Come Dare Le Pastiglie Al Cane
Come nascondere le medicine nel cibo del cane – Ecco alcuni consigli per camuffare i medicinali :

  • nascondere la medicina nella ciotola e mescolarla in mezzo alla pappa
  • sbriciolare la pillola all’interno del cibo con l’aiuto di un coltello; questo metodo, però, può essere adottato solo se il medicinale non è a lento rilascio
  • avvolgere la pastiglia nel cibo per cani creando una sorta di bocconcino.
  • Se queste tecniche non hanno successo si dovrà cercare di dare la medicina manualmente,
  • In tal caso, il veterinario può suggerire le tecniche e i trucchi più giusti per avere successo, senza però far del male al pet o innervosirlo.
  • Un esempio è far sedere il cane, fargli aprire la bocca e inserire la pastiglia, spingendola verso il fondo in modo che possa ingerirla in sicurezza.
  • Per essere sicuri che la ingoi, si può soffiare sul naso dell’animale; una volta che quest’ultimo si lecca il naso è segno che la pillola è stata assunta con successo!

Un altro trucchetto consiste nel rendere il tutto un gioco; come? Visto che ai cani piace afferrare il cibo che gli viene lanciato, lo stesso si può fare con la medicina, magari mischiandola con un po’ di cibo,

Dove si prendono le medicine per i cani?

Domande frequenti – Farmacia veterinaria – Dove acquistare farmaci veterinari? I farmaci per gli animali possono di norma essere acquistati in farmacia e in parafarmacia. Non esistono in Italia farmacie esclusivamente veterinarie, ma le farmacie più fornite hanno un corner ad hoc.

Cosa significa compresse appetibili?

Le compresse sono gradite agli animali : possono essere somministrate direttamente o sminuzzate in un po’ di cibo gradito.

Cosa dare al cane che prende antibiotici?

Classificazione Antibiotici di prima scelta Dosaggio
Trimetoprim-Sulfa 15 mg/kg per os ogni 12 ore (dose determinata su totale Trimetoprim + Sulfadiazina)
Pielonefrite (eseguire esame colturale ed antibiogramma) Enrofloxacina Cane : 15-25 mg/kg per os ogni 24 ore

Come somministrare il cortisone al cane?

Dosaggi – Cani Come trattamento aggiuntivo per le neoplasie: Per ulteriori informazioni sull’uso di prednisone o prednisolone come parte dei protocolli di chemioterapia, fare riferimento ad altri protocolli, tra i quali Withrow and MacEwen’s Small Animal Clinical Oncology, 4th Ed., Canine and Feline Geriatric Oncology, Small Animal Internal Medicine, 3rd Edition, Textbook of Veterinary Internal Medicine: Diseases of the Dog and Cat 6th Edition, The 5-Minute Veterinary Consult Canine & Feline, 3rd Ed.

    • Tumore al cervello (terapia palliativa):
    • ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale, fino alla somministrazione a giorni alterni
    • ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisone due volte al giorno per molti giorni per via orale, quindi diminuire il dosaggio nella settimana o nel mese successivo, dipendente dalle esigenze del paziente
    1. Come terapia aggiuntiva per linfomi canini:
    2. ▫ protocollo COAP (ciclofosfamide, vincristina, citosina arabinoside, prednisone):
    3. 50 mg/m2 di prednisone ogni giorno per via orale per una settimana, poi 25 mg/m2 un giorno sì ed uno no
    4. ▫ protocollo COP (no citosina arabinoside)
    5. 25 mg/m2 di prednisone un giorno sì ed uno no, per via orale
    6. ▫ CHOP (doxorubicina invece della citosina arabinoside):
    7. 25 mg/m2 di prednisone un giorno sì ed uno no, per via orale
  • Come terapia aggiuntiva per il mieloma multiplo: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale. L’utilizzo con melfalan: 0,1 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni per via orale, poi 0,05 mg/kg una volta al giorno per via orale oppure con ciclofosfamide: 1 mg/kg una volta al giorno per via orale (se si sviluppa resistenza al melfalan)
  • Per macroglobulinemia: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale. Utilizzato con clorambucile: 0,2 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni per via orale, poi 0,1 mg/kg una volta al giorno per via orale oppure con ciclofosfamide: 1 mg/kg una volta al giorno per via orale (se si sviluppa resistenza al clorambucile)

Come trattamento aggiuntivo a disturbi respiratori:

  • Bronchiti croniche: 0,5-1 mg/kg di prednisone una volta al giorno e poi un giorno sì ed uno no, per via orale
    • Bronchiti allergiche:
    • ▫ 2-4 mg/kg di prednisolone sodio succinato per via endovenosa (non somministrare rapidamente) o intramuscolare
    • ▫ 0,5-1,5 mg/kg/die di prednisone per via orale, per pazienti cronicamente sintomatici
  • Come terapia aggiuntiva del collasso della trachea: Inizialmente 0,25-0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 7-10 giorni, per via orale Prednisone: 0,5 mg/kg una o due volte al giorno per via orale. Sospendere se non ci sono miglioramenti in una settimana. In tale condizione i corticosteroidi devono essere usati con cautela e raramente fa la differenza in risultati in una terapia a lungo termine
  • Per bronchiti allergiche (eosinofiliche) o pneumoniti: 1-2 mg/kg/die di prednisone diviso da due a tre volte al giorno. Ogni 7-10 giorni diminuire la dose totale di steroidi a un quarto o della metà finché i segni clinici rimangono controllati. Dopo 3-4 settimane, somministrare un giorno sì ed uno no oppure ogni 3 giorni
  • Come terapia aggiuntiva per ipersensibilità polmonare parassitaria: 1-2 mg/kg di prednisolone diviso in 2-3 dosi, per via orale, per sopprimere l’infiammazione prima dell’eliminazione dei parassiti

Come terapia aggiuntiva nei disturbi al fegato: poiché il prednisone richiede, a livello del fegato, la conversione nel composto attivo prednisolone, alcuni medici credono che ai pazienti con problemi epatici debba essere somministrato solo il prednisolone.

  • Per colangiti: 1-2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno per almeno un mese, poi somministrare un giorno sì ed uno no per altri 2-3 mesi e considerare la sospensione del farmaco, monitorando i segni clinici di una eventuale ricaduta.
  • Per enteriti linfocitiche-plasmocitarie o autoimmuni croniche: 2,2 mg/kg una volta al giorno per via orale per diverse settimane e poi 1,1 mg/kg un giorno sì ed uno no. Se il cane non tollera o fallisce la terapia con il prednisone, si potrebbe aggiungere azatioprina
  • Epatopatia indotta dal rame: 0,5-1 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per via orale; utilizzare nelle fasi acute. Deve essere fatto in concomitanza con una terapia chelante e una dieta povera di rame.

