7. Uso degli antinfiammatori per il dolore cronico da artrosi nel cane – Uno dei trattamenti più efficaci e importanti per il dolore articolare è, certamente, l’uso di farmaci antinfiammatori, cortisonici compresi. Questi però necessitano di essere somministrati con particolari precauzioni e per periodi non eccessivamente lunghi, in quanto potrebbero non essere perfettamente tollerati.
Mai somministrare farmaci senza indicazione del proprio medico veterinario mai utilizzare farmaci ad uso umano (possono essere fortemente tossici e lesivi per la mucosa gastrica del cane, più delicata di quella delle persone) somministrarli sempre a stomaco pieno tenere monitorato il cane durante la somministrazione, valutando l’insorgenza di sintomi come il vomito, la diarrea, l’appetito (che deve essere sempre presente) valutare la somministrazione concomitante di gastroprotettori, soprattutto se il cane ha poco appetito o spesso non mangia (valutazione da fare insieme al proprio medico) fai controlli regolari, soprattutto esami del sangue per valutare le funzionalità degli organi interni nel dolore cronico la durata del trattamento non deve essere inferiore alle 2 – 3 settimane.
Contents
Come calmare artrosi?
L’esercizio fisico è uno dei migliori modi per diminuire il dolore da osteoartrosi. Riduce la rigidità delle articolazioni, migliora la capacità di movimento e aumenta la forza muscolare, il che aiuta a scaricare un po’ di pressione sulle articolazioni.
Perché viene l’artrosi ai cani?
L’artrosi nel cane La passeggiata serale rappresenta una buona occasione di socializzazione per i cani e un’opportunità di confronto per i proprietari in merito allo stato di salute dei loro amici a “quattro zampe”. Tra gli argomenti più discussi “guinzaglio alla mano” c’è l’artrosi,
- Questa patologia è in grado di compromettere seriamente il movimento e, dunque, la qualità di vita dei nostri amici di casa e colpisce circa il 20% dei cani sopra l’anno di età, interessando quindi soggetti giovani, adulti e anziani,
- Conoscere l’artrosi è un primo passo per poterla gestire al meglio! L’artrosi è una malattia ortopedica che interessa tutta l’articolazione, infatti, ogni tessuto che la compone va incontro ad alterazioni: la cartilagine, quel tessuto soffice ed elastico che ricopre le estremità delle ossa, degenera ed il tessuto osseo, lasciato scoperto, forma delle “protuberanze” ossee ( osteofiti ).
Anche la capsula articolare viene coinvolta, si inspessisce, mentre la membrana sinoviale va incontro ad un processo infiammatorio (sinovite). Con il passare del tempo anche muscoli e legamenti subiscono dei “danni”, i primi si atrofizzano, i secondi si allentano, Come i più sapranno, questa malattia è accompagnata da dolore ed è quindi essenziale cogliere i segnali con cui il cane manifesta la sua sofferenza. In corso di artrosi il cane può camminare in modo strano (“sulle spine”) o assumere posizioni anomale del corpo nel tentativo di trovare sollievo, le così dette ” posizioni antalgiche “.
Ad esempio, se l’artrosi colpisce le zampe posteriori il cane sposterà tutto il peso sulle zampe “davanti” ed incurverà la schiena. Altri segnali, meno frequenti e specifici, ma da tenere monitorati sono: pigrizia, cambiamenti di umore, insofferenza alle coccole e inappetenza, Questi sono solo alcuni dei segnali che un proprietario può cogliere in un cane con artrosi.
La comparsa dell’artrosi è legata a fattori predisponenti (genetica, razza), fattori scatenanti (displasie, rotture dei legamenti, traumi) e fattori che aggravano la patologia stessa (obesità, eccessivo esercizio fisico). Da qualche anno a questa parte, nei più importanti congressi di ortopedia veterinaria, si sottolinea l’importanza di individuare precocemente quei fattori che possono portare ad artrosi: ecco quindi che anche in ambito veterinario si fa strada il concetto di prevenzione. La visita consente di poter mettere in luce eventuali problemi e accedere così a tutte le opzioni (chirurgiche e conservative) che consentono di minimizzare i danni articolari, evitando che nel lungo periodo possano instaurarsi gravi forme di artrosi.
