I versi degli animali più famosi –
il cane: abbaia (abbaiare). Un modo di dire molto utilizzato con protagonista il cane è: ” can che abbaia, non morde! ” il gatto: miagola (miagolare). Un’altra espressione è: ” essere come cane e gatto ” ed è utilizzata per indicare di due persone che non vanno d’accordo e litigano sempre! il lupo: ulula (ululare). Il lupo è il famoso antagonista della favola “Cappuccetto Rosso”, e un’espressione molto popolare che lo coinvolge è : ” Il lupo perde il pelo, ma non il vizio “, che vuole significare che è molto difficile eliminare definitivamente le cattive abitudini! il leone/la tigre: ruggisce (ruggire) il tacchino: gloglotta (gloglottare) il coniglio: ziga (zigare) l’elefante: barrisce (barrire) l’orso: ruglia (rugliare) il cavallo: nitrisce (nitrire). Anche per il cavallo, c’è un proverbio popolare in Italia, ovvero: ” A caval donato non si guarda in bocca! “. Questa espressione significa che tutto quello che ci viene regalato è un dono che potrebbe tornarci utile, quindi non solo sarebbe cattiva educazione starne a giudicare la qualità, ma potrebbe anche essere controproducente, perché magari un giorno, potrebbe tornarci utile l’asino: raglia (ragliare) la giraffa: landisce (landire) il pavone: paupula (paupulare) la mucca: muggisce (muggire) l’anatra: starnazza (starnazzare) l’oca: schiamazza (schiamazzare) la gallina: chioccia (chiocciare). un bel detto che ha come protagonista la gallina fa: ” meglio un uovo oggi che una gallina domani “. Questo detto invita ad accontentarsi di quello che si ha, piuttosto che rinunciarci e rischiare per qualcosa che si potrebbe avere in futuro, ma che non è certo! il gallo: canta (cantare) il pulcino: pigola (pigolare) l’aquila/ il falco: grida / stride (gridare/stridere) il canarino: canta (cantare) l’insetto con le ali: ronza (ronzare)
E dulcis in fundo abbiamo la tartaruga qual è il verso della tartaruga? Non ha un verso! Bene, per oggi abbiamo concluso, però prima di andare, scriveteci quali sono i vostri animali e versi preferiti. Inoltre, come avete potuto leggere ci sono diversi detti che coinvolgono gli animali, ma se volete conoscerne di nuovi, allora guardate il nostro video sui proverbi italiani !
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Come si chiama il verso del cane che abbaia?
Versi del cane: cosa vogliono dire i versi del nostro amico a quattro zampe? – A ogni verso corrisponde un significato e spesso non solo uno. Ci sono sovente diverse motivazioni che portano il cane a emettere un suono piuttosto che un altro. Ecco i più comuni, ovvero quelli con cui tutti i padroni di cani faranno prima o poi i conti.
Abbaio. Per comunicare, il cane abbaia e lo fa sia per esprimersi verso gli umani, sia per comunicare con gli altri animali. Quando un cane abbaia potrebbe voler dire molte cose, o potrebbe anche abbaiare semplicemente per attirare la nostra attenzione. L’ideale sarebbe non sottovalutare mai l’abbaio di un cane, perché sta cercando di dirci qualcosa e potrebbe essere molto importante, come comunicare un pericolo imminente, ma anche esprimere tutto l’affetto che prova per noi. Ringhio. Nella quasi totalità dei casi, il cane che ringhia lo fa perché ha paura o per dimostrare aggressività. Il cane che ringhia sta comunicando che in quel momento c’è una situazione potenzialmente di pericolo e lui si sente in dovere di attirare l’attenzione del padrone in questo modo. Quante volte capita di sentire ringhiare il cane quando un estraneo entra in casa? Piagnucolio. Anche i cani piangono. Nei momenti in cui si sentono più angosciati o quando hanno necessità di comunicare un disagio o un malessere, i cani emettono un suono che è proprio un reale piagnucolio. A piagnucolare maggiormente sono i cani cuccioli che lo fanno per richiedere cure e attenzioni. Ma anche cani particolarmente stressati o cani che tendono a spaventarsi tanto possono piagnucolare molto spesso. Ululato. Uno dei versi che può capitare di sentire con frequenza è quello dell’ululato, esattamente come fanno i lupi. Il motivo che porta il cane a esprimersi attraverso l’ululato può essere una necessità di comunicare ad altri che quello è il suo territorio, o può anche essere un verso emesso in risposta a rumori forti come boati o sirene.