Come terapia aggiuntiva per disordini del tratto gastrointestinale:

  • Per coliti eosinofile: 1-2 mg/kg di prednisolone per 7-10 giorni per via orale. Gradualmente diminuire la dose oltre a seguire per 3-4 settimane un dosaggio minimo che controllerà i segni clinici. Altri casi necessiteranno di una terapia aggiuntiva a giorni alterni per altre 3-4 settimane
  • Per enteriti eosinofile: ▫ 1-3 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale; gradualmente diminuito fino ad un giorno sì ed uno no per il mantenimento. Si può utilizzare la soluzione iniettabile se il cane vomita o ha un grave malassorbimento. La terapia potrebbe essere necessaria per settimane o mesi. Non somministrare prima che i siti di biopsia intestinale siano guariti, solitamente 7-10 giorni ▫ 0,5 mg/kg di prednisone inizialmente una volta al giorno per via orale; ridurre gradualmente fino ad avere una terapia a giorni alterni ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 5-7 giorni, poi diminuire a 0,5 mg/kg/die per 5-7 giorni. Diminuire la dose per una terapia a giorni alterni come dettato dalle condizioni. È spesso necessaria una terapia aggiuntiva di 3-4 settimane; possono verificarsi ricadute
  • Per coliti eosinofile quando le infezioni alimentari e parassitarie sono state eliminate o quando un’altra terapia appropriata non ha avuto successo: 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno; diminuire la dose gradualmente alla dose minima efficace nell’arco di 3-4 settimane
  • Per enterite linfocitico-plasmocitaria: 2,2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per 5-10 giorni per via orale, poi 1,1 mg/kg/die per 5-10 giorni. Poi diminuire riducendo il dosaggio degli steroidi della metà ogni 10-14 giorni, prima di un dosaggio a giorni alterni o del ritorno dei sintomi
  • Come terapia aggiuntivadi gastriti croniche superficiali (se nella biopsia sono evidenziate una predominanza di infiltrazionecellule plasmatiche e di linfociti): 0,5-1 mg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno e ridotto per un periodo di 3 mesi al più basso dosaggio efficace giornaliero
  • Per coliti ulcerose: in alcuni pazienti può peggiorare le condizioni di salute e deve essere utilizzato solo nel caso in cui non abbia funzionato la terapia con sulfasalazina. Usare con cautela.1-2 mg/kg/die di prednisolone per 5-7 giorni per via orale; poi 0,5 mg/kg/die per 5-7 giorni; poi 0,25-0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per via orale per 10-14 giorni. Continuare con sulfasalazina durante la terapia steroidea. Se non si evidenziano miglioramenti nei primi 7 giorni di terapia, gli steroidi devono essere diminuiti e sospesi il più rapidamente possibile.
  • Per intolleranze o allergie alimentari: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale; diminuire la dose settimanalmente se la risposta clinica lo detta. Sospendere il farmaco quando i segni clinici della malattia retrocedono
    1. Come terapia aggiuntiva di endotossiemia secondaria e dilatazione e torsione gastrica:
    2. ▫ 11 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
    3. ▫ 10 mg/kg di prednisolone sodio succinato
  • Per gastriti eosinofile: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per settimane; diminuzione graduale a 0,12 mg/kg un giorno sì ed uno no, per via orale
  • Come terapia aggiuntiva di linfangectasia intestinale: 2-3 mg/kg/die di prednisolone; una volta raggiunta la remissione dei sintomi, è possibile applicare il dosaggio di mantenimento. Non tutti i casi rispondono alla terapia
  • Come terapia aggiuntiva di enteropatia refrattaria grano-sensibile nel Setter irlandese: 0,5 mg/kg di prednisolone ogni 12 ore per un mese, in seguito iniziare un programma di riduzione della dose da somministrare
  • Per i cani che rispondono poco alle terapie convenzionali (sostituzione enzimatica, modificazione dietetica, integrazione della vitamina e antibiotici) per insufficienza pancreatica esocrina: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 7-14 giorni

Per malattie renali:

  • Come trattamento aggiuntivo di crisi iposurrenalica: 4-20 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa oltre 2-4, preferibilmente dopo la risposta del test ACTH. Una soluzione salina normale per via endovenosa è solitamente una terapia sufficiente durante la prima ora fino al completamento del test di risposta ACTH. La somministrazione di prednisolone sodio succinato può essere ripetuta dopo 2-6 ore o può essere aggiunto del desametasone all’infusione endovenosa 0,05-0,2 mg/kg ogni 12 ore. Il prednisolone sodio succinato presenta dei mineralcorticoidi attivi, mentre il desametasone non li possiede.
  • Per la supplementazione di glucocorticoidi in insufficienze surrenali subacute o croniche: 0,2-0,4 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno, per via orale
  • Per la supplementazione di glucocorticoidi se sono evidenti l’azotemia o altri sintomi di deficit di glucocorticoidi: 0,1-0,3 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno, per via orale
  • Per la “copertura” di glucocorticoide prima e dopo la rimozione di un tumore surrenale: 1-2 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa, 1 ora prima dell’intervento oppure al memento dell’induzione dell’anestesia. Può anche essere aggiunto ai liquidi endovenosi e somministrato per via endovenosa durante la procedura. Ripetere la somministrazione alla fine della procedura; ppuò essere somministrata per via endovenosa o intramuscolare. La supplementazioen di glucocorticoidi può essere mantenuta utilizzando un prodotto orale (inizialmente 0,5 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno, 2,5 mg/kg di cortisone acetato due volte al giorno o 0,1 mg/kg di desametasone una volta al giorno). Diminuire lentamente fino ai livelli di mantenimento (0,2 mg/kg di predniso(lo)ne una volta al giorno oppure 0,5 mg/kg di cortisone acetato due volte al giorno) per 7-10. Se dovessero riemergere complicazioni al momento della diminuzione della dose, ricominciare con la terapia di mantenimento. Molti cani possono sospendere la teraia con steroide esogeno in circa 2 mesi (basato su un test si simulazione ACTH).
    • Per la “copertura” di glucocorticoide in animali con insufficienza surrenalica iatrogena secondaria e/o soppressione HPA:
    • ▫ Per animali con lievi o moderati segni di deficit di glucocorticoidi:
    • 0,2 mg/kg di predniso(lo)ne un giorno sì ed uno no, per via orale
    • ▫ Per animali con soppressione HPA sottoposti a fattore di stress:

    1-2 mg/kg di prednisolone sodio succinato, somministrato poco prima o dopo eventi stressanti, come per esempio un intervento chirurgico. Continuare con bassi dosaggio fino a tre giorni dopo l’intervento. Se l’animale dovesse “collassare” dovrebbero essere disponibili glucocorticoidi solubili in acqua.

