Come Punire Un Cane Che Scappa
Molti padroni si trovano a dover letteralmente combattere alcuni comportamenti scorretti del proprio cane, la cosa migliore sarebbe quella di prendere un cucciolo e cominciare un percorso di educ­­azione insieme a lui. Non sempre questo capita ma, con i cani adulti, spesso si danno per scontato vari comportamenti, per esempio il fatto di usare sempre il guinzaglio o di tenerlo in ambienti chiusi.

Queste sono tutte convinzioni non corrette. Bisogna avere pazienza nel insegnare al proprio cane come comportarsi, infatti, i risultati non sempre arrivano in tempi brevi ma, non bisogna disperare. Il padrone dovrà abituare il proprio cane, fin da cucciolo, a stare in spazi aperti, questo è in grado di seguire istintivamente il proprio amico e impara in modo autonomo a non allontanarsi troppo.

Il cane si abitua abbastanza in fretta a sentire il proprio nome, per questo il richiamo è una delle prime cose che gli vengono insegnate, Come spesso detto, il rapporto tra cane e padrone è fondamentale perché se tale liason è forte e si basa sulla fiducia, tutto viene più facile.

I cani scappano, È qualcosa di assolutamente spontaneo e normale, dipende anche da come sono stati abituati. Se, per esempio, il padrone non presta molte attenzioni al proprio animale, che vive in uno spazio chiuso, con poca possibilità di uscire, questo ne approfitterà quelle poche volte che è lasciato in libertà.

Nei casi più gravi capita che i cani, lasciati liberi, si perdano o fuggano non rendendosi conto degli eventuali pericoli. Il cane è comunque un animale che istintivamente è in grado di capire con chi ha a che fare: un leader, un semplice amico o qualcuno da temere,

  1. Così come accade in ogni relazione è giusto impostare delle regole affinché il cane non abbia modo di recepire male i ruoli di chi lo circonda.
  2. Se si ha a che fare con un cucciolo uno dei primi insegnamenti riguarderà il richiamo mentre, nel caso degli esemplari adulti, soprattutto se provati da brutte esperienze, il percorso sarà più complicato.

Sarà necessario trasmettergli il legame tra una parola e l’azione che gli viene richiesto di compiere, come “prendi” oppure “vieni qui”. Questa tipologia di cane sarà ricompensata dalla sola presenza dell’’uomo accanto proprio perché non abituato. Alcuni cani non sono particolarmente interessati alla pratica del richiamo e sono attratti dagli stimoli che si presentano intorno,

  1. Per questo bisognerà optare per un percorso di rieducazione personalizzate a seconda del singolo soggetto.
  2. In ogni caso il cane dovrà vedere il padrone come colui che detiene il comando e cercare di modificare ciò che gli può piacere,
  3. Il primo punto non è semplice da comunicare ma, il padrone dovrà pretendere rispetto dal proprio animale, che non dovrà disobbedire.

Ciò non significa essere cattivi con il cane ma, intransigenti, cercando di impostare un giusto rapporto che porterà a dei risultati positivi nel lungo tempo. Inoltre, il cane deve imparare a essere recettivo quando il suo padrone chiama, Per far questo, all’’inizio, si può usare un guinzaglio ben lungo, il cane sarà lasciato libero di girovagare e verrà richiamato quando magari non sembra interessato a qualcosa in particolare.

  1. Se non dovesse rispondere al richiamo, il padrone procederà tirando il guinzaglio e dando relativa ricompensa, come bocconcino o carezze.
  2. Pian pianino il padrone richiamerà il cane in momenti magari più rischiosi procedendo sempre allo stesso modo, quindi lasciandolo prima libero e poi chiamandolo.
  3. Alcuni addestratori suggeriscono di punire lanciando dei sassolini contro il cane ma, soprattutto se si tratta di animali che hanno subito delle violenze o abbandonati, si peggiorerà la situazione.

La punizione in questo caso non aiuta, anzi. In ogni caso il padrone deve cercare di non richiamare il cane più di una volta altrimenti gli trasmette l’’idea della seconda possibilità. Se il cane non obbedisce subito allora è bene provare con altri richiami ricordandosi sempre di indietreggiare e non di sporgersi in avanti perché è il cane che deve andare verso il padrone e non il contrario.