Alcune strategie chirurgiche sono attuabili solo quando il cane è ancora un cucciolo, per questo la tempestività ha un ruolo cruciale. La terapia dell’artrosi negli ultimi anni ha subito una svolta, si è passati dalla tradizionale monoterapia, alla più moderna “terapia multimodale”. Il termine “multimodale” comprende tutti gli “strumenti” volti a controllare sia le cause di artrosi, sia i sintomi che ne derivano (es.
dolore), ma soprattutto i meccanismi. Questi strumenti sono:, chirurgia, controllo dell’esercizio fisico, fisioterapia e controllo del peso, Sarà il veterinario a decidere come combinarli tra loro per garantire, negli anni, una buona qualità di vita.
Quali sono i sintomi di artrosi?
Sintomi dell’artrosi – L’artrosi è una malattia degenerativa, definita così perché si instaura attraverso un processo degenerativo graduale, che può essere in parte scongiurato e frenato con una corretta prevenzione, correggendo cioè i fattori di rischio modificabili (peso corporeo, attività fisica, traumi accidentali, cura ottimale delle patologie predisponenti ecc.), ma non arrestato né, tanto meno, fatto regredire.
- Una volta che i tessuti e le superfici articolari hanno iniziato a deteriorarsi, il danno non può che evolvere nel tempo, con un parallelo peggioramento dei sintomi.
- L’artrosi si manifesta tipicamente con dolore (più intenso durante o dopo l’uso dell’articolazione), difficoltà di movimento, gonfiore, rigidità articolare (presente soprattutto nella prima mezz’ora dopo il risveglio) e comparsa di rumori articolari o crepitii durante il movimento.
Un ulteriore segno dell’artrosi, soprattutto in fase abbastanza avanzata, è la formazione di “spine” ossee (osteofiti) che non erano presenti nell’articolazione sana e che rappresentano tentativi di autoriparazione del danno causato alle superfici ossee dalla sollecitazione abnorme durante lo sfregamento.
In fase iniziale, i dolori e la rigidità articolare tendono a essere lievi-moderati, a presentarsi in modo occasionale e a durare poco tempo, risolvendosi spontaneamente nell’arco di alcuni giorni. Ciò fa sì che la maggioranza dei pazienti li consideri fastidi di poca importanza, trascurandoli anche per anni, finché il disturbo non inizia a diventare invalidante.
Ciò impedisce di prendere contromisure adeguate sul piano comportamentale e di individuare terapie in grado, se non di risolvere i problemi, almeno di ridurre i fastidi e rallentarne l’evoluzione.
Chi soffre di artrosi può camminare?
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- La salute delle ginocchia non è di solito una grande preoccupazione, almeno per chi è giovane e sano.
- Come avviene per molte altre cose, ci ricordiamo della loro importanza soprattutto quando cominciano a darci dei problemi: essere in grado di alzarsi, camminare e compiere altre operazioni che fanno parte della nostra routine dipende inevitabilmente dalla stabilità e dalla flessibilità dell’articolazione che congiunge la tibia ed il femore.
- Però, se è vero che è impossibile evitare di invecchiare, di sicuro non è impossibile evitare di sentirsi vecchi, naturalmente a condizione di impegnarsi per migliorare le proprie condizioni fisiche (e psicologiche, ovvio)!
- La o artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa che colpisce il ginocchio, deteriorando le cartilagini e più in generale tutti i tessuti che fanno parte del complesso articolare che congiunge la coscia con la gamba.
- Sebbene possa colpire anche i giovani, è uno dei peggiori nemici della salute delle persone anziane, che costituiscono la grande maggioranza dei pazienti cui viene diagnosticata.
- Di fatto, oltre a rendere più difficili e dolorose le attività della vita quotidiana, la gonartrosi ha l’effetto indiretto di rendere difficile per queste persone lo svolgimento dell’attività fisica, che le aiuterebbe a mantenere il loro corpo in buone condizioni, quindi a migliorarne la salute ed a sentirsi più giovani.