  • Per sintomi di deficit di glucocorticoidi (anoressia, diarrea, spossatezza) o in pazienti sotto stretta osservazione che assumono mitotano (Lysodren®) per iperadrenocorticismo dovuto a stress: 2,2 mg/kg di prednisone per 2 giorni, per via orale, poi 1 mg/kg per 2 giorni, poi 0,5 mg/kg per 3 giorni, poi 0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi sospendere la terapia. Se dovessero tornare i sintomi ridurre la terapia o modificare il dosaggio.

Come gestione medica aggiuntiva o alternativa dell’iperinsulinismo:

  • 0,5 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno, per via orale; aumentare la dose se necessario al mantenimento dell’euglicemia.
  • 1 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno, per via orale, poi diminuire il dosaggio alla minima dose efficace

Come terapia aggiuntiva della tossicosi:

  • Per tossicità da colecalciferolo: 1-2 mg/kg di prednisone due o tre volte al giorno, per via orale
  • Per terapia aggiuntiva di endotossicosi secondaria dovuta all’ingestione di rifiuti o carne in decomposizione: 5-7 mg/kg di prednisolone sodio succinato ogni 4 ore, per via endovenosa

Come terapia aggiuntiva per i disordini riproduttivi:

  • nelle femmine soggette a ricaduta dopo una iniziale terapia per la eclampsia (tetania puerperale): 0,25 mg/kg di prednisone una volta al giorno, per via orale, durante l’allattamento; la diminuzione delle dosi di farmaco deve essere effettuata lentamente;
  • 0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno

Come terapia aggiuntiva per la filaria (per i clinici la terapia è controindicata durate la terapia di routine post-adulticida promuovendo una possibile trombosi polmonare):

  • 1-2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno, per via orale. Ridurre il dosaggio dopo
  • Cani con grave tosse, emottisi o un vasto coinvolgimento parenchimale: prima della terapia 1-2 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno, per via orale,
  • Per polmoniti associate a malattie nascoste della filaria: 1-2 mg/kg di prednisone una volta al giorno per 3-5 giorni.

Per disordini al sistema nervoso centrale:

  • Per meningoencefaliti granulomatose: 1-2 mg/kg di prednisone una volta al giorno per il resto della vita del paziente, per via orale; 2-3 mg/kg di prednisone diviso due volte al giorno, per via orale, per due settimane poi ridurre la dose per diverse settimane; sono raccomandati tempi lunghi di terapia
    1. Per reticolosi:
    2. ▫ 1-2 mg/kg/die di prednisone per via orale, fino a quando i sintomi non iniziano a diminuire, poi si potrà diminuire la dose. Continuare la terapia con una dose bassa una volta al giorno o un giorno sì ed uno no a tempo indeterminato
    3. ▫ 2-3 mg/kg di prednisone diviso due volte al giorno per due settimane, per via orale, poi ridurre lentamente il dosaggio per diverse settimane; sono raccomandati lunghi tempi per la terapia
    4. ▫ 2 mg/kg di predniso(lo)ne per via orale per una settimana, poi 1 mg/kg/die per una settimana, poi 0,5 mg/kg/die per una settimana, poi 0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi 0,25 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi 0,25 mg/kg ogni terzo giorno
  • Come terapia aggiuntiva per l’idrocefalo: ▫ 0,5 mg/kg di prednisone può essere sperimentata la somministrazione a giorni alterni, per via orale, per un lungo periodo ▫ 0,25-0,5 mg/kg di prednisone due volte al giorno, per via orale; continuare la somministrazione se si evidenziano miglioramenti nell’arco di una settimana e diminuire la dose ad intervalli settimanali a 0,1 mg/kg eventualmente un giorno sì ed un giorno no, per via orale. Mantenere la dose per almeno un mese.
    • Come terapia medica aggiuntiva per la mattia del disco intervertebrale (IVD):
    • ▫ IVD cervicale:
    • 0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 3 giorni, per via orale, poi 0,5 mg/kg una volta al giorno per 3-5 giorni
    • ▫ IVD toraco-lombare:
    • 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 2-3 giorni per via sottocutanea o orale, poi diminuire il dosaggio nei seguenti 3-5 giorni
    1. Come terapia aggiuntiva per la spondilopatia:
    2. ▫ Cervicale: per cani con percorso lentamente progressivo e ancora ambulatoriale
    3. 1-2 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno per via orale. In seguito una diminuzione graduale della dose ogni 2 settimane, fino a raggiungere 0,5 mg/kg ogni due giorni, per via orale
    4. ▫ Lombo-sacrale:
    5. 1 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno, per via orale. Poi, riduzione graduale della dose fino a 0,5 mg/kg a giorni alterni, per via orale
  • Come terapia aggiuntiva per la sindrome shaker del cane bianco: 0,25 mg/kg di prednisone due volte al giorno per 10 giorni, per via orale, poi una volta al giorno per 10 giorni, poi a giorni alterni per 10 giorni
  • Come terapia aggiuntiva per la sindrome del tremore generalizzato: 3 m/kg di predniso(lo)ne ogni mattina per 5 giorni, poi diminuire la dose e alternare le mattine per 5 giorni, poi iniziare un ritiro graduale del farmaco. Potrebbe essere richiesta una terapia alternativa a lungo termine a bassa dose
    • Per meningiti suppurative non batteriche:
    • dopo che le culture risultano negative
    • 2 mg/kg di prednisone per 10 giorni, poi diminuire gradualmente per oltre 1 mese
  • Come terapia aggiuntiva per i cani a cui è stata diagnosticata la sindrome di Wobbler con segni di media o moderata paraparesi, tetraparesi o atassia: 1-2 mg/kg di prednisolone inizialmente due volte al giorno, diminuendo gradualmente la dose per un periodo di 5 giorni a 0,5-1 mg/kg a giorni alterni

Per disordini ematologici:

  • Per anemia emolitica autoimmune: 1-4 mg/kg di prednisolone al giorno, ma divisa in due volte, per via orale. Aggiungere un agente immunosoppressivo (es. ciclofosfamide, azatioprina) se il PCV non si stabilizzo entro 48-72 ore. Potrebbero servire diversi mesi per l’eliminazione farmaco
  • Come terapia aggiuntiva per l’aplasia pura della serie rossa (PRCA): 2 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno. Se non si ha un aumento dei reticolociti in 2 settimane, aumentare la dose a 4 mg/kg, due volte al giorno. Se la conta dei reticolociti rimane bassa per altre 4-6 settimane aggiungere ciclofosfamide (30-50 mg/m2 per 4 giorni consecutivi per ogni settimana). Continuare con prednisolone. Sospendere la ciclofosfamide se si verificano casi di neutropenia o trombocitopenia. Se la conta dei reticolociti aumenta, la ciclofosfamide potrà essere sospesa ed il prednisolone potrà essere lentamente diminuito e sostituito da una terapia giornaliera alternata.
  • Per trombocitopenia immuno-mediata: 1-3 mg/kg di prednisolone divisa due o tre volte al giorno, per via orale. Non deve essere somministrata per via intramuscolare. Se la conta delle piastrine aumenta, la dose di prednisolone dovrebbe essere lentamente diminuita del 50% ogni 1-2 settimane. La riduzione della dose dovrebbe avvenire lentamente per diversi mesi

Per disordini dermatologici o altri problemi immuno-mediati:

  • Come terapia aggiuntiva per l’orticaria e l’angioedema: 2 mg/kg di prednisone due volte al giorno per via orale o intramuscolare
  • Per l’atopia canina: 0,5 mg/kg di predniso(lo)ne inizialmente due volte al giorno per 5-10 giorni, per via orale, poi diminuire alla minima dose efficace e somministrare a giorni alterni
  • Come terapia aggiuntiva per la dermatite allergica da pulci: 1 mg/kg di prednisolone una volta al giorno per una settimana, per via orale, poi un giorno sì ed uno non alla minima dose efficace
  • Come immunosoppressore per le malattie autoimmuni della pelle: 2,2 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno fino alla remissione, poi diminuire il dosaggio fino alla minima dose efficace e somministrare a giorni alterni
  • Per l’ipersensibilità di tipo 2 (citotossica): 2 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno. Una volta in remissione, il dosaggio può essere abbassato fino al livello di mantenimento. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di altri immunosoppressori
  • Come terapia aggiuntiva per l’orticaria, shock e/o arresto respiratorio secondario per cntrastare un’ipersensibilità media: 10 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
  • Come terapia aggiuntiva per il pioderma superficiale: 1 mg/kg/die di predniso(lo)ne per 5-7 giorni
  • Per ulcere eosinofile: 2-4,4 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale. Per casi cronici utilizzare 0,5-1 mg/kg di prednisolone un giorno sì ed uno no, per via orale

Indicazioni varie:

    1. Per la cardiomiopatia nei boxer:
    2. nei pazienti che non rispondono agli agenti antiaritmici
    3. 1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 10 giorni
  • Come stimolante dell’appetito: 0,25-0,5 mg/kg di prednisolone ogni giorno, a giorni alterni o ad intermittenza se necessario, per via orale
  • Come terapia aggiuntiva per le uveiti posteriori: 2,2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno; ridurre gradualmente fino a quando l’infiammazione non è controllata
  • Per laringiti piogranulomatose, proliferative, croniche: 1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno, per via orale; diminuire il dosaggio settimanalmente
  • Come terapia aggiunta o alternativa per l’ipercalcemia: 1-1,5 mg/kg di prednisolone ogni 12 ore, per via orale. Per via del ritardo d’inizio d’azione, ci vogliono da 4 a 8 giorni per avere dei risultati
  • Come antinfiammatorio nei trattamenti aggiuntivi per l’otite interna: 0,25 mg/kg/die di prednisone per i primi 5-7 giorni di trattamento
  • Come terapia aggiuntiva per myasthenia gravis: 0,5 mg/kg/die di prednisone, per via orale. Aumentare la dose di 0,5 mg/kg/die ogni 2-4 giorni, fino ad arrivare alla dose totale di 2 mg/kg/die. Ottenuta la remissione, gradualmente modificare la terapia somministrando a giorni alterni. Se il paziente dovesse peggiorare durante il periodo in cui la dose di prednisone viene aumentata, ridurre la dose e aumentare gli intervalli tra gli aumenti di dosaggio. Potrebbero essere necessarie diverse settimane prima che siano evidenti i primi segni di risposta positiva. Dopo che i segnali sono controllati, ridurre la dose ogni 4 settimane fino alla determinazione del dosaggio di mantenimento. Possono essere indicati farmaci citotossici se i sintomi non sono controllati o se il dosaggio non può essere ridotto.

Gatti Nel gatto è consigliabile l’utilizzo del prednisolone al posto del prednisone. I gatti non assorbono o convertono il prednisone bene come i cani. Come agente immunosoppressore:

inizialmente 2-4 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno in dosi divise. Diminuire fino ad alternare i giorni e, in base alle condizioni del paziente, portare rapidamente ad una terapia a basso dosaggio

Come trattamento aggiuntivo per disordini respiratori:

  • Bronchiti allergiche: 1-3 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via indovenosa (non somministrare rapidamente) o intramuscolare
  • Come terapia aggiuntiva per l’asma felino: 1-2 mg/kg/die di predniso(lo)ne
    • Come terapia aggiuntiva di emergenza:
    • ▫ 50-100 mg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa.
    • ▫ Per casi non urgenti:
    • 5 mg di prednisone, inizialmente tre volte al giorno, per via orale; poi una rapida diminuzione fino alla somministrazione a giorni alterni o discontinui

Come terapia aggiuntiva per disordini al tratto gastrointestinale:

  • Per enteriti linfocitiche-plasmocitarie: 2,2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per 5-10 giorni, per via orale; poi 1,1 mg/kg/die per 5-10 giorni; poi diminuire riducendo il dosaggo dello steroide della metà ogni 10-14 giorni fino al raggiungimento del dosaggio a giorni alterni o fino a quando i sintomi non ricorrono nuovamente
  • Per le malattie infiammatorie intestinale del piccolo intestino: 1-2 mg/kg/die di prednisone diviso in due dosi. Generalmente nei casi medi o moderati la risposta avviene a bassi dosaggi. Se il caso risulta essere grave utilizzare la dose elevata per 2-4 settimane o finché non si risolvono i sintomi. Nei casi più gravi, caratterizzati da anoressia, perdita di peso e diarrea cronica utilizzare una dose iniziale di 4 mg/kg/die per 2 settimane. Se la risposta è positiva, dopo 2 settimane diminuire il dosaggio della metà e a 4 settimane diminuire nuovamente della metà. Alternare, eventualmente, i giorni di terapia e dovrebbe essere mantenuta per 3 mesi. Alcuni gatti possono assumere il farmaco in maniera discontinua o una terapia a lungo termine a giorni alterni (o ogni terzo giorno di terapia).

