Come si trasmette la leishmaniosi da cane a uomo? – La leishmaniosi è un tipo di malattia che si trasmette attraverso un vettore (zoonosi indiretta), La trasmissione infatti non può avvenire per contatto diretto da cane a uomo ma solo attraverso un insetto che fa da vettore (pappatacio o flebotomo).
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Come prevenire la leishmaniosi nell’uomo?
COME SI PREVIENE Al momento non esiste un vaccino contro la leishmaniosi. Il modo migliore per i viaggiatori per prevenire l’infezione è proteggendosi dai morsi dei flebotomi (pappataci).
Come si diagnostica la leishmaniosi nell’uomo?
Sintomatologia della leishmaniosi – Nella leishmaniosi cutanea si sviluppa una lesione cutanea ben delimitata nella sede della puntura del flebotomo, generalmente entro alcune settimane-mesi. Lesioni multiple possono manifestarsi dopo punture infettanti multiple o in caso di diffusione metastatica.
Il loro aspetto varia. La lesione iniziale spesso consiste in una papula che si ingrandisce lentamente, si ulcera centralmente e sviluppa una lesione a bordi eritematosi, sollevati, dove si concentrano i parassiti intracellulari. Le ulcere sono in genere indolenti e non causano sintomi sistemici a meno che non si infettino secondariamente.
Le lesioni guariscono spontaneamente dopo alcuni mesi ma possono persistere per anni. Lasciano una cicatrice depressa, simile a una bruciatura. Il decorso dipende dalla Leishmania spp infettante e dallo stato immunitario dell’ospite. La leishmaniosi mucosale causata da L.
Braziliensis e dai microrganismi correlati tipicamente inizia con una o più ulcere cutanee primitive. La diffusione alla mucosa attraverso i vasi linfatici e il flusso sanguigno si verifica probabilmente all’inizio dell’infezione. Le lesioni cutanee guariscono spontaneamente; ma le lesioni della mucosa progressiva possono non manifestarsi per mesi o anni.
Tipicamente, i pazienti presentano naso chiuso, rinorrea e dolore. Nel corso del tempo, l’infezione può progredire, causando mutilazioni grossolane del naso, del palato, della faringe orale, o del volto. Nella leishmaniosi viscerale, le manifestazioni cliniche in genere si sviluppano gradualmente nel corso di settimane o mesi dopo l’inoculo del parassita ma possono essere acute.
Si manifestano febbre irregolare, epatosplenomegalia, pancitopenia e ipergammaglobulinemia policlonale con inversione del rapporto albumina:globulina. In alcuni pazienti compaiono due picchi febbrili al giorno. Le lesioni cutanee si verificano raramente. Cachessia e decesso si verificano entro pochi mesi-anni nei pazienti con infezioni progressive.
I pazienti con infezioni asintomatiche, autolimitanti e i sopravvissuti (dopo trattamento efficace), diventano resistenti a successivi attacchi a meno che non presentino una compromissione dell’immunità cellulo-mediata (p. es., per AIDS). Si può verificare una recidiva anni dopo l’infezione iniziale.
- La leishmaniosi dermica post kala azar può svilupparsi dopo il trattamento per la leishmaniosi viscerale nei pazienti di Sudan e India.
- Essa è caratterizzata da lesioni cutanee piane o nodulari che contengono molti parassiti.
- Nei pazienti in Sudan, queste lesioni si sviluppano alla fine o entro 6 mesi dalla terapia e si risolvono spontaneamente alcuni mesi fino a un anno dopo.
Nei pazienti in India e nei paesi limitrofi, le lesioni cutanee si sviluppano di solito da 1 a 2 anni dopo la fine della terapia e possono durare per molti anni. Le lesioni di leishmaniosi dermica post kala-azar si ritiene fungano da serbatoio per la diffusione dell’infezione in queste aree.