Come si chiama il lamento del cane?
L’ululato: in cosa è diverso dall’abbaio del cane – Se l’abbaio del cane è il suo modo per comunicare diversi messaggi, l’ ululato è invece un lamento preciso, un bisogno assoluto di qualcosa o di qualcuno. Il cane può utilizzarlo quando viene lasciato solo per molto tempo per comunicare il bisogno d’affetto o la mancanza di qualcosa, come per esempio un gioco.
- Può ululare anche se recluso in ambienti stretti, bui, che lo costringono all’immobilità.
- In natura l’ululato viene utilizzato dai lupi per riunire il branco, in modo da non rimanere soli, oppure come richiamo d’amore.
- Anche i cani maschi possono ululare in “risposta” ai ferormoni femminili che sentono nell’aria.
Capita spesso di udire i cani ululare anche in presenza di alcuni stimoli come il rintocco delle campane, le sirene di ambulanze, il fischio del treno, lo squillo del telefono: questi suoni hanno una frequenza paragonabile a quella di un ululato a cui il cane vuole rispondere.
Cosa emette il cane?
Il cane può emettere latrati brevi e acuti per salutare il padrone o un suo simile. Quando invece il latrato è ripetuto e insistente, oppure senza controllo, il nostro amico vuole segnalarci un pericolo, magari per aver individuato presenze o movimenti sospetti.
Come si chiamano i versi di tutti gli animali?
“Il Coccodrillo come fa?”. Impariamo i versi degli animali di Federico Vinattieri Articolo un po’ inusuale, che diverge da gli scritti un po’ più impegnativi che vi aspettereste da me, ma ritengo che queste nozioni abbiano comunque la loro importanza e che debbano far parte del bagaglio culturale di un allevatore, di un veterinario, di un insegnante, di uno scrittore, di un appassionato del Regno Animale.
Quante volte abbiamo sentito i bambini imitare i versi degli animali, ma poche volte riusciamo a ricordarci quale sia il giusto termine che indica quel verso. Tutti sappiamo che il cane “ABBAIA”, il gatto “MIAGOLA” e il lupo “ULULA” ma i termini che indicano i versi di animali come la Rana, l’Oca, il Tacchino, il Coniglio o la Balena quelli ve li ricordate? Penso che la maggior parte di voi non li rammentano.
Si tratta di termini italiani, che ovviamente non hanno alcun significato una volta usciti dal nostro Paese, ma son termini pur sempre importanti da sapere, sia per un amante della letteratura, sia per chiunque abbia a che fare con il settore zootecnico.
Il mio ex-Professore di Zootecnica, quando frequentavo l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, pretendeva che sapessimo tutti questi nomi, e ricordo bene che dedicò alcune sue lezioni proprio a questo argomento, che poi ci veniva puntualmente richiesto durante le interrogazioni in classe. Alcuni di questi termini sono, come possiamo immaginare, onomatopeici; cosa si intente per “onomatopeici”? Si intende quel fenomeno che si riproduce quando i suoni di una parola descrivono o suggeriscono acusticamente l’oggetto o l’azione che significano.
L’onomatopea è quindi una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato a un qualcosa a cui si vuole fare riferimento, nel nostro caso al suono del verso dell’animale, mediante un procedimento iconico tipico del fonosimbolismo.
L’esempio più palese è quello del verso della Cornacchia, che si dice “GRACCHIA” il suono di questa parola, riconduce subito al ” Grack Grack ” del suo tipico e inconfondibile verso, che siamo abbastanza abituati ad udire un po’ ovunque oramai. Seguendo l’esempio onomatopeico della Cornacchia, possiamo comprendere da dove sono derivati tanti altri nomi.
Ad esempio la Mucca “MUGGISCE”, il Topo “SQUITTISCE”, il Maiale ed il Cinghiale “GRUGNISCONO” o “STROGOLANO”, il Cavallo “NITRISCE” o “SBUFFA”, la Rana “GRACIDA”, la Capra e la Pecora “BELANO”. Questi sono tutti nomi estratti dal suono inconfondibile del loro verso/richiamo.
- Ma addentriamoci sul difficile Chi di voi sà dire il nome del verso del Furetto? Sono pronto a scommettere che nessuno o pochissimi di voi ha saputo rispondere subito.