Come terapia aggiuntiva per la gengivite-faringite plasmacellulare del gatto:

1-2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale

Come terapia aggiuntiva per la filaria felina:

per crisi dovute all’embolizzazione 4,4 mg/kg di prednisolone tre volte al giorno con accurata terapia con fluidi endovenosi

Per condizioni dermatologiche:

  • Come trattamento aggiuntivo per l’allergia alle pulci: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 5 giorni, per via orale, poi diminuire gradualmente fino ad una terapia a giorni alterni (solitamente 1-2 mg/kg a sere alterne)
  • Per la dermatosi miliare idiopatica felina: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 5-7 giorni, per via orale, poi ridurre gradualmente la dose fino ad una terapia a giorni alterni alla dose di 1-2 mg/kg. L’efficacia a lungo termine solo raramente è efficace
  • Per il granuloma lineare: 0,5 mg/kg di prednisolone inizialmente due volte al giorno, con diminuzione
  • Per ulcere eosinofile: 2-4,4 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale; per i casi cronici utilizzare 0,5-1 mg/kg di prednisolone a giorni alterni, per via orale
  1. Come terapia aggiuntiva per le neoplasie feline (linfosarcoma, leucemia linfoide acuta, mastocitomi):
  2. 20-50 mg/m2 ogni 24-48 ore per via orale, sottocutanea o endovenosa. Vedere anche i protocolli riportati nella sezione del dosaggio del cane
  3. Cavalli
  4. (ARCI UCGFS, farmaco di classe 4)
  5. Sembra che il prednisone non venga ben assorbito dopo l’assunzione della dose orale; si consiglia di utilizzare il prednisolone i altri steroidi orale
  6. Come terapia aggiuntiva per la broncopneumopatia cronica ostruttiva:

inizialmente 600-800 mg di prednisolone per via intramuscolare o per via orale in cavalli di 450 kg. È possibile diminuire la dose e alternare i giorni di somministrazione. Le dosi a partire da 200 mg, somministrate a giorni alterni, possono essere efficaci

Per gli effetti glucocorticoidi:

    • ▫ 0,25-1 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
    • ▫ 0,25-1 mg/kg di predniso(lo)ne in compresse, per via orale
    • ▫ 0,25-1 mg/kg di prednisolone acetate, per via intramuscolare oppure 10-25 mg subcongiuntivale

Bovini Come terapia aggiuntiva per l’edema celebrale secondario fino alla polioencefalopatia:

1-4 mg/kg di prednisolone per via endovenosa

Come terapia aggiuntiva per le laminiti asettiche:

100-200 mg di prednisolone (supponendo sale di sodio succinato) per via intramuscolare o endovenosa; continuare la terapia per 2-3 giorni

Per l’attività glucocorticoide:

0,2-1 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa o intramuscolare

Suini Per attività glucocorticoide:

0,2-1 mg/kg di prednisolone sodio succinate, per via endovenosa o intramuscolare

Lama Per dermatosi pruriginosa steroide-reattiva secondaria alle origini allergiche:

0,5-1 mg/kg di prednisone per via orale, in seguito abbassamento della dose alla minore dose efficace somministrata a giorni alterni

Conigli L’utilizzo di questo farmaco nei conigli è indicato raramente ed è da utilizzare con cautala. Si raccomanda l’uso simultaneo di gastroprotettori. Per un trauma spinale:

0,25-0,5 mg/kg ogni 12 ore per 3 giorni, per via orale, poi una volta al giorno per 3 giorni, poi un giorno sì ed uno no per 3 dosi

Come antinfiammatorio:

0,5-2 mg/kg per via orale

  1. Cavie
  2. Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
  3. Cincillà
  4. Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
  5. Criceti
  6. Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
  7. Gerbilli
  8. Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
  9. Ratti
  10. Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
  11. Topi
  12. Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
  13. Furetti
  14. Come antinfiammatorio o per insulinoma (post-intervento o anche non in caso di intervento):

0,5-2 mg/kg per via orale o intramuscolare (frequenza non specificata)

Rettili Per molte specie in fase di shock utilizzare prednisolone sodio succinato:

5-10 mg/kg per via endovenosa, come necessario

Uccelli Come antinfiammatorio:

0,2 mg/30 gr di peso corporeo, di prednisolone oppure dissolvere una compressa da 5 mg in 2,5 ml di acqua e somministrare 2 gocce per via orale. Due volte al giorno. Diminuire il dosaggio se si somministra il farmaco per un lungo tempo

Per il trattamento dello shock:

0,1-0,2 ml/100 gr di peso corporeo, di prednisolone sodio succinato (10 mg/ml). Ripetere ogni 15 minuti fino ad ottenere un risultato. Per i grandi uccelli, il dosaggio può essere aumentato della metà

Perché il cane non ha appetito?

Quando il cane non mangia le crocchette – Dato che la mancanza di appetito può essere alla base di tantissime patologie ed esprime un disagio del cane, il veterinario deciderà quale tipo di iter diagnostico seguire e che tipo di indagini fare. è facilmente intuibile che problemi ai denti, problemi gastroenterici, l’ingestione di corpi estranei, malattie infettive, problemi cardiaci o renali possono tutti determinare inappetenza.

Quali compresse si possono frantumare?

Il Ministero della Salute ha ritenuto opportuno fornire una raccomandazione per gestire correttamente la pratica molto diffusa di frazionare le forme farmaceutiche orali nei casi in cui non sia possibile somministrarle integre. Questa pratica è spesso necessaria nel caso di pazienti disfagici, quindi persone che hanno difficoltà a deglutire come nel caso dei bambini, degli anziani o delle persone affette da malattie come quelle neurologiche e neuromuscolari che alterano il meccanismo della deglutizione.

  1. Un recente studio condotto da Hermes Pharma ha mostrato che il 33% delle persone ha l’abitudine di rompere le compresse prima di deglutirle, mentre un altro 17% le schiaccia e poi le scioglie in acqua.
  2. Si tratta di una percentuale molto elevata di persone che utilizzano la pratica della manipolazione delle forme farmaceutiche orali spesso inconsapevoli dei rischi che potrebbe rendere la terapia meno efficace.

Ricordiamo qui sotto le principali indicazioni riportate nella Raccomandazione n.19 del Ministero: si procede alla manipolazione “subito prima della somministrazione di ogni singola dose”; si spezzano le compresse divisibili “lungo la linea di divisione (dove presente) e prestare attenzione nei casi di compresse senza linea di divisione in quanto il taglio può determinare angoli vivi e facce ruvide”; non si dividono le compresse “in meno di un quarto, se non specificato dal produttore”.