Quando il cane è lasciato libero, tende a ricercare la sua condizione ideale svolgendo attività per lui stimolanti, può anche succedere che ricerchi subito la compagnia del suo padrone, se questo non accade bisogna fare in modo che capiti. Alcuni cani possono magari scappare e girovagare ma, sempre con un obiettivo in testa, anche se non è detto che riescano a raggiungerlo.

In caso di cani che sono stati abbandonati, può succedere che vadano alla ricerca del loro precedente padrone. Bisognerà comunque metterlo alla prova lasciandolo libero, anche se questo potrebbe essere pericoloso. Se non dovesse rispondere al richiamo, non serve a niente rincorrerlo perché andrebbe ancora più lontano.

  1. In tal caso o si procede in un percorso alternativo oppure si aspetta il suo ritorno con premio, prima o poi il cane si abituerà al nuovo padrone.
  2. In generale il padrone deve trasmettere al cane il fatto che il richiamo non è una negazione bensì un modo per raggiungere più in fretta ciò che vuole e la disobbedienza, di contro, non porta ai risultati.

Il cane deve essere allenato a tali atteggiamenti quindi il padrone dovrà dedicare a lui del tempo per fargli capire tutto questo. L’’insegnamento del richiamo dipende un po’ dal cane, dal suo vissuto, da come si propone e così via. Un comando utile che può essere insegnato al cane è il “resta ”, che serve per farlo rimanere fermo e di fermarlo se si vuole muovere.

  1. Se il cane non accetta il comando, il padrone dovrà farlo indietreggiare comunicandogli l’’idea che disobbedire non conviene.
  2. L’insegnamento del comando “resta” è utile proprio per procedere poi con il richiamo, diciamo che le due cose sembrano particolarmente collegate.
  3. Se il cane risponde al richiamo, va premiato.

Alcuni animali sono abbastanza difficoltosi e non reagiscono all’insegnamento del richiamo, si tratta spesso di esemplari che hanno subìto violenze, picchiati o cose di questo tipo. In tali casi il cane si mostrerà impaurito e anche dargli il premio sarà difficile, si potrebbe provare lanciandogli qualche bocconcino.

Come mettere un cane in punizione?

Come Punire il Cane: 11 Passaggi (con Immagini) Quando il cane fa qualcosa di male, è importante punirlo nel modo giusto per fargli capire che quel comportamento è inaccettabile. La soluzione più efficace non è picchiarlo o urlare, ma smettere di prestargli attenzione e ignorarlo.