- Ebbene, il Furetto “POTPOTTA”, sì esatto avete capito bene una parola abbastanza difficile da ricordare, ma sì sa, l’italiano è una lingua piuttosto complessa e variegata.
Il Pipistrello? “STRIDISCE”. L’Asino? Questo è piuttosto facile, l’Asino “RAGLIA”! Ok, visto che le sapete tutte, allora domanda da 1 milione di dollari: Quali sono gli animali che “BRAMISCONO”? Difficile, ma vanno saputi: Alce, Cervo e Orso. L’Orso “RUGLIA” anche. Sul verso del Cammello ci sono state in passato molte discussioni su come poter definire un simile effetto acustico strano e difficile anche da riprodurre; attualmente il verso di questo particolare animale è definito il “RUMMEL”, che dovrebbe esser tratto dal fonema più frequentemente usato tra i Camelidi.
Ad ogni modo non è scorretto neanche dire che il Cammello “BRAMISCE”. Il Bufalo “MUGGISCE” proprio come la Mucca, il Coyote e lo Sciacallo “ULULANO” e “LATRANO”, proprio come il Lupo, ed il Montone “BELA” proprio come la Capra e la Pecora. Animali da cortile: la Colomba “TUBA”, l’Oca “STARNAZZA”, il Tacchino “GORGOGLIA” o “GLOGLOTTA”, l’Anatra “CROCCHIA”, il Coniglio “ZIGA”.
Uno dei pochissimi esempi in cui il verso del maschio e della femmina della stessa specie sono definiti con termini differenti, è il seguente: il Gallo “FRINISCE” o “CANTA”, e la Gallina “SCHIAMAZZA” oppure “CHIOCCIA”. Il Pulcino invece “PIGOLA”. L’antagonista per eccellenza degli animali da cortile è la Volpe, che furtiva e silenziosa, “GUAISCE”, “GAGNOLA” e “GANNISCE” meno possibile in prossimità delle sue prede. Poi ci sono animali a cui sono stati abbinati più versi Il Cane ne è l’esempio più palese: “ABBAIA”, “GUAIOLA”, “GUAISCE”, “LATRA”, “MUGOLA”, “RINGHIA”, “UGGIOLA”, “ULULA”, e così via Il Gatto lo stesso: “MIAGOLA”, “USTOLA”, “RONFA”, “FA LE FUSA”, “GNAOLA”, ecc Probabilmente è solo perché li conosciamo meglio di tutti gli altri, essendo gli animali domestici più diffusi, ma se si va ad indagare nel Regno Animale, si noterà presto che ad ogni specie non corrisponde un unico verso, come ci hanno abituato a recepire fin da bambini, ma una moltitudine di richiami, un vero e proprio linguaggio che noi non sappiamo ovviamente decifrare e non ci siamo neanche presi la briga di classificare con termini linguistici appropriati.
- Ma torniamo alla nostra curiosa terminologia italiana Vi è mai capitato in un Documentario di udire il “canto delle Balene”? Ebbene sì, la Balena “CANTA”.
- I più fortunati lo hanno sentito anche dal vivo e vi invidio molto.
- Vediamo ora i versi degli uccelli, che mi stanno particolarmente a cuore, essendo un appassionato ornitofilo.
I Versi degli uccelli, lo sappiamo, sono un infinito repertorio di suoni, che è molto difficile definire con una sola parola, pertanto per molte specie non vi è un termine preciso per descriverne il verso. Nella letteratura per gli uccelli ci siamo proprio sbizzarriti.
L’Allodola “TRILLA” o “CANTA”; L’Alzavola “CIGOLA”; L’Aquila “GRIDA”; L’Assiolo “CIURLA”; L’Avvoltoio “PULPA”; Il Canarino “CANTA”, in questo caso sarebbe impossibile attribuirne un verso onomatopeico, in quanto il canto del canarino maschio è una vera e propria composizione di svariati gorgheggi e fischi di varie intensità. La Capinera “CINGUETTA” o “GORGHEGGIA”; Il Cardellino “TRILLA”; Il Cigno “STRIDE”; La Civetta “STRIDISCE”; Il Fringuello “CHIOCCOLA”; Il Gabbiano “GARRISCE”; La Ghiandaia “GRIDA”; Il Gufo “BUBOLA”; Il Merlo “FISCHIA”, “ZUFOLA”, “CHIOCCOLA”; Il Pappagallo “CIANGOTTA”, ma a volte “PARLA”; Il Passero “CINGUETTA”, “PISPIGLIA” a anche “SCHIAMAZZA”; Il Pavone “PAUPULA”; Il Pettirosso “CHICCOLA” o “SPITTINA”; Il Piccione “TUBA” o “GRUGA”; La Quaglia “STRIDE”; Il Rigogolo “FISCHIA”; La Rondine “GARRISCE”, “ZINZILULA”, “CINGUETTA”; Il Rondone “GARRISCE”; Lo Storno “FISCHIA”; Il Tordo “ZIRLA”; La Tortora “GRUGA”; L’Usignolo “GORGHEGGIA”.
Questi sono un po’ i più importanti da sapere, ma ce ne sarebbero molti altri da poter elencare. Gli insetti sono tantissimi, ma non vi è mai stata una gran voglia degli autori di definirne i suoni Nella maggior parte dei casi ci si limita a scrivere “RONZA”, come nel caso della Zanzara, della Mosca o del Calabrone. Per l’Ape si è arrivati a dire “BOMBISCE”.
“FRINISCE” per il Grillo e la Cicala.La Cavalletta invece “ZILLA”.Per la Zanzara si può usare anche il termine “ZUFOLA”.
Veniamo ora ai Rettili, che sappiamo essere per lo più silenziosi, come le Tartarughe, che emettono suoni solo nell’atto amoroso. Tra tutti i Rettili, i Serpenti sono forse quelli più rumorosi, il verso che sovente viene abbinato al Serpente è il suo flebile sibilo, quindi “SIBILA” è il verso corretto da scrivere.
E il Coccodrillo? E’ finalmente arrivato il momento di svelare l’arcano del celebre brano che vinse la 36° edizione dello Zecchino d’Oro. Cari miei ragazzi, il Coccodrillo “TRIMBULA”!! Non ve lo dimenticate Spero con queste curiosità linguistiche legate al mondo animale, di aver contribuito a divertirvi, ma anche ad arricchire le vostre conoscenze della nostra lingua italiana, con questi importanti termini zootecnici, che ribadisco, sembrano insulsi, talvolta anche ridicoli, ma son pur sempre importanti da ricordare.
Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – – – ). : “Il Coccodrillo come fa?”. Impariamo i versi degli animali
Che verso fa il cane quando è arrabbiato?
Grugnito lento e grave : fai attenzione perché il cane è arrabbiato e minaccioso. Ti sta dicendo: ‘Via dal mio spazio’. Grugnito con abbaio: in bassa tonalità, è un segno di aggressività o di allarme; in alta tonalità significa sfiducia.
Come comunica il cane?
Il cane manifesta e comunica le proprie emozioni e gli stati d’animo attraverso la mimica facciale (testa, orecchie, occhi e bocca), la postura (zampe e posizione o movimento della coda) e le vocalizzazioni (guaito, abbaio e ululato).
Qual è il verso delle galline?
Ma come si chiama il verso della gallina? – In generale si usa dire che la gallina chioccia (o crocchia ), ovvero emette il verso del chiocciare (o crocchiare ). Il chiocciare (o crocchiare) è il caratteristico verso emesso dalla gallina per richiamare i pulcini o quando vuole esprimere un bisogno.
versi degli animali
Come si chiamano i versi degli animali?
verso del gallo
Come si chiama il verso del gallo?
verso del cavallo
Come si chiama il verso del cavallo?
dove vive la giraffa
Ti sei mai chiesto dove vive la giraffa?
nitrire
Come si chiama l’animale che nitrisce?
come si chiamano i baffi del gatto
Ti sei mai chiesto come si chiamano i baffi del gatto?
verso del corvo
Come si chiama il verso del corvo?
verso del piccione
Come si chiama il verso del piccione?
verso del cervo
Come si chiama il verso del cervo?
verso del serpente
Come si chiama il verso del serpente? Studia con noi
Come si chiama il verso che fa l’elefante?
Etimologia dal latino barrire, da barrus ‘elefante’, voce di origine indiana. Questa è una parola con cui abbiamo familiarità fin da bambini, quando i versi degli animali ci entusiasmano: il grillo frinisce, il corvo gracchia, l’elefante barrisce. Ma forse ci sfugge che la storia del barrito è la storia del rapporto con l’alieno — ed è un punto rilevante anche negli usi estensivi di questo verbo.
Il verbo latino barrire deriva da barrus, ‘elefante’, ma non siamo davanti a una parola nostrana. A ben vedere lo stesso termine ‘elefante’ in latino era èlephas, termine ripreso dal greco eléphas, i cui trascorsi precedenti sono piuttosto misteriosi e dibattuti: nemmeno i Greci avevano grande dimestichezza con gli elefanti, le prime cognizioni più strutturate arrivano con le conquiste di Alessandro Magno e le riflessioni di Aristotele.
E i Romani, figuriamoci: la prima volta che videro degli elefanti fu in battaglia, ed erano quelli di Pirro, re dell’Epiro (siamo circa nel 280 a.C.); e quando li videro ancora non avevano per loro il nome di èlephas né quello di barrus. Inventarono lì per lì quello di ‘ Luca bos ‘, ossia ‘bue della Lucania’, o ‘vacca della Basilicata’.
- Sul serio.
- Dopotutto, lì è dove li incontrarono per la prima volta, presso l’antica Eraclea (vicino all’odierna Policoro), e i bestioni più bestioni che fino ad allora avevano conosciuto erano i buoi, quindi Be’, non è facile inventare un nome diverso per l’elefante con i soli termini offerti dalla propria fattoria.
Il nome barrus arrivò insieme agli elefanti dall’India, in periodi successivi in cui Roma si affacciò alla globalizzazione — e molti studiosi, oltra a evidenziare una certa rete di nessi con nomi omologhi di lingue indiane, ne adombrano l’origine onomatopeica, in effetti propria di verbi e nomi di molti versi d’animale.
- Ciò che è curioso è che il barritus, il verso dell’elefante, fu usato per descrivere prima un particolare grido intonato di battaglia dei barbari germanici, e poi la versione riveduta e corretta di questo grido adottata dall’esercito romano stesso.
- Un’eco davvero speciale di quei barriti che secoli prima precedevano le cariche di Pirro e di Annibale, e che l’esercito romano lo scompigliavano.
Nel clamoroso verso dell’elefante, nel fragoroso squillo delle trombe che i Romani impararono a usare per far imbizzarrire quelli portati in battaglia, nel grido modulato dalle legioni del tardo impero, così come nel clacson dell’autoarticolato e nel boato del macchinario che monta a regime, sentiamo il barrire: vociare alieno, terribile, suggestivo,
Come si chiama il verso che fa la giraffa?
6 / 11 – Verso della giraffa Il mammifero più alto del pianeta è un animale molto silenzioso, incline a pochi vocalizzi. Quando lo fa, landisce. Il verso della giraffa, infatti, è detto landito : ascoltandolo suona simile al miagolio di un gatto di pessimo umore.
Cosa vuol dire quando il cane ti tocca con la zampa?
Mica solo noi italiani gesticoliamo. Anche i cani di tutto il mondo ne sono capaci, a modo loro. Il “pawing” è a tutti gli effetti una forma di comunicazione. E se anche tu ti stai chiedendo cosa vuole dirti il tuo cucciolo quando ti tocca con la sua zampa, sei nel posto giusto.
Richiamare l’attenzione I cani, come gli umani, parlano anche con le zampe. Nella sua forma più elementare, quando il tuo cane ti tocca con la zampa è per attirare la tua attenzione senza per forza abbaiare. Insomma, è un modo per iniziare una comunicazione, uno scambio, che potrebbe corrispondere al nostro toccare sulla spalla qualcuno per farlo girare verso di noi.
Quindi, quando il tuo cane alza la zampa per toccarti sta facendo una scelta. La domanda è: perché? Lode rafforzativa Il motivo più plausibile, secondo alcuni esperti di comportamento animale, è che glielo abbiamo insegnato noi a farlo. Quando il tuo cane ti porge la sua zampa è probabile che tu reagisca positivamente. A volte offrirai anche una ricompensa, come una lode o dell’affetto fisico, e questo lo incoraggerà a farlo ancora (e ancora, e ancora).
Quando il cane fa i dispetti?
Cosa significa quando il cane fa i “dispetti”? – Fare pipì e cacca, distruggere mobili, abbaiare o ululare quando il proprietario non è in casa, oltre allo svuotamento dei secchi dell’immondizia, sono manifestazioni esterne di uno stato emotivo molto turbato,
Perché il cane si morde la coda e gira su se stesso?
Il cane si morde la coda perché è stressato Non è un comportamento comune e va corretto il prima possibile: può trattarsi di un problema di comportamento o di salute mentale e quindi campanello d’allarme di una condizione di stress. Rivolgiamoci al nostro veterinario di fiducia e chiediamogli consiglio!
Quando il cane urla di dolore?
Cause di dolore articolare: l’artrosi – Il motivo per cui un cane (ma sempre più spesso anche nei gatti) ha dolore cronico articolare è l’ artrosi, un fenomeno degenerativo che si può instaurare a livello di una o più articolazioni, Queste, si usurano con il tempo instaurando un’ infiammazione al loro interno che provoca dolore.
I cani vivono (per fortuna) sempre più a lungo e per questo motivo sono soprattutto gli anziani a soffrirne ma anche i giovani possono esserne soggetti, L’artrosi è una malattia cronica in cui le cartilagini articolari si danneggiano e sono dolenti a causa di fenomeni infiammatori degenerativi che si instaurano all’interno dell’articolazione tutta.
Le cause possono essere diverse
malattia congenita (come la o la lussazione della rotula) che provocano un malfunzionamento dell’articolazione instabilità articolare (per alterazione dell’attività dei legamenti) carico eccessivo (, esercizi troppo pesanti o precoci rispetto allo sviluppo del cane).
In sintesi, ciò che accade all’interno di una articolazione è che il carico sulla cartilagine è eccessivo, questa rimane schiacciata e si assottiglia, L’ osso sottostante reagisce producendo tessuto che dovrebbe compensare la mancanza di cartilagine ma il tessuto neoformato è anelastico e quindi, come tale non riesce ad avere la stessa funzione nell’articolazione.
Chi fa cra cra?
I versi degli animali
Animale | Verso | Verbo |
---|---|---|
Piccione | gru gru | tuba |
Pulcino | pio pio | pigola |
Rana | cra cra | gracida |
Serpente | sssssss | sibila |
Quando il cane abbaia e ulula?
Perché i cani ululano? – L’ululato è un comportamento profondamente radicato. L’ululato di un cane, simile a quello di un lupo, è un grido triste, forte e prolungato. È diverso dal latrato, tipicamente breve ed esplosivo. Un cane può ululare per alcuni degli stessi motivi per i quali lo fanno i lupi.
Per avvisare il branco. Come i lupi, i cani ululano per segnalare agli altri la propria presenza, per richiamare il branco e per lanciare un richiamo sociale, in particolare quando si sentono soli, come riporta Petpassion.tv, Questo è vero non soltanto per i cani selvatici che si muovono realmente in branco ma anche per i cani domestici, che considerano la propria famiglia umana e chi se ne prende cura il proprio branco. Questo potrebbe spiegare perché il tuo cane ulula quando tu o un altro membro della tua famiglia vi allontanate per un po’ da casa. Per allontanare i predatori e mettere in chiaro qual è il proprio territorio. I cani ululano per dichiarare il loro territorio ai cani rivali e a potenziali minacce, oltre che per allontanarli. Ciò potrebbe spiegare perché l’ululato di un cane può far sì che tutti i cani del vicinato inizino a ululare: ognuno di loro informa gli altri di chi occupa ciascun territorio.
In risposta a un rumore. Il tuo cane potrebbe ululare in risposta a un vicino allarme o sirena, a uno strumento musicale, a un suono alla televisione o al tuo stesso canto. Sebbene questo possa significare che sta protestando perché non ama il rumore, potrebbe anche voler dire che gli piace e che desidera partecipare! Per esprimere le sue emozioni. I cani possono ululare per esprimere un’ampia gamma di emozioni, tra cui trionfo, entusiasmo, paura, solitudine, irritazione, tristezza e ansia. Come spiega il sito DoctorVet, alcuni cani ululano quando sono stressati per l’ansia da separazione dal proprietario. Per esprimere dolore. I cani che provano dolore fisico o disagio potrebbero ululare per far sapere al loro proprietario che hanno bisogno di attenzione. Se non ti è chiaro perché il tuo cane sta ululando, è una buona idea controllare eventuali segni di dolore. Se continua a ululare e non riesci a comprendere il perché, rivolgiti al tuo veterinario.
Probabilmente noterai anche che il tuo cane ama alzare la testa verso il cielo per i suoi vocalizzi. Sono vari i motivi per i quali i cani inclinano la testa, ma non si sa molto sul perché a volte “ululano alla luna.” Molti ipotizzano che ciò sia dovuto al fatto che in questo modo distendono le corde vocali e ottengono un maggiore flusso d’aria dal petto per emettere questo tipo di vocalizzazione.