  1. Non si deve procedere alla manipolazione delle capsule molli, delle compresse o capsule con rivestimento gastroresistente perché il principio attivo viene inattivato dall’acidità gastrica e non è più efficace.
  2. Non si deve procedere alla manipolazione delle compresse e capsule a rilascio prolungato o modificato questo perché il principio attivo non viene rilasciato gradualmente, come previsto da produttore per assicurare un effetto terapeutico costante nel tempo, ma viene rilasciato tutto immediatamente con potenziale comparsa di effetti tossici per sovradosaggio.

Per maggiori informazioni consulta il testo completo della” Raccomandazione per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide” su www.salute.gov.it

Quali farmaci non possono essere tritati?

Relativamente ai Farmaci tritati in modo inappropriato (cioè diversamente dalle indicazioni dei foglietti illustrativi) segnaliamo innanzitutto i Farmaci inibitori di pompa (pantoprazolo ed omeprazolo), i farmaci anti-parkinson (levo-dopa + benserazide) nonchè farmaci antipertensivi, antidolorifici ed antidepressivi,

Perché le compresse non vanno masticate?

INFERMIERI E FARMACI Alcuni pazienti, soprattutto anziani, non riescono ad assumere compresse o capsule di grosse dimensioni per patologie o problemi che interferiscono con la deglutizione, come la demenza, il morbo di Parkinson, la xerostomia (riduzione della produzione di saliva), la disfagia e altre alterazioni neurologiche.

  1. I bambini in particolare hanno difficoltà a deglutire i farmaci.
  2. Questo problema è anche una delle cause di inefficacia dei trattamenti, perché alcune dosi di farmaco non vengono assunte e c’è il rischio di aspirazione.
  3. Sia gli operatori sanitari che i caregiver, per ovviare a questo problema, sminuzzano le compresse o aprono le capsule: quali possono essere le conseguenze per pazienti, operatori sanitari e caregiver ? Cosa si può fare quando non si riesce a somministrare un farmaco? E’ stata fatta una revisione delle principali prove disponibili usando la metodologia standard di Prescrire, escludendo i pazienti con sondino naso gastrico.

Attenzione alle alterazioni dell’assorbimento e alle sue conseguenze Molte forme farmaceutiche, con proprietà diverse, sono destinate alla somministrazione orale: sminuzzare una compressa o aprire una capsula altera la forma farmaceutica, e quindi la concentrazione e la velocità di assorbimento.

,- In alcune situazioni questo può portare a sovradosaggio, in altre a sottodosaggio. Farmaci con un basso indice terapeutico: sovradosaggio Il sovradosaggio è pericoloso in particolare per i farmaci con un basso indice terapeutico, cioè quando le concentrazioni plasmatiche efficaci sono vicine a quelle tossiche.

Una piccola differenza nelle concentrazioni plasmatiche può talvolta provocare gravi reazioni avverse. E’ il caso di prodotti che contengono carbamazepina, digossina, litio, teofillina, fenitoina, fenobarbital, e anche altri farmaci. Ad esempio frantumare le compresse di digossina, un antiaritmico che riduce la frequenza cardiaca, espone il paziente al rischio di aritmie.

  • Aprire la capsula di un anticoagulante orale, il dabigatran, aumenta la biodisponibilità del farmaco del 75%, pertanto espone al rischio di emorragie.
  • E’ importante informare paziente e operatori di questo pericolo, e assicurarsi che sappiano che le capsule che contengono questo farmaco non vanno mai masticate o aperte.

, Formulazioni a rilascio modificato: sovradosaggi talvolta fatali Quando una formulazione a dosaggio modificato viene frantumata o aperta, il principio attivo non viene più rilasciato ed assorbito gradualmente, risultando in un sovradosaggio., E’ stato ad esempio segnalato il caso di una persona di 70 anni con problemi di deglutizione è andata in depressione respiratoria e coma dopo aver assunto una compressa triturata di ossicodone a rilascio prolungato, -,

  1. Sono stati riportati ipotensione e svenimenti in pazienti che assumevano compresse a lento rilascio frantumate di alfa-1 bloccanti prazosina e alfuzosina e ipoglicemia con la compressa frantumata a lento rilascio di glicazide (solfanilurea),
  2. Una paziente anziana che dopo aver masticato una compressa a lento rilascio di diltiazem perché era troppo grossa e non riusciva a deglutirla, ha manifestato rapidamente vertigini, debolezza, confusione e bradicardia.

La forma a lento rilascio è stata sostituita quindi con una a rilascio immediato, più facile da deglutire. Mesi dopo, avendo dimenticato l’episodio, il medico le ha nuovamente prescritto il diltiazem a rilascio prolungato, che le è stato venduto da un farmacista che non la conosceva.

La paziente ha continuato a masticare le capsule ed è morta dopo tre settimane., Una donna di 38 anni in trattamento con labetanolo, nifedipina a lento rilascio e idralazina, è stata ricoverata in ospedale in insufficienza respiratoria per edema polmonare e polmonite. I farmaci che assumeva erano tutti stati frantumati prima della somministrazione.

La paziente ha avuto bradicardia ed arresto cardiaco. E’ stata rianimata ma il giorno successivo il labetanolo (ad una dose ridotta) e le compresse a lento rilascio di nifedipina sono state nuovamente triturate per la somministrazione: la paziente ha avuto grave bradicardia ed ipotensione ed è deceduta.

  • Distruzione del rivestimento gastroresistente: sottodosaggio Le compresse con rivestimento gastroresistente o le capsule che contengono granuli gastroresistenti rilasciano il principio attivo dopo il passaggio dallo stomaco, per proteggerlo dall’aggressione degli acidi gastrici.
  • Quando il rivestimento viene distrutto frantumando la compressa, è molto verosimile che si verifichi un sottodosaggio del farmaco, ad esempio con le compresse gastroresistenti di sulfasalazina, bisacodile o degli inibitori della pompa protonica.

-, – Ulcerazioni della mucosa, sapore amaro Frantumare le compresse o aprire le capsule può provocare ulcerazioni orali o gastrointestinali per il contatto con il principio attivo., – Ad esempio sono state segnalate ulcerazioni della bocca e necrosi dopo la somministrazione di compresse triturate di solfato di ferro.

Sono state segnalate ulcerazioni della bocca anche in pazienti che hanno succhiato compresse di bifosfonato o le hanno sciolte in bocca. A volte le compresse vengono rivestite per nascondere il sapore, ad esempio il gusto amaro: quando triturate e mescolate agli alimenti, danno un sapore cattivo che ne rende difficile il consumo.