  1. 1 Correggi il comportamento del cane. Se si comporta male, segnalagli che sta prendendo la decisione sbagliata. Puoi dire qualcosa come: “Non lo farei se fossi in te” o “Ripensaci!”, in un tono bonario ma che lasci intendere che si tratta di un avvertimento. Deve significare: “Sei proprio sicuro di volerlo fare?”. Il cane imparerà a riconoscere sia il tono sia le parole.
    • Tieni a mente che il cane non intende disobbedirti o causare guai per farti un dispetto. Sta a te fargli capire che un certo comportamento è sbagliato e che non deve ripeterlo in futuro.
    • Reagisci subito ai cattivi comportamenti: le conseguenze devono arrivare immediatamente, altrimenti il cane non sarà in grado di associarle a quello che ha fatto.
  2. 2 Smetti di prestargli attenzione. Se continua a comportarsi male, voltagli le spalle o esci dalla stanza. Il cane è un animale sociale e ha bisogno di interagire con il resto del “branco”; andarsene o ignorarlo lo spingerà quindi a riconsiderare le proprie azioni. Intervenendo sul comportamento sbagliato non appena si presenta, puoi impedire che diventi un’abitudine.
    • Per esempio, se vuoi insegnargli un comando e si rifiuta di ubbidire, digli “Ripensaci!” e voltagli le spalle. Dovrebbe comprendere che ha commesso un errore. Girati di nuovo verso di lui e ripeti il comando; se non collabora, digli ancora una volta “Ripensaci!” e voltati. Continua così finché non arriva a capire che cosa vuoi che faccia.
  3. 3 Non premiare accidentalmente i comportamenti sbagliati. Alcune reazioni possono rinforzare le cattive abitudini: quando il cane agisce in un certo modo per attirare la tua attenzione, urlandogli contro o comunque interagendo con lui non faresti che premiare quell’azione e indurlo a ripeterla in futuro. Tieni a mente che anche i rimproveri possono essere percepiti dal cane come una ricompensa, perché sono comunque una forma di attenzione nei suoi confronti.
    • Per esempio, se viene colto di sorpresa dal suono del campanello e si mette ad abbaiare, non dargli retta: non ottenendo alcuna risposta da parte tua, imparerà a non abbaiare più quando suonano alla porta. Se invece gli urlassi di stare zitto, rinforzeresti accidentalmente il suo comportamento prestandogli attenzione; a quel punto, probabilmente continuerebbe ad abbaiare ogni volta che sente il campanello.
  4. 4 Non alzare la voce e non colpirlo. Le punizioni fisiche o verbali non sono un modo efficace per correggere il comportamento di un animale. Il cane imparerebbe soltanto a temerti. Per esempio, picchiarlo dopo che ha sporcato in casa potrebbe semplicemente spingerlo a diventare più discreto e a urinare di nascosto. Questo non farebbe che peggiorare la situazione, perché a quel punto dovresti perdere altro tempo a cercare le macchie di urina per pulirle.
    • Il cane non è in grado di capire le punizioni fisiche e verbali: l’unica cosa che otterresti con questi metodi è causargli dolore e confusione, pregiudicando così il vostro rapporto.
    • Quando si educa un cane, l’importante è fargli capire chiaramente che cosa si vuole da lui e continuare a correggerlo con pazienza invece di ricorrere alla forza.
  5. 5 Insegnagli a non mordere. Quella di mordere è sicuramente una cattiva abitudine che va corretta il prima possibile. Insegna al tuo cane che il morso può ferire le persone: quando usa i denti con troppo entusiasmo mentre giocate, lancia un strillo e ritrai subito la mano, quindi smetti di giocare per qualche minuto oppure esci dalla stanza. Negargli attenzioni e divertimento è una punizione che il cane è in grado di comprendere. Imparerà in fretta che un atteggiamento troppo irruente causa la fine del gioco e smetterà di comportarsi in quel modo.
    • In un cane adulto, il morso potrebbe indicare un’indole aggressiva; in quel caso, sarebbe difficile educarlo senza ricorrere a un aiuto professionale. Chiedi consiglio al veterinario o a un addestratore.