Il ginocchio è un complesso articolare piuttosto robusto, quindi l’artrosi che lo colpisce di solito è causata da più elementi che generano infiammazione, che interagiscono fra loro. Il principale responsabile è quasi sempre la cartilagine, il cui deterioramento può avere varie cause; le più comuni sono:
- il naturale processo di invecchiamento cellulare ;
- il peso corporeo eccessivo ;
- il sovraccarico, determinato dal troppo allenamento o lavoro.
- Anche i piccoli e grandi traumi cui il ginocchio è sottoposto possono entrare in gioco, specialmente quando l’artrosi è diagnosticata precocemente (prima dei 55 anni).
- La gonartrosi causa dolore e diminuzione della flessibilità articolare,
- L’articolazione entra in un circolo vizioso nel quale il deterioramento delle strutture causa infiammazione, che aumenta l’attrito e deteriora ulteriormente le cartilagini.
- La natura degenerativa della malattia determina una costante progressione dei sintomi, specialmente se è diagnosticata in fase avanzata o non viene trattata in maniera appropriata.
- Purtroppo questo è un problema piuttosto comune, perché i sintomi all’inizio tendono a manifestarsi in forma lieve e soprattutto a seguito di sforzi intensi, ed il paziente è propenso a prenderli in considerazione solo quando si aggravano.
- Nella grande maggioranza dei casi la gonartrosi sintomatica non responsiva a terapia farmacologica deve quindi essere risolta per forza attraverso una procedura chirurgica, che si potrebbe invece evitare o rimandare per molto tempo se fosse diagnosticata nelle prime fasi; per questo motivo consiglierei a tutti di non aspettare e rivolgersi allo specialista non appena sospettino di aver sviluppato questa condizione patologica.
Molti pazienti arrivano alla visita specialistica con tante domande, una pratica che amo incoraggiare perché una parte importante di qualsiasi trattamento parte dal comportamento del paziente e quindi dalla sua consapevolezza. Perciò voglio mettere in fila le domande che più frequentemente mi vengono rivolte dalle persone che ricevo nel mio ambulatorio, durante la prima visita.
- Assolutamente, si ! L’esercizio fisico fa molto bene ai sintomi dell’artrosi, in modo particolare se non è eccessivamente intenso, proprio come una tranquilla passeggiata in bicicletta,
- È ovvio invece che non consiglierei l’iscrizione al Tour de France ai miei pazienti che soffrono di artrosi: è necessario commisurare il tipo di attività alle proprie caratteristiche ed al grado di avanzamento della patologia.
Di nuovo, una risposta affermativa. Il sovrappeso è uno dei principali fattori di rischio della degenerazione delle cartilagini del ginocchio ed ha una notevole influenza anche sulla severità dei sintomi; perdere peso sarebbe quindi molto importante per rallentare la progressione della malattia e sentirsi meglio.
- Possono esserlo in molti casi, ma la loro utilità è maggiore in maniera proporzionale alla potenzialità rigenerativa dell’articolazione, che dipende dall’età e dal grado di avanzamento della patologia.
- In pazienti giovani, la cui gonartrosi è diagnosticata precocemente, trattamenti di medicina rigenerativa, come PRP e Lipogems, possono permettere di ritardare il trattamento chirurgico per molti anni, specialmente se accompagnati da un serio programma di riabilitazione.
- Quando la malattia è più avanzata di solito sono invece utilizzati per alleviare i sintomi nel caso il paziente non sia candidabile all’impianto della protesi.
- Non è raro che un intervento di si renda necessario; talvolta è possibile rimandarlo per qualche tempo grazie all’esercizio fisico ed alle tecniche di medicina rigenerativa, ma la maggior parte dei pazienti non ha altro modo per risolvere definitivamente il problema.
- Si tratta di un intervento che è ormai da molti anni uno standard di trattamento, ed è efficace nel ripristinare la funzionalità del ginocchio in un’altissima percentuale di casi.