, – Errori, dosi diverse e decomposizione Frantumare le compresse o aprire le capsule rende il farmaco non identificabile e può portare alla somministrazione di dosi incomplete o alla somministrazione di un principio attivo degradato per il contatto con la luce o l’umidità. Farmaci non identificabili Una volta polverizzato il farmaco in un mortaio è impossibile identificarlo, soprattutto se vengono triturati insieme più farmaci, ed aumenta il rischio di somministrazione al paziente sbagliato. I pazienti anziani che assumono più farmaci sono quindi più a rischio.

  • Un ospite di una RSA è stato ricoverato d’urgenza, e la persona che gli sedeva accanto durante il pasto ha avuto un’emorragia perché si è verificato più volte lo scambio del dessert in cui era stato camuffato il farmaco.
  • Dosi incomplete Alcuni studi sui bambini hanno dimostrato che dopo la suddivisione delle compresse vengono somministrate dosi più basse40 perché parti del farmaco rimangono nel contenitore in cui è stato frantumato: più sono ruvide, più farmaco trattengono.

Anche mescolare il farmaco triturato al cibo riduce la quantità di farmaco assorbito: è più probabile che le conseguenze cliniche si manifestino con i farmaci a basso indice terapeutico. Usare lo stesso mortaio per più pazienti: rischio di contaminazione Se si usa lo stesso pestello o mortaio per più pazienti e non lo si pulisce dopo ogni triturazione, si rischia di somministrare particelle di farmaci di altri pazienti.

Esposizione alla luce, all’umidità e degradazione del principio attivo Alcuni principi attivi sono sensibili alla luce o all’umidità, ad esempio la furosemide, la midorina, e la nifedipina, – Tagliare una compressa diversi giorni prima può avere lo stesso effetto. Se la capsula viene aperta o il farmaco triturato e miscelato con alimenti o liquidi, va assunto subito, prima che il principio attivo si degradi.

Incompatibilità fisico-chimiche Frantumare assieme più farmaci porta a contatto i principi attivi e si conosce poco sulle conseguenze per il paziente delle incompatibilità fisico-chimiche. – Alcuni farmaci sono formulati con strati diversi per separare principi attivi e componenti incompatibili tra loro o per fare in modo che vengano rilasciati in sequenza (ad esempio la forma a lento rilascio dell’alfuzosina).

,, Esposizione degli operatori al contatto con il farmaco Frantumare compresse o aprire capsule espone al contatto con il principio attivo che contengono. Allergie da contatto Sono stati riportati casi di allergia da contatto su viso, collo e mani negli operatori che frantumavano i farmaci e quindi ripetutamente esposti a particelle di donezepil (usato per l’Alzheimer), piroxicam (un FANS) o tetrazepam (una benzodiazepina).

– Una donna ha sviluppato una grave allergia da contatto dopo aver triturato compresse di azathioprina (un immunosoppressore), per suo figlio con la leucemia, che non riusciva a deglutirle. – Farmaci citotossici: cancerogenicità e teratogenicità Rompere una compressa o una capsula di un farmaco citotossico espone la persona che lo fa e quelle intorno a particelle di farmaco ed ai suoi effetti citotossici e teratogeni.

E’ importante informare operatori sanitari, pazienti e familiari di questo rischio e adottare misure per prevenire il contatto cutaneo indossando guanti e mascherina. – Altri effetti teratogeni e citotossici L’esposizione a particelle di farmaci teratogeni durante la gravidanza può avere effetti negativi sul feto.

Ad esempio il vasodilatatore bosentan, usato per trattare l’ipertensione polmonare e l’inibitore della sintesi della glucosilceramide, miglustat, sono teratogeni, – Il foglietto illustrativo della finasteride, un inibitore della alfa-riduttasi, avverte che le donne in gravidanza non devono entrare in contatto con il farmaco: il rivestimento ha proprio l’obiettivo di evitare contatto e assorbimento cutaneo.

  1. La finasteride può provocare nel feto anomalie dei genitali esterni.
  2. E ancora.
  3. Un uomo ha consultato un oftalmologo per una dilatazione fissa della pupilla, problema per cui aveva già eseguito numerosi esami quali risonanza magnetica e angiografia cerebrale.
  4. Solo dopo si è scoperto che aveva frantumato una compressa di alimemazina per un parente, poco prima di mettersi le lenti a contatto: le particelle dell’antimuscarinico sulle dita avevano contaminato la lente.

Come decidere se frantumare o meno una compressa o aprire una capsula Il farmaco è davvero necessario? Si deve valutare il rapporto rischio beneficio e valutare l’effettiva necessità del farmaco. Usare una via o una forma diversa. Se il trattamento con quel principio attivo è giustificato ma il paziente ha difficoltà a deglutire occorre valutate se è possibile la somministrazione per via transdermica, rettale o parenterale.

  1. Quando il rischio di aspirazione accidentale è basso si può usare una differente forma orale (liquida, effervescente, orodispersibile, in sospensione) La via sublinguale talvolta è utile ma ha altri svantaggi che vanno presi in esame.
  2. Usare un farmaco simile.
  3. Si devono valutare, quando possibile, altri farmaci appartenenti alla stessa classe, disponibili in una forma farmaceutica diversa.

,, Fonti di informazione. Alcune informazioni sui rischi legati alla frantumazione di compresse o all’apertura di capsule si possono trovare nei foglietti illustrativi, nelle indicazioni delle ditte farmaceutiche, nelle schede tecniche, nelle pubblicazioni, anche se talvolta le informazioni fornite sono contrastanti.

Le schede tecniche del farmaco danno qualche volta indicazioni su come somministrare una compressa frantumata o una capsula aperta, ad esempio con quali liquidi o alimenti, e a quale temperatura. Ad esempio la scheda tecnica francese dell’idrossiurea (un citotossico) dice che la capsula si può aprire e il contenuto va assunto con acqua; la scheda tecnica europea della compressa dello stesso farmaco suggerisce di farla sciogliere in acqua prima di miscelarla ad altri liquidi.

Queste due modalità espongono al rischio di contatto con particelle citotossiche. – In Francia, i centri regionali Omedit, che forniscono indicazioni sull’uso dei farmaci, forniscono indicazioni, liberamente accessibili online, e sostenute da dati pubblicati, sulla possibilità o meno e sui rischi di frantumare compresse o aprire capsule.