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  1. 1 Cerca di capire le cause del problema. Ricorda che i cani non si comportano male intenzionalmente. Se il tuo amico a quattro zampe fa qualcosa di sbagliato (che sia masticare le scarpe, distruggere i mobili quando sei via o ringhiare agli estranei), c’è una ragione; devi scoprire qual è per poter capire il suo comportamento e intervenire di conseguenza.
    • Se per esempio si accanisce sui mobili mentre sei fuori casa, probabilmente lo fa perché si annoia o soffre a stare lontano da te.
  2. 2 Rimuovi i fattori scatenanti. Una volta trovata la causa del cattivo comportamento, cerca di eliminarla o attenuarla in qualche modo. Magari hai scoperto che il cane abbaia perché è eccitato da qualcosa che vede in strada, come un passante o un’automobile; puoi provare a risolvere il problema chiudendo le tende.
    • Puoi anche cercare di ridurre le probabilità che venga colto di sorpresa o si spaventi, il che è all’origine di molti problemi comportamentali. Per esempio, se viene messo in allarme dal postino, confinalo nel retro della casa prima dell’arrivo della posta.
  3. 3 Premialo quando si comporta bene. Per quanto alcune forme di punizione siano utili, è ricompensandolo per le azioni corrette che gli insegnerai davvero a prendere buone abitudini. Quando gioca senza fare male, ubbidisce ai comandi o fa i bisogni nel posto giusto, usa il rinforzo positivo: offrigli dei bocconcini, digli “Bravo!” con un tono di voce allegro, fagli qualche carezza sulla testa o sulla pancia.
    • Premialo subito dopo l’azione per creare un’associazione positiva. Se la ricompensa arriva troppo presto o troppo tardi, il cane non capirà la relazione tra l’azione e il premio.
  4. 4 Assicurati che faccia abbastanza esercizio fisico. Quando un cane si annoia o rimane inattivo per troppo tempo, tende ad abbaiare di più. Se lo lasci per gran parte della giornata chiuso in casa, probabilmente si metterà ad abbaiare e saltare come un pazzo al tuo ritorno o una volta fuori. Cerca di farlo uscire per una passeggiata o una corsa di almeno un’ora tutti i giorni; se lo mantieni attivo, è meno probabile che insorgano comportamenti problematici.
    • Mettigli a disposizione un gran numero di giocattoli per quando deve rimanere dentro casa: lo terranno impegnato e costituiranno un’ottima alternativa a mobili e scarpe che non dovrebbe rosicchiare.
  5. 5 Stabilisci una routine. È anche possibile che il cane si comporti male perché è stressato o insicuro nell’ambiente che lo circonda. Puoi farlo sentire più tranquillo creando una semplice routine. Per esempio, se tende a urinare dove non dovrebbe, portalo regolarmente fuori, nello stesso posto e alla stessa ora, in modo che si abitui a fare i bisogni in quel luogo. Per insegnargli a non sporcare in casa puoi anche provare a usare un crate, cioè la gabbia da addestramento, sfruttando l’istinto del cane a tenere pulita la propria tana.
    • Dovresti anche dargli da mangiare e giocare con lui a orari regolari, in modo che abbia la certezza di ricevere cure e attenzioni: è meno probabile che cerchi di farsi notare da te con comportamenti distruttivi se sa che sta per arrivare il momento del gioco.
  6. 6 Chiedi aiuto quando necessario. Se non riesci a capire perché il tuo cane si comporta in un certo modo o se le sue cattive abitudini non migliorano, rivolgiti a un comportamentista cinofilo o uno psicologo per animali. Chiedi al veterinario di raccomandarti una persona qualificata e abilitata. Puoi anche chiedergli di controllare l’animale per verificare che il suo comportamento non sia dovuto a una patologia.
    • È particolarmente importante sottoporre il cane a una visita se si tratta di un esemplare anziano: per esempio, potrebbe urinare in casa per via di un problema di incontinenza. Il veterinario sarà in grado di formulare la diagnosi corretta e prescrivere la terapia più adeguata.

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  • Quando vuoi mostrare al cane che intendi ignorare il suo comportamento, evita qualunque contatto visivo: se si accorge che lo stai guardando, proverà ancora di più ad attirare la tua attenzione.
  • Invece di punirlo quando fa i bisogni dove non dovrebbe, cerca di cogliere i segnali con cui comunica il suo bisogno di uscire; nel caso non riesca a trattenersi, è sufficiente pulire con un detergente enzimatico per rimuovere l’odore.

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  1. The Power of Positive Dog Training. Pat Miller. Publisher: Howell Book House.
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  4. Don’t Shoot the Dog. Karen Pryor. Publisher: Ebury Press.
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Co-redatto da: Dog Trainer Professionista Questo articolo è stato co-redatto da, David Levin è il titolare di Citizen Hound, un’attività di dog walking professionale che si trova nella San Francisco Bay Area. Con oltre 9 anni di esperienza nel settore del dog walking e dell’addestramento cinofilo, la ditta di David è stata votata “Best Dog Walker SF” dal sito Beast of the Bay negli anni 2019, 2018 e 2017.

Citizen Hound è stato anche inserito al primo posto nella classifica dei “Dog Walker” dal quotidiano SF Examiner e dal sito A-List negli anni 2017, 2016 e 2015. Citizen Hound è orgoglioso del suo servizio clienti, delle cure riservate ai cani, delle sue competenze e della sua reputazione. Questo articolo è stato visualizzato 94 167 volte Categorie: Questa pagina è stata letta 94 167 volte.

: Come Punire il Cane: 11 Passaggi (con Immagini)

Cosa significa quando il cane scappa?