- Le protesi attualmente in commercio sono state perfezionate osservando per molti anni i pazienti che avevano subito l’operazione, ed i risultati si vedono: la durata media delle protesi è senza dubbio nell’ordine di 10/15 anni e non è frequente che si debba procedere ad un intervento di revisione, intervento che comunque, grazie ai moderni progressi tecnologici è reso più performante.
- Come ho detto, una parte significativa del mio lavoro, in realtà, la svolge necessariamente il paziente!
- L’esito dell’intervento dipende da molti fattori, fra i quali certamente ci sono anche le capacità dello specialista che lo effettua.
- La volontà e la disciplina del paziente hanno però un peso quasi altrettanto importante, perché il pieno recupero delle funzionalità è determinato soprattutto dal diligente svolgimento del programma di riabilitazione, che viene proposto dal team medico prima che il paziente lasci la struttura dove è stato operato.
: Gonartrosi: le 6 domande più frequenti
Chi soffre di artrosi può camminare?
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- La salute delle ginocchia non è di solito una grande preoccupazione, almeno per chi è giovane e sano.
- Come avviene per molte altre cose, ci ricordiamo della loro importanza soprattutto quando cominciano a darci dei problemi: essere in grado di alzarsi, camminare e compiere altre operazioni che fanno parte della nostra routine dipende inevitabilmente dalla stabilità e dalla flessibilità dell’articolazione che congiunge la tibia ed il femore.
- Però, se è vero che è impossibile evitare di invecchiare, di sicuro non è impossibile evitare di sentirsi vecchi, naturalmente a condizione di impegnarsi per migliorare le proprie condizioni fisiche (e psicologiche, ovvio)!
- La o artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa che colpisce il ginocchio, deteriorando le cartilagini e più in generale tutti i tessuti che fanno parte del complesso articolare che congiunge la coscia con la gamba.
- Sebbene possa colpire anche i giovani, è uno dei peggiori nemici della salute delle persone anziane, che costituiscono la grande maggioranza dei pazienti cui viene diagnosticata.
- Di fatto, oltre a rendere più difficili e dolorose le attività della vita quotidiana, la gonartrosi ha l’effetto indiretto di rendere difficile per queste persone lo svolgimento dell’attività fisica, che le aiuterebbe a mantenere il loro corpo in buone condizioni, quindi a migliorarne la salute ed a sentirsi più giovani.
Il ginocchio è un complesso articolare piuttosto robusto, quindi l’artrosi che lo colpisce di solito è causata da più elementi che generano infiammazione, che interagiscono fra loro. Il principale responsabile è quasi sempre la cartilagine, il cui deterioramento può avere varie cause; le più comuni sono:
- il naturale processo di invecchiamento cellulare ;
- il peso corporeo eccessivo ;
- il sovraccarico, determinato dal troppo allenamento o lavoro.
- Anche i piccoli e grandi traumi cui il ginocchio è sottoposto possono entrare in gioco, specialmente quando l’artrosi è diagnosticata precocemente (prima dei 55 anni).
- La gonartrosi causa dolore e diminuzione della flessibilità articolare,
- L’articolazione entra in un circolo vizioso nel quale il deterioramento delle strutture causa infiammazione, che aumenta l’attrito e deteriora ulteriormente le cartilagini.
- La natura degenerativa della malattia determina una costante progressione dei sintomi, specialmente se è diagnosticata in fase avanzata o non viene trattata in maniera appropriata.
- Purtroppo questo è un problema piuttosto comune, perché i sintomi all’inizio tendono a manifestarsi in forma lieve e soprattutto a seguito di sforzi intensi, ed il paziente è propenso a prenderli in considerazione solo quando si aggravano.
- Nella grande maggioranza dei casi la gonartrosi sintomatica non responsiva a terapia farmacologica deve quindi essere risolta per forza attraverso una procedura chirurgica, che si potrebbe invece evitare o rimandare per molto tempo se fosse diagnosticata nelle prime fasi; per questo motivo consiglierei a tutti di non aspettare e rivolgersi allo specialista non appena sospettino di aver sviluppato questa condizione patologica.