Microscopia ottica di campioni di tessuto, apposizioni o aspirati colorati con Wright-Giemsa o Giemsa Titoli degli anticorpi per leishmaniosi viscerale, ma non per leishmaniosi cutanea o muscolare Coltura (sono necessari particolari terreni di coltura speciali) Esami basati sulla reazione a catena della polimerasi
I parassiti sono di solito difficili da ritrovare ed isolare in coltura dalle biopsie delle lesioni delle mucose. I microrganismi che causano la leishmaniosi cutanea semplice possono essere differenziati da quelli in grado di causare la leishmaniosi mucosale in base all’area geografica di acquisizione, all’utilizzo di specifiche sonde a DNA o all’analisi dei parassiti in coltura.
- I test sierologici possono aiutare a diagnosticare la leishmaniosi viscerale; alti titoli di anticorpi contro un antigene ricombinante della leishmania (rk39) sono presenti nella maggior parte dei pazienti immunocompetenti con leishmaniosi viscerale.
- Ma gli anticorpi possono essere assenti nei pazienti con AIDS o altre condizioni di immunocompromissione.
Gli esami sierologici per la ricerca di anticorpi anti-Leishmania non sono utili a diagnosticare una forma cutanea di leishmaniosi. Esami basati sulla PCR (Polymerase Chain Reaction) di aspirati di midollo osseo, milza o linfonodi in pazienti con leishmaniosi viscerale o aspirati o apposizioni da una lesione cutanea aiutano a diagnosticare la leishmaniosi.
La terapia farmacologica dipende dalla sindrome clinica e da altri fattori Per l’infezione cutanea, trattamento topico, iniezione di stibogluconato di sodio o di paromomicina topica al di fuori degli Stati Uniti o terapia termica o crioterapia Per il trattamento sistemico di leishmaniosi cutanea, mucosale, o viscerale, amfotericina liposomiale EV o miltefosina per via orale In alternativa, anfotericina B desossicolato EV o antimoniali pentavalenti (stibogluconato di sodio, antimoniato di meglumina) EV o IM se è probabile che la specie di Leishmania infettante sia suscettibile
Il trattamento della leishmaniosi è complicato. L’approccio terapeutico dipende da quanto segue:
Sindrome clinica Leishmania spp infettante Posizione geografica di acquisizione Probabilità dell’organismo di suscettibilità ai farmaci antileishmania Stato immunitario dell’ospite
Il trattamento della leishmaniosi cutanea può essere topico o sistemico, a seconda della lesione e del microrganismo causale. Se una lesione è piccola, tende a guarire spontaneamente e non è causata dalla Leishmania spp che associata alla leishmaniosi mucosa, può essere strettamente controllata, piuttosto che trattata.
Il trattamento topico è un’opzione per le lesioni piccole e non complicate. L’iniezione intralesionale di stibogluconato sodico è stata usata per molti anni per leishmaniosi cutanea in Europa e in Asia; al momento non è disponibile negli Stati Uniti per l’uso intralesionale. Altre opzioni topiche includono la terapia termica, che richiede un sistema specializzato per la somministrazione e la crioterapia; entrambe possono essere dolorose e sono praticabili soltanto quando utilizzate per il trattamento di piccole lesioni.
Inoltre, la paromomicina topica viene utilizzata al di fuori degli Stati Uniti come un unguento che contiene il 15% di paromomicina e il 12% di metilbenzetonio cloruro in soluzione di paraffina. La terapia sistemica è utilizzata in pazienti che hanno i seguenti:
Infezione da L. braziliensis o microrganismi correlati associati alla leishmaniosi mucosale Leishmaniosi cutanea complessa con lesioni multiple, estese, diffuse o sfiguranti Immunità cellulo-mediata compromessa
La miltefosina, che ha il vantaggio della somministrazione per via orale, può essere efficace per la leishmaniosi cutanea, in particolare quando causata dalla Leishmania braziliensis, dalla Leishmania guyanensis, e dalla Leishmania panamensis, La miltefosina è dosata in base al peso corporeo: pazienti da 30 a 44 kg, 50 mg per via orale 2 volte/die per 28 giorni; ≥ 45 kg, 50 mg per via orale 3 volte/die per 28 die.