  1. Nel 2012, il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) statunitense ha pubblicato un elenco di farmaci teratogeni e cancerogeni che mettono a rischio di tossicità acuta e cronica gli operatori che frantumano le capsule o aprono le compresse.
  2. In pratica Le conseguenze della frantumazione di capsule e compresse sono in genere poco documentate e il profilo beneficio/rischio di un farmaco somministrato in questo modo è incerto, quindi prima di farlo è utile porsi alcune domande (Riquadro 1),

Se non si trovano alternative, si deve segnalare il motivo in cartella per informare gli altri operatori, ed è importante monitorare l’efficacia del farmaco e segnalare gli eventi avversi per modificare, eventualmente, il trattamento. Riquadro 1. Prima di triturare una compressa o rompere una capsula Prima di triturare una compressa o rompere una capsula è importante porsi alcune domande e fare le ricerche necessarie per rispondere:

Quali sono gli obiettivi del trattamento? Il rapporto beneficio costo del farmaco in questa situazione è realmente favorevole? Questo farmaco è la scelta migliore per il paziente? C’è una via di somministrazione soddisfacente rispetto a quella orale? C’è un’altra forma farmaceutica disponibile un rapporto beneficio-rischio favorevole? Il farmaco ha un indice terapeutico stretto? E’ una capsula o compressa normale o a rilascio modificato? Quali sono le conseguenze della rottura della compressa o dell’apertura della capsula, in base al foglietto informativo e alla scheda tecnica? Cosa dicono le altre fonti di informazione? Il rapporto beneficio/rischio è accettabile quando si rompe la compressa o si apre la capsula, tenendo conto delle incertezze di questa modalità di somministrazione?

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Come aiutare il cane?

La cosa migliore che puoi fare è contattare le organizzazioni per la tutela dei cani o degli animali attive nella tua regione e chiedere direttamente ai volontari come puoi aiutare al meglio nel tuo specifico contesto territoriale.

Perché il cane si blocca?

Come educare un Cane che si blocca quando va al guinzaglio. È vero, quasi sempre il problema più diffuso è il Cane che tira al guinzaglio, eppure in diversi casi dobbiamo affrontare il problema esattamente opposto, ovvero come educare un Cane che si blocca quando va al guinzaglio. Vediamo le possibili situazioni e come intervenire in maniera davvero efficace.

Se si tratta di un Cucciolo molto piccolo: iniziamo col dire che al 90% in questi casi parliamo di un Cucciolo compreso tra due mesi (prima se per motivi gravi è stato allontanato dalla madre prematuramente) e quattro mesi. In questo caso quindi il problema è proprio quello, il Cucciolo molto piccolo può sentirsi intimorito dal mondo esterno, soprattutto se è cresciuto con mamma e fratellini e all’improvviso si ritrova “figlio unico”.

La cosa migliore da fare è avere tanta tanta pazienza, portarlo in posti molto tranquilli come in un grande parco o in vie residenziali, ed evitare gli orari di maggior traffico di auto e di persone. Altra cosa molto spesso utile, è farsi accompagnare da un Cane adulto socievole, il Cucciolo lo prenderà come punto di riferimento e lo seguirà.

Problema quasi identico nel caso di un Cane più grandicello (spesso cuccioloni tra 4 e 8 mesi) ma dal carattere “riflessivo”. Il Cane in questione spesso durante la passeggiata si ferma e.osserva. guarda le persone che passano, le auto, i fili d’erba, pare quasi che stia meditando mentre tu proprietario inizi a chiamarlo con vocine allegre, snack prelibati, battendo le mani e saltellando, ma il Cane è totalmente immerso nel suo mondo.

Anche in questo caso non si tratta di un problema comportamentale come potrete intuire, ma di semplice carattere peculiare. Al Cane che si comporta così PIACE osservare il mondo, quindi ogni volta che potete cercate di assecondare questo suo bisogno.

  1. Per invogliarlo a camminare potete provare a usare un tono di voce acuto con suoni brevi e ripetuti, ad esempio “dai, dai, dai” “su,su,su” in tono allegro, o ancora adescarlo con qualche pezzetto di snack molto gustoso, ma sappiate già che a volte riuscirete e altre volte no,
  2. Inutile uscire con un Cane di questo tipo se avete fretta, la passeggiata lui se la vuole godere così e quindi lasciamogli il diritto di godersela.

Se avete fretta lasciatelo a casa con qualche gioco per cani interattivo, come e ne sarà molto più felice!! ( )

Se il Cane si blocca quando sente tirare il guinzaglio. Questi Cani sembrano avere un meccanismo automatico: appena sentono la tensione sul guinzaglio si bloccano e restano immobili. Vedo proprietari che a quel punto trascinano il Cane ma il problema diventa sempre più grande: più la persona tira e più il Cane resta fermo e rigido.

Come risolvere? Prima di tutto accertiamoci di usare un guinzaglio che ci permetta di non tirare il Cane continuamente, scegliamo un guinzaglio lungo 2 metri con anelli (chiamato da educazione o da addestramento) che terremo tutto lungo quando abbiamo spazio a sufficienza e più corto su marciapiedi stretti o in centro città.

Se il Cane si ferma perchè ha paura, e in alcuni casi tira per tornare verso casa. In questi casi siamo in presenza di un problema: il nostro Cane non si ferma per osservare il mondo ma ne ha proprio paura e mette in atto due tipici atteggiamenti per affrontare un conflitto, il freezing, ovvero “se ho paura di qualcosa mi paralizzo” e il flying, ovvero “se ho paura di qualcosa scappo”.

  • Per migliorare la situazione bisogna lavorare nello specifico sulle paure del Cane e risolverle con un lavoro di desensibilizzazione verso gli stimoli che incutono paura e, al contempo, lavorare per aumentare la sicurezza in sè stesso del Cane attraverso giochi e attività che richiedano impegno, come la ricerca olfattiva e i giochi di problem solving ( ).
  • Essendo un vero e proprio problema vi consigliamo di farvi aiutare da un bravo che venga a domicilio e vi segua in questo percorso.
  • Come avrete ben capito, a parte nel caso di vere e proprie paure, solitamente quando parliamo di Cani che si bloccano durante una passeggiata, la situazione è semplicemente di un Cane molto tranquillo, e a volte anche un pò pigro, magari un Cucciolo molto piccolo che ancora non se la sente di buttarsi nel mondo e si siede ad osservarlo.

Seguite il vostro Cane con dedizione, amore e pazienza: insegnateli tanti comandi ed esercizi di obbedienza per migliorare la vostra relazione, dategli giochi di attivazione mentale da poter fare anche quando voi siete impegnati a fare altre cose, quando avete tempo dedicatevi a lui con giochi e coccole, portatelo in tanti posti nuovi per fargli conoscere il mondo, fategli fare esperienze positive e rendete ogni uscita un’occasione per migliorare il vostro rapporto! Così vi assicuro che potrete risolvere questo piccolo problema di Educazione del Cane.

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