Molti pazienti arrivano alla visita specialistica con tante domande, una pratica che amo incoraggiare perché una parte importante di qualsiasi trattamento parte dal comportamento del paziente e quindi dalla sua consapevolezza. Perciò voglio mettere in fila le domande che più frequentemente mi vengono rivolte dalle persone che ricevo nel mio ambulatorio, durante la prima visita.
- Assolutamente, si ! L’esercizio fisico fa molto bene ai sintomi dell’artrosi, in modo particolare se non è eccessivamente intenso, proprio come una tranquilla passeggiata in bicicletta,
- È ovvio invece che non consiglierei l’iscrizione al Tour de France ai miei pazienti che soffrono di artrosi: è necessario commisurare il tipo di attività alle proprie caratteristiche ed al grado di avanzamento della patologia.
Di nuovo, una risposta affermativa. Il sovrappeso è uno dei principali fattori di rischio della degenerazione delle cartilagini del ginocchio ed ha una notevole influenza anche sulla severità dei sintomi; perdere peso sarebbe quindi molto importante per rallentare la progressione della malattia e sentirsi meglio.
- Possono esserlo in molti casi, ma la loro utilità è maggiore in maniera proporzionale alla potenzialità rigenerativa dell’articolazione, che dipende dall’età e dal grado di avanzamento della patologia.
- In pazienti giovani, la cui gonartrosi è diagnosticata precocemente, trattamenti di medicina rigenerativa, come PRP e Lipogems, possono permettere di ritardare il trattamento chirurgico per molti anni, specialmente se accompagnati da un serio programma di riabilitazione.
- Quando la malattia è più avanzata di solito sono invece utilizzati per alleviare i sintomi nel caso il paziente non sia candidabile all’impianto della protesi.
- Non è raro che un intervento di si renda necessario; talvolta è possibile rimandarlo per qualche tempo grazie all’esercizio fisico ed alle tecniche di medicina rigenerativa, ma la maggior parte dei pazienti non ha altro modo per risolvere definitivamente il problema.
- Si tratta di un intervento che è ormai da molti anni uno standard di trattamento, ed è efficace nel ripristinare la funzionalità del ginocchio in un’altissima percentuale di casi.
- Le protesi attualmente in commercio sono state perfezionate osservando per molti anni i pazienti che avevano subito l’operazione, ed i risultati si vedono: la durata media delle protesi è senza dubbio nell’ordine di 10/15 anni e non è frequente che si debba procedere ad un intervento di revisione, intervento che comunque, grazie ai moderni progressi tecnologici è reso più performante.
- Come ho detto, una parte significativa del mio lavoro, in realtà, la svolge necessariamente il paziente!
- L’esito dell’intervento dipende da molti fattori, fra i quali certamente ci sono anche le capacità dello specialista che lo effettua.
- La volontà e la disciplina del paziente hanno però un peso quasi altrettanto importante, perché il pieno recupero delle funzionalità è determinato soprattutto dal diligente svolgimento del programma di riabilitazione, che viene proposto dal team medico prima che il paziente lasci la struttura dove è stato operato.
: Gonartrosi: le 6 domande più frequenti
Cosa dare al cane per l’artrite?
Che farmaci dare ai cani con artrite? I benefici degli antinfiammatori – Come sappiamo, non esiste una cura immediata per l’artrite nei cani, Tuttavia, gli antidolorifici e gli antinfiammatori aiutano ad alleviare il dolore alle articolazioni e l’infiammazione.
- Inoltre, aiutano il cane a essere più mobile, tenendo sotto controllo il peso (fondamentale per i cani affetti da artrite) e cercando di mantenere la massa muscolare.
- I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono spesso prescritti ai cani affetti da osteoartrite.
- I FANS aiutano a gestire il dolore e a ridurre l’infiammazione.
Tuttavia, sono noti per avere alcuni effetti collaterali che vale la pena discutere con il veterinario. Per controllare il dolore possono essere prescritti anche altri antidolorifici o terapie mirate.