- Gli effetti avversi comprendono nausea, vomito, ipertransaminasemia transitoria e vertigini.
- La miltefosina è controindicata durante la gravidanza; le donne in età fertile che assumono questo farmaco devono utilizzare misure di controllo delle nascite efficaci.
- Gli antimoniali pentavalenti (stibogluconato di sodio, antimoniato di meglumina) devono essere usati solo se è probabile che l’infettante Leishmania spp sia suscettibile.
L’antimoniato di meglumina (un antimoniale pentavalente) viene utilizzato in America Latina. Le dosi di entrambi variano in base al contenuto di antimonio pentavalente 20 mg/kg EV (necessaria infusione lenta) o IM 1 volta/die per 20 giorni. Gli effetti avversi comprendono nausea, vomito, malessere generale, elevazione delle amilasi e/o degli enzimi epatici e cardiotossicità (aritmie, depressione della funzionalità miocardica, insufficienza cardiaca, alterazioni dell’ECG, arresto cardiaco).
- L’incidenza di effetti avversi aumenta con l’età.
- Il farmaco viene interrotto se i pazienti sviluppano cardiotossicità.
- Le alternative comprendono gli azoli (p.
- Es., fluconazolo).
- Fluconazolo 200 mg per via orale 1 volta/die per 6 settimane è comunemente inefficace, ma in alcune aree il successo è stato riportato con dosi giornaliere più elevate.
La leishmaniosi cutanea diffusa è relativamente resistente al trattamento. Il trattamento ottimale è incerto. Studi recenti suggeriscono che l’ amfotericina B liposomiale con una dose cumulativa compresa tra 20 e 60 mg/kg o miltefosina dosata in base al peso corporeo: pazienti da 30 a 44 kg, 50 mg per via orale 2 volte/die per 28 giorni; ≥ 45 kg, 50 mg per via orale 3 volte/die per 28 giorni sono spesso efficaci, ma i dati sono limitati.
Gli effetti avversi della miltefosina comprendono nausea, vomito, aumenti transitori delle aminotransferasi e vertigini; il farmaco è controindicato durante la gravidanza, quindi le donne in età fertile che assumono questo farmaco devono utilizzare misure di controllo delle nascite efficaci. Storicamente, sono stati utilizzati antimoniali pentavalenti in America Latina.
Un’altra alternativa è l’ amfotericina B deossicolato da 0,5 a 1,0 mg/kg EV 1 volta/die o a giorni alterni per una dose totale di 20-45 mg/kg. La chirurgia ricostruttiva può essere necessaria se la leishmaniosi mucocutanea deforma in maniera importante il naso o il palato, ma deve essere differita di 12 mesi rispetto a un trattamento chemioterapico riuscito per evitare la perdita del trapianto a causa delle recidive.