Perché il cane scappa? | Kippy Il primo motivo per cui il nostro amico a quattro zampe si potrebbe allontanare da casa è legato al suo istinto di riproduzione. Infatti se a poca distanza il nostro cane sente che c’è una cagnolina in calore potrebbe decidere di andare a cercarla e quindi allontanarsi da casa. Un’altra motivazione della fuga del cane è legata alla noia o al desiderio di esplorazione. Infatti la maggior parte dei cani vivono una vita sedentaria e monotona che mal si addice ad un animale che per sua natura è un esploratore. Per questo il nostro cane potrebbe decidere di allontanarsi da casa per andare a visitare posti e annusare il circondario, va ricordato che per la mentalità del cane l’allontanamento da casa è un episodio provvisorio nell’ordine di “vado a fare un giro e poi torno” non “me ne vado da casa” perché il cane è un animale sociale che ama stare con il proprio “branco”. Il cane scappa anche se spaventato o impaurito da un evento inaspettato. Durante un temporale o per il rumore di fuochi d’artificio il suo cervello potrebbe suggerirgli di scappare via dal pericolo che sente vicino. Se il cane è spaventato è confuso e la sua capacità di analisi del problema viene meno tanto da portarlo a fare azioni che normalmente non compirebbe. Infine è bene ricordare che i cani che hanno trascorso parte della loro vita in canili o rifugi oppure che hanno cambiato ambiente spesso hanno una tendenza alla fuga maggiore. Questo perché l’animale ha bisogno di tempo per ambientarsi e riconoscere un posto come la sua “tana” e se durante il periodo di transizione non viene monitorato a sufficienza potrebbe decidere di cercare di tornare al posto che reputava sicuro. Per ovviare a tutte queste possibili cause di fuga ricordiamo che tutti i cani vanno educati alla vita che svolgeranno, cioè abituati agli ambienti e alle persone, ai rumori e agli odori. Più al cane verranno mostrate situazioni diverse e verrà abituato ad affrontarle nel modo corretto meno il cane sarà portato a seguire il suo istinto in situazioni particolari.

Cosa fare quando il cane si offende?

Puoi cercare di tranquillizzare un cane stressato o ansioso offrendogli un biscottino, muovendoti lentamente e parlando in modo pacato, distogliendo lo sguardo e lasciandogli lo spazio di cui ha bisogno.

Come richiamare un cane scappato?

Premia il cane quando si ferma davanti al cancello, magari rafforzando il comando per cane ‘stop’, e ripeti l’esercizio aprendo il cancello più volte.

Come fanno gli animali a tornare a casa?

Ecco perché i cani che si smarriscono sanno sempre ritrovare la strada di casa Un nuovo studio ha dimostrato che quando i cani si smarriscono sono potenzialmente in grado di ritrovare la strada di casa grazie ai campi magnetici I cani hanno mille risorse e capacità, perlopiù conosciute dai loro amici umani ma di recente un nuovo studio ha dimostrato che quando i essi si smarriscono sono potenzialmente in grado di ritrovare la strada di casa grazie ai campi magnetici.

  1. Si tratta di uno studio rivoluzionario che coinvolge varie università ed enti di ricerca.
  2. Tra gli autori gli scienziati dell’Università ceca di scienze della vita e del Virginia Tech.
  3. Essi hanno monitorato per tre anni le capacità di “navigazione” di 27 cani da caccia appartenenti a 10 razze diverse.
  4. Gli animali sono stati dotati di un collare GPS e di una piccola telecamera e sono stati lasciati liberi di vagare nelle aree boschive.

Dopo un po ‘, essi venivano richiamati dai loro proprietari (nascosti alla loro vista) ma dovevano capire come trovarli. I cani hanno completato 600 corse totali. Dall’analisi del loro comportamento è emerso che tutti iniziavano i loro viaggi di ritorno dai proprietari grazie a una sorta di bussola interna.

  • La loro corsa verso casa infatti si allineava sull’asse magnetico nord-sud della Terra.
  • Ci aspettiamo che i cani possano trovare la strada per il proprietario seguendo il loro percorso di ritorno dei profumi (una strategia chiamata “tracciamento”) o che possano eseguire la vera navigazione, la capacità di tornare a casa su grandi distanze senza fare affidamento su punti di riferimento basati sul percorso o informazioni acquisite durante lo spostamento, una strategia che abbiamo definito “scouting” si legge nello studio.

Lo scouting consente di prendere scorciatoie e potrebbe essere più veloce ma richiede capacità di navigazione e, a causa di possibili errori, è rischioso. Proprio questo ha convinto i ricercatori, ormai certi che i cani usino la loro capacità di rilevare i campi magnetici per spostarsi nello spazio. Elife “Quando tornano dal proprietario (verso casa), i cani seguono la loro traccia in uscita (“tracciamento”) o usano una nuova rotta (“scouting “). La traccia durante lo scouting è iniziata principalmente con una breve corsa (circa 20 m) lungo l’asse geomagnetico nord-sud, indipendentemente dalla direzione effettiva verso casa.

La ricerca suggerisce che il campo magnetico può fornire ai cani un quadro di riferimento” universale “, fondamentale per la navigazione a lunga distanza e probabilmente è l’anello mancante nella nostra attuale comprensione del comportamento e della cognizione del cane.Scienza a parte, c’è da esserne contenti visto che i cuccioli sono sempre in grado di tornare da noi.Fonti di riferimento: LEGGI anche:

Riceverai via mail le notizie su sostenibilità, alimentazione e benessere naturale, green living e turismo sostenibile dalla testata online più letta in Italia su questi temi. : Ecco perché i cani che si smarriscono sanno sempre ritrovare la strada di casa

Quanto cervello usano i cani?

Cane o gatto: a parità di affetto, chi vince in intelligenza? All’eterno dibattito si aggiunge, ora, uno studio in più : questa volta, sul numero effettivo di neuroni della corteccia, la struttura più estesa ed esterna del cervello, deputata alle funzioni cognitive più complesse. I cervelli di sei carnivori degli otto considerati nello studio, in un’illustrazione. © Suzana Herculano-Houzel / Vanderbilt Negli altri animali. Una differenza significativa, quella trovata, anche perché quando le analisi sono passate agli altri carnivori, il numero di cellule nervose della corteccia non è parso proporzionato alle dimensioni del cervello. Per esempio un cervello di golden retriever contiene molti più neuroni corticali di quello di un orso bruno, anche se quello di quest’ultimo è tre volte più grande.

  1. Risparmio energetico.
  2. Nei grandi carnivori, il rapporto neuroni corticali-dimensioni del cervello è di fatto più basso : cacciare richiede molte energie, e i ritmi di approvvigionamento non sono mai certi.
  3. Il cervello richiede energia di continuo, e ne chiede in relazione al numero di neuroni che deve nutrire: ecco perché i ritmi della caccia e le risorse che essa dà limitano il numero totale di neuroni disponibili.

L’unica eccezione a questa regola è curiosamente rappresentata dal procione, che ha un cervello di dimensioni simili a quello del gatto, ma con un numero di neuroni paragonabile a quello dei cani. Fotogallery 10 prove sorprendenti di intelligenza animale Piccioni. I pennuti nostri concittadini sono in grado di riconoscere la propria immagine allo specchio con appena 5-7 secondi di ritardo, un’abilità simile a quella manifestata da un bambino di 3 anni. Altri studi hanno dimostrato che sono capaci di discriminare tra oggetti diversi e di imparare le regole astratte sui numeri (per esempio, che due è maggiore di uno), un’abilità che si pensava prerogativa dei primati. Maiali. La loro fama di animali sporchi rischia di offuscare notevoli doti cognitive. Non solo i maiali memorizzano velocemente la localizzazione e la quantità di cibo disponibile; sanno capire se un altro maiale ne ha trovato, seguirlo per approfittarne, accorgersi se sono seguiti a loro volta e far perdere le proprie tracce per mangiare indisturbati. Pesci rossi. Non solo non è affatto vero che abbiano una capacità di trattenere i ricordi di 3 secondi (un luogo comune che è stato smentito). I pesci rossi saprebbero addirittura insegnare informazioni ai loro simili. In esperimento, pesci rossi capaci di riconoscere i predatori perché cresciuti in libertà, hanno dimostrato di saper trasmettere la loro esperienza a pesci nati e vissuti in cattività: i pesci mostrano di imparare più facilmente, se possono seguire l’esempio di loro simili. Pecore. Sarebbe ora di smettere di definire “pecoroni” coloro che sono incapaci di scegliere, e preferiscono seguire la massa. Un esperimento dell’Università di Cambridge ha dimostrato che le pecore hanno capacità di apprendimento e adattabilità comparabili a quelle di roditori, primati e – in alcuni casi – a quelle umane.

Sarebbero anche in grado di pianificare attività in anticipo e costruire mappe mentali dei dintorni. Posti davanti a secchi di diversi colori, vuoti o contenenti cibo, gli ovini hanno dimostrato di saper imparare a quale colore fosse associata la presenza di cibo con la stessa rapidità di scimmie e uomo.

In un test ancora più difficile, hanno imparato ad associare la forma di un contenitore alla presenza di cibo con la stessa velocità di una scimmia “lenta” (e più velocemente di topi e ratti). Altre ricerche le vogliono capaci di distinguere le espressioni facciali umane. Polli. Anche l’intelligenza di un altro animale comunemente allevato merita di essere rivalutata. I polli hanno un sistema di comunicazione più articolato di quanto si pensi. In un esperimento pubblicato su Biology Letters, ad alcuni polli è stato fatto ascoltare il richiamo del cibo registrato da un loro simile.

Gli uccelli hanno reagito non con un semplice “urrà”, ma con richiami specifici che veicolavano l’informazione “nuovo cibo”, e interessavano solo gli uccelli non ancora sazi. Ai cibi più graditi (come il mais) è riservato un richiamo specifico: una funzione rappresentativa del linguaggio mai osservata prima di allora (era il 2006) in altri non-primati.

Altri esperimenti hanno dimostrato che i polli sanno contare da sinistra a destra. Foto: © WILLIAM OSBORN/Nature Picture Library/contrasto Polpi. Dell’intelligenza dei polpi abbiamo già avuto modo di scrivere diverse volte, Tra le più sorprendenti dimostrazioni della loro abilità nell’uso di strumenti vi è la capacità di recuperare noci di cocco o bivalvi ormai vuoti dal fondale marino e di trasportarli e assemblarli per ricavare un riparo.

Alcuni polpi ospiti di acquari e zoo hanno imparato ad afferrare oggetti dalla vasca e lanciarli contro il vetro o contro le lampade, causando corto circuiti. Altri esperimenti sembrerebbero mostrare che abbiano una preferenza per un dato tentacolo – così come l’uomo è destro o mancino – e che non usino semplicemente l’arto più vicino al loro scopo.

Foto: © Constantinos Petrinos/Nature Picture Library/contrasto Adv Ragni. Per costruire ragnatele come queste, che quattro anni fa hanno completamente avvolto gli alberi di un villaggio pakistano, servono abilità sociali e doti di cooperazione davvero notevoli. E se il pensiero di milioni di ragni che agiscono in modo coordinato non vi turba abbastanza, vi farà forse piacere sapere che alcuni, come il Portia labiata, una specie di ragno saltatore, sono in grado di apprendere dai propri errori. Serpenti. A lungo considerati goffi e con scarse capacità cognitive, i serpenti mostrano sorprendenti abilità di apprendere, quando si tratta di trovare una via di fuga. Alcuni scienziati dell’Università di Rochester (New York) hanno sistemato 24 serpenti del grano ( Elaphe guttata guttata ) in una vasca di plastica nera, disseminata di segnali tattili e visivi su come trovare la via d’uscita. Procioni. La maschera da “bandito” dei procioni nasconde un’intelligenza superiore a quanto si credesse. Popolari cavie da laboratorio nel 1900, questi mammiferi si sono riconquistati la libertà a suon di epiche fughe dalle gabbie e attraverso i condotti di ventilazione.

In un celebre esperimento del 1913, alcuni procioni, cani, ratti e bambini hanno dovuto memorizzare la posizione di una fra tre lampadine che periodicamente venivano accese (e associate a una ricompensa in cibo). I procioni, insieme ai bambini, sono stati gli unici animali a non aver bisogno di fissare continuamente la lampadina spenta per ricordarne la posizione.

Foto: © Duncan Usher/Minden Pictures/contrasto Adv Corvi. Sanno costruire attrezzi per nutrirsi, nasconderli al sicuro e poi ritrovarli, e risolvono problemi complessi con un’abilità maggiore di quella di bambini di 4 anni. Ma secondo alcuni, i corvi mostrano anche di possedere la “teoria della mente”, cioè la capacità di rappresentare e capire i processi di pensiero dei loro simili. 9 FOTO