la detenzione dell’animale in strutture adeguate. Solo entro tali termini l’animale potrebbe essere avviato ad eutanasia.

  1. Infatti, qualora si verifichino le condizioni appena elencate e, si veda bene, solo in termini di eccezionalità, l’unico modo previsto per la soppressione rimane il solo metodo eutanasico allo scopo di alleviare le sofferenze dell’animale.
  2. Tale eccezionalità è ribadita dalla Circolare esplicativa n.9/92 del Ministero della Sanità secondo la quale «è vietata la soppressione di cani se non in casi particolari e giustificati ».
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Anche le regioni hanno disciplinato questa materia. La Legge Regionale della Lombardia del 30 dicembre 2009 n.33, all’art.109, ” Eutanasia “, ad esempio, ribadisce: «I cani, i gatti e gli altri animali di affezione ricoverati nelle strutture sanitarie e rifugi e i gatti che vivono in libertà possono essere soppressi solo se gravemente malati e incurabili, se affetti da gravi sofferenze o in caso di loro comprovata pericolosità.2.

  • La soppressione è effettuata ad opera di medici veterinari, con metodi eutanasici che non arrechino sofferenza all’animale, preceduti da idoneo trattamento anestetico.3.
  • Ciascuna struttura tiene un registro degli animali soppressi in cui sono specificati la diagnosi e il motivo della soppressione ».
  • È noto l’amore del cane per il suo padrone; e tutti sanno che nell’agonia della morte, egli accarezza il suo padrone.

Charles Darwin : La legge vieta la soppressione di animali, tranne in specifici casi – Animal Law Italia

Perché il cane si ribella al padrone?

Ringhiare è un’importante forma di comunicazione canina che non indica necessariamente un problema di aggressività del nostro amico a quattro zampe. La maggior parte delle volte in cui un cane ringhia al padrone, questo accade perché il nostro compagno ha qualcosa che non va ed utilizza questo particolare atteggiamento per manifestare un bisogno di attenzione.

Come molti altri comportamenti canini, un cane che ringhia al padrone può indicare diversi messaggi, anche se più comunemente significa che il tuo amico si sente minacciato, protettivo, o sta cercando di evitare un confronto imminente. In alcune situazioni particolari, questo accade anche quando il nostro amico peloso non sta bene, sente del dolore, è di cattivo umore oppure ha tantissima voglia di giocare,

In questo articolo approfondiremo tutti gli aspetti di un cane che ringhia per aiutarti a capire meglio il tuo animale, il modo in cui comunica con te, e cosa fare se il cane ringhia al padrone,

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Quando il cane azzanna il padrone?

Il mio cane morde le persone: perché accade? – Solitamente, il cane morde l’essere umano per: irritazione, perché avverte dolore o perché vuole sfogare il suo istinto predatorio, Esistono, nella maggior parte dei casi, delle associazioni mentali che portano il cane ad attribuire dei significati specifici a determinate persone o categorie di persone.

Ad esempio, se in passato, il cane ha subìto un trauma o ha associato ad una specifica categorie di persone un evento spiacevole, tenderà a scagliarsi contro quella determinata categoria di persone. Ad esempio, se il nostro amico a quattro zampe in passato ha subìto un’aggressione da un uomo con l’ombrello, tenderà a ringhiare o a mordere gli uomini con l’ombrello perché sono percepiti, ancora oggi nel presente, come minacce o pericolo.

Questo si espande a molteplici altri esempi: uomo con barba, donna con borsa, persone con andatura claudicante etc

Come affrontare la soppressione di un cane?

Il modo per superare il lutto è sicuramente dargli il giusto saluto con la sepoltura a seconda che si scelga di seppellirlo nel giardino di casa, in un cimitero o di farlo cremare. Così la soppressione passerà in secondo piano e si penserà piuttosto al degno riposo donato al proprio animale, dandogli il giusto addio.