Per i pazienti immunocompetenti: 3 mg/kg EV 1 volta/die per 5 giorni e poi 1 volta/die dal giorno 14 al 21 (dose totale di 21 mg/kg) Per i pazienti con AIDS o altre condizioni immunocompromesse: 4 mg/kg EV 1 volta/die nei giorni da 1 a 5, 10, 17, 24, 31 e 38 (dose totale di 40 mg/kg)
La miltefosina per via orale, dosata in base al peso corporeo: pazienti da 30 a 44 kg, 50 mg 2 volte/die per 28 giorni o per pazienti ≥ 45 kg, 50 mg 3 volte/die per 28 giorni può essere usata per trattare i pazienti immunocompetenti che hanno acquisito L. donovani in India o nelle aree adiacenti dell’Asia meridionale, che hanno un’età > 12 anni, che pesano > 30 kg e che non sono in gravidanza o che allattano al seno. Gli antimoniali pentavalenti possono essere usati per il trattamento della leishmaniosi viscerale contratta in America Latina o in altre aree del mondo in cui l’infezione non è resistente a questi farmaci. Il dosaggio è di 20 mg/kg (sulla base del contenuto di antimonio) EV o IM 1 volta/die per 28 giorni. Un’alternativa è l’ amfotericina B desossicolato 1 mg/kg EV 1 volta/die per 15-20 giorni o a giorni alterni per un massimo di 8 settimane. Le recidive sono frequenti tra i pazienti con AIDS o altre condizioni di immunocompromissione. Il farmaco antiretrovirale può aiutare a ripristinare la funzione immunitaria in quelli con AIDS, riducendo la probabilità di ricaduta. La profilassi secondaria con un farmaco anti-leishmania può aiutare a prevenire le recidive nei pazienti con AIDS con conta dei CD4 < 200/mcL. Misure di supporto (p. es., una nutrizione adeguata, trasfusioni, antibiotici per le infezioni batteriche secondarie) sono spesso necessarie per i pazienti affetti da leishmaniosi viscerale.
1. Aronson N, Herwaldt BL, Libman M, et al : Diagnosis and treatment of leishmaniasis: Clinical Practice Guidelines by the Infectious Diseases Society of America (IDSA) and the American Society of Tropical Medicine and Hygiene (ASTMH). Clin Infect Dis 63 (12):e202-e264, 2016. doi: 10.1093/cid/ciw670
Per la prevenzione della leishmaniosi, può aiutare:
Trattamento della leishmaniosi in un’area geografica in cui l’uomo è il serbatoio Riduzione della popolazione del vettore utilizzando insetticidi ad azione residua (con durata d’azione prolungata) nei siti di trasmissione domestica Misure di protezione personale compresi repellenti per insetti sulla pelle esposta e indumenti protettivi Controllo dei focolai non umani
I viaggiatori nelle aree endemiche devono utilizzare repellenti per insetti contenenti dietiltoluamide sulla pelle esposta. Zanzariere e vestiario protettivo sono più efficaci se trattati con permetrina perché i piccoli flebotomi possono penetrare le barriere meccaniche. I vaccini non sono al momento disponibili.
La leishmaniosi è presente in diverse aree in tutto il mondo ed è trasmessa da punture di flebotomi. I parassiti possono rimanere localizzati nella pelle (leishmaniosi cutanea), diffondersi sulle mucose (leishmaniosi mucosale) o disseminarsi al fegato, alla milza e al midollo osseo (leishmaniosi viscerale). La diagnosi viene fatta con strisci colorati con Wright-Giemsa o Giemsa, culture, o saggi basati su metodica PCR (Polymerase Chain Reaction); i test sierologici possono aiutare a diagnosticare la leishmaniosi viscerale nei pazienti immunocompetenti, ma non sono utili in molti pazienti con AIDS o con leishmaniosi cutanea o delle mucose. Trattare le piccole lesioni cutanee non complicate con il calore applicato localmente o con la crioterapia o, al di fuori degli Stati Uniti, con paromomicina topica o stibogluconato sodio intralesionale. Le opzioni sistemiche di trattamento per la leishmaniosi cutanea complicata, la leishmaniosi mucosale e la leishmaniosi viscerale comprendono l’ amfotericina B liposomiale, la miltefosina e l’ amfotericina B desossicolato; il sodio stibogluconato o l’antimoniato di meglumina può essere utilizzato se l’infezione viene acquisita in aree in cui la specie infettiva di Leishmania è probabile che sia suscettibile. La resistenza ai farmaci antimoniali è comune in India e nei paesi limitrofi e sta emergendo in altre aree.
Le seguenti risorse in lingua inglese possono essere utili. Si noti che il Manuale non è responsabile per il contenuto di questa risorsa.
Cosa comporta avere un cane con la leishmaniosi?
Leishmaniosi nel cane: cos’è e come prevenirla – Clinica Veterinaria San Francesco Autore: di Francesca Calamusa, Medico Veterinario in Roma Spesso, soprattutto negli ultimi anni, si sente parlare di leishmaniosi. Purtroppo, ancora, non tutti i proprietari dei nostri amici a quattro zampe, sono a conoscenza della gravità della malattia e dell’importanza della sua prevenzione. La leishmaniosi è una malattia parassitaria che colpisce prevalentemente il cane e i roditori, che ne rappresentano il serbatoio principale, mentre il gatto e altri mammiferi costituiscono ospiti accidentali.
- È una zoonosi, ovvero una malattia trasmissibile all’uomo, ma il contagio diretto da cane a uomo è assolutamente escluso, in quanto l’unico modo per essere infettati dal parassita è attraverso la puntura dell’insetto volante.
- Fortunatamente, però, la malattia nell’uomo è meno grave, anche grazie alla capacità della medicina di curarla attraverso farmaci che consentono la completa e totale guarigione.
Nel cane, invece, è una malattia molto grave, spesso mortale, ad andamento il più delle volte cronico, soprattutto quando non si manifesta in modo eclatante, il che la rende di difficile diagnosi. Inoltre, non essendoci un farmaco capace di eliminare completamente il parassita, questo rimane infettante e presente all’interno dell’organismo del cane per tutta la sua vita.
Da qui l’importanza di cercare di prevenirne l’infezione. La malattia è causata da un protozoo, Leishmania infantum, che si trasmette al cane attraverso la puntura di un insetto ematofago, il flebotomo o pappatacio, simile ad una zanzara, molto piccolo e silenzioso durante il volo, che si distingue per una peluria giallastra sul corpo.
Quando il flebotomo punge un animale infetto per cibarsi, ingerendo il sangue, assume il parassita leishmania, che si moltiplica al suo interno (impiega dai 4 ai 20 giorno per diventare infestante) e si deposita nell’apparato buccale del flebotomo pronto per reinfettare altri animali con un successivo pasto di sangue.
Una volta trasmessa la Leishmania all’interno del circolo sanguigno, questa viene inglobata dai macrofagi e da altre cellule del sistema immunitario, all’interno delle quali il parassita si replica e ne causa la rottura con liberazione di altre forme larvali che libere nel torrente sanguigno, sono pronte, attraverso il successivo pasto di sangue di un altro flebotomo, a cominciare un altro ciclo.
Come si manifesta Purtroppo è una malattia ormai presente in tutta Italia. Prima gli animali infetti erano dislocati solo in zone endemiche del sud e centro Italia e in ambienti rurali e costieri delle isole; oggi con l’abitudine agli spostamenti insieme ai propri pet, ma ancor di più la costante migrazione di cani randagi provenienti dai canili di Grecia e Spagna e dalle nostre regioni del meridione e i cambiamenti climatici, hanno fatto sì che ormai la malattia si sia distribuita molto equamente in tutta la penisola.
Essendo insetti ematofagi notturni, iniziano la loro attività quando fa buio, dal crepuscolo all’alba, quando le temperature variano da 15° ai 25°, con un periodo di maggiore densità che va da Maggio a Ottobre/Novembre a seconda dell’andamento stagionale e delle zone. Nel cane la leishmaniosi si presenta sostanzialmente come una malattia generalizzata (detta anche forma viscero-cutanea) che si manifesta in modo differente a seconda della risposta immunitaria del soggetto colpito, motivo per il quale spesso vi sono animali che, nonostante abbiano contratto la malattia, rimangono asintomatici anche per tutta la loro vita.
Inoltre, presenta un periodo di incubazione che va da alcuni mesi fino anche a 4-6 anni e per questo spesso complicata da diagnosticare. Essendo un parassita che penetra nel circolo ematico del cane, questo può raggiungere diverse strutture dell’organismo, come linfonodi, derma, macrofagi e monociti di milza e fegato, midollo osseo e reni.
dermatite con pelle secca e screpolature tipo forfora; perdita di pelo con zone alopeciche soprattutto localizzate a zampe, muso (regione intorno agli occhi che da un aspetto caratteristico di “faces da vecchio” e dorso del naso e testa) e orecchie; ipercheratosi (ispessimento cutaneo) dei cuscinetti plantari e della cute del naso; noduli sottocutanei ; forme ulcerative che si manifestano soprattutto a livello delle articolazioni (gomito, ginocchio, carpo, tarso) e prominenze ossee, come a livello delle giunzioni muco cutanee, tartufo, cuscinetti plantari e estremità dei padiglioni auricolari; crescita eccessiva delle unghie (onicogrifosi).
A questi si aggiungono anche lesioni oculari quali:
blefariti; congiuntiviti; cheratocongiuntiviti; uveiti anteriori.
Altri sintomi molto comuni sono:
la perdita di peso nonostante l’appetito sia conservato, oppure inappetenza e progressivo dimagramento; sintomi gastro-enterici quali vomito, diarrea; a volte febbre intermittente ; poliartrite con zoppia; perdita di sangue dal naso (epistassi), dovuta ad un abbassamento del numero di piastrine, anemia.
Essendo coinvolto il sistema immunitario oltre a presentarsi queste manifestazioni cutanee, vi è la forma viscerale della leishmaniosi che può manifestarsi anche dopo anni dall’infestazione dell’animale con sintomatologia specifica degli organi colpiti come:
aumento dei linfonodi esplorabili (soprattutto prescapolari, sottomandibolari, poplitei) ingrossamento di fegato e milza ; poliuria (aumento della diuresi) e polidipsia (aumento della sete) ed ematuria (sangue nelle urine) dovute ad una glomerulonefrite, ovvero ad un processo infiammatorio a carico del glomerulo renale per deposito di immunocomplessi che a lungo andare provoca una insufficienza renale cornica, che rappresenta la principale causa di morte dei cani malati.
L’importanza della prevenzione Vista la complessità e gravità della malattia e soprattutto, non essendoci attualmente farmaci in grado di eliminare completamente dall’organismo i microrganismi responsabili della leishmaniosi, la prevenzione diviene l’arma fondamentale per cercare di prevenire l’infestazione.
La cura è mirata a gestire i sintomi e tenere sotto controllo la malattia limitandone gli effetti collaterali, l’insorgenza delle recidive, stimolare il ripristino del sistema immunitario cellulo-mediato, limitare il tasso di infettività di altri flebotomi. Anche in seguito alla remissione dei sintomi, il cane dovrà essere sempre e comunque monitorato a intervalli regolari (ogni sei mesi circa) per valutare lo stato immunitario.
Purtroppo le recidive sono frequenti e quando la malattia si ripresenta, risulta sempre più refrattaria alle terapie. Per prevenire la leishmaniosi è importante ridurre al minimo la possibilità di puntura da parte dei flebotomi. Per farlo, poiché esistono in commercio numerosi prodotti antiparassitari per cani, è importante accertarsi che sul foglietto illustrativo sia indicato anche l’effetto repellente nei confronti dei flebotomi e l’attività di riduzione del rischio di trasmissione di leishmaniosi.
- Utilizzare, quindi, spray repellenti per una protezione immediata e di breve durata, prima della passeggiata serale o del mattino e ogni volta che ci si trova in condizioni di possibile contatto con i flebotomi, assieme sempre a collare e/o spot on repellenti.
- A tal proposito l’olio di neem rappresenta un ottimo antiparassitario naturale, senza nessun tipo di additivo chimico e uno tra i migliori repellenti in assoluto nei confronti di flebotomi, pappataci e zanzare, responsabili nei cani della leishmaniosi e di altre gravi malattie.
Inoltre, si consiglia di ricoverare gli animali durante la notte, applicare alle finestre zanzariere dalle maglie fitte; utilizzare insetticidi ambientali per uso domestico. Ad oggi si è fatto un passo in più circa la possibilità di effettuare una buona prevenzione della malattia con l’immissione sul mercato di un nuovo vaccino in grado di fornire un’ulteriore barriera protettiva attorno al cane per evitare il contatto con il flebotomo e che, rispetto al precedente, ha rivelato avere meno effetti collaterali ed essere, quindi, più sicuro.
- Per verificare la presenza del parassita si possono utilizzare esami specifici diretti o indiretti, ma anche esami rapidi e particolarmente semplici e affidabili, per la valutazione della presenza di anticorpi, utili per fare una prima valutazione da approfondire poi con altri test.
- In conclusione, è molto importante la prevenzione per salvaguardare i nostri amici a quattro zampe da questa grave malattia e sottoporli a controlli periodici che ci permettono di ridurre il rischio di insorgenza della malattia e il monitoraggio in quei soggetti già esposti, così da prevenire il progredire e quindi l’aggravarsi della patologia.
: Leishmaniosi nel cane: cos’è e come prevenirla – Clinica Veterinaria San Francesco
Come proteggersi dalla leishmaniosi?
Prevenzione – Attualmente non sono in commercio vaccini né farmaci in grado di prevenire l’infezione (solo per i cani è disponibile da pochi mesi in Italia un vaccino). Per chi viaggia, il modo migliore per prevenire l’infezione è proteggersi dai pappataci. Per diminuire il rischio di essere morsi:
Evitate le attività all’aperto, soprattutto dopo il tramonto, quando i pappataci di solito sono più attivi. Se siete all’aperto, senza alcuna protezione:
Cercate di diminuire il più possibile le zone di pelle esposta. Se il clima ve lo concede, indossate maglie con le maniche lunghe, pantaloni lunghi e calzini. Mettete sempre la maglia nei pantaloni. Mettete un repellente per insetti sulla pelle esposta e sotto i polsini delle maniche e le caviglie dei pantaloni. Seguite le istruzioni sull’etichetta del prodotto. I repellenti più efficaci sono quelli che contengono il DEET (N-N-dietilmetatoluamide).
Quando siete al chiuso:
Cercate di stare in zone protette o con l’aria condizionata. Ricordate che i pappataci sono molto più piccoli delle zanzare e quindi possono approfittare di aperture più piccole. Spruzzate l’insetticida nelle zone in cui vivete di giorno e dove dormite durante la notte. Se non dormite in una zona protetta o con l’aria condizionata, usate una zanzariera e rimboccatela sotto il materasso. Se possibile, usate una zanzariera imbevuta o spruzzata con un insetticida a base di piretroidi (come la permetrina o la deltametrina). Lo stesso prodotto può essere applicato anche sui paraventi, sulle tende, sulle lenzuola o sui vestiti (dopo cinque lavaggi, i vestiti vanno di nuovo spruzzati).
Vi consigliamo di comprare le zanzariere, i prodotti repellenti e gli insetticidi prima di partire: potete trovarli nei supermercati, nei negozi di articoli per il campeggio o in ferramenta.
Quanto può vivere un cane affetto da leishmaniosi?
Quanto vive un cane malato di leishmaniosi – Se la leishmaniosi non viene trattata tempestivamente può portare il cane alla morte nell’arco di 12 mesi. Invece, se viene diagnosticata in tempo e l’animale viene curato con i farmaci giusti, può anche vivere normalmente il resto della sua vita come tanti altri cani.
- L’unica differenza è che ogni anno dovranno essere eseguite le analisi di routine per tenere la situazione sotto controllo.
- In alcuni casi il cane risulta positivo alla leishmania ma con valori molto bassi, tanto che è sufficiente fare un test una volta l’anno per precauzione.
- Per il resto, vi sono dei farmaci che vanno fatti assumere al cane per mantenere i valori nella norma.
Invece, se la malattia viene diagnosticata dopo mesi o anni, oppure colpisce gli organi vitali, l’animale può sopravvivere per qualche settimana o qualche mese.
Quanto costa la cura per la leishmaniosi canina?
In ordine crescente di prezzo per la leishmaniosi canina abbiamo l’allopurinolo che costa dai 2,50 ai 3,00 euro, poi il Glucantime si aggira intorno ai 15 euro e infine il Milteforan per cui il prezzo può superare anche i 200 euro.
Quanto dura la cura per la leishmaniosi?
Come si Cura la Leishmaniosi Canina? – Partendo dal presupposto che il trattamento della leishmaniosi è raccomandato in caso di manifestazioni cliniche e che la terapia più idonea per ciascun animale deve essere stabilita dal veterinario che ha in cura l’animale, di seguito verranno elencati i principi attivi che si possono impiegare:
Antimoniato di meglumina somministrata per via sottocutanea ; Miltefosina per via orale ; Allopurinolo per via orale; Domperidone per via orale.
L’approccio terapeutico del cane con leishmaniosi non è semplice e può avere una durata variabile (comunque sempre di alcuni mesi); spesso, inoltre, a seconda dello stato di salute dell’animale, può essere necessario un trattamento di supporto per correggere patologie che possono insorgere o sono già presenti.
Dove si trova la zanzara della leishmaniosi?
Trasmessa dai pappataci, la malattia può colpire cani e persone. Ecco come difendersi – La leishmaniosi è una malattia causata dal parassita Leishmania Infantum trasmessa all’uomo e al cane dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci), che in Italia sono generalmente più attivi da maggio a ottobre.
- In Italia la malattia è molto diffusa, soprattutto nel centro e nel sud, ma negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’area di diffusione della malattia, ora presente anche in molte aree nel nord Italia.
- In Emilia-Romagna è presente principalmente nelle aree collinari e pedemontana a sud della via Emilia.
I flebotomi (pappataci): come sono e come riconoscerli Come si vede dall’immagine, i pappataci o flebotomi sono piccoli insetti simili alle zanzare, ma più piccoli (circa 1/3 di una zanzara), di colore giallo paglierino, giallo ruggine o tendente al grigio. Hanno il corpo completamente rivestito di peli.
Vivono soprattutto nelle zone pianeggianti e collinari e prediligono un clima caldo e umido, Sono attivi al crepuscolo o nelle ore notturne, mentre di giorno si nascondono in ambienti freschi, ben areati e ombreggiati, come cantine, grotte, stalle o tane di animali. Proliferano in tutti gli ambienti umidi ricchi di detriti organici (accumuli di foglie, lettiere, cucce, feci di animali), di cui si nutrono le larve.
Solo il flebotomo femmina trasmette i parassiti. Questo insetto punge in silenzio, senza emettere il tipico sibilo che preannuncia l’arrivo delle zanzare. Il nome pappataci deriva proprio da questa caratteristica : questo insetto pappa e tace, cioè si nutre in maniera silenziosa,
- La leishmaniosi del cane Nel cane la leishmaniosi è una malattia grave, spesso mortale per il cane.
- I primi sintomi possono essere perdita di peso, con appetito inalterato, alopecia soprattutto intorno agli occhi e al tartufo.
- Come la malattia procede possono comparire altre lesioni cutanee (dermatite con forfora, ulcere), crescita eccessiva delle unghie, ingrossamento dei linfonodi, problemi oculari, epistassi, problemi renali e ad altri organi interni, questi ultimi rilevabili dal veterinario.
L’infezione può rimanere inapparente anche per anni. In caso di sospetta malattia, bisogna portare il cane dal veterinario che eseguirà gli accertamenti necessari. La terapia è lunga, complessa e sono possibili le ricadute. La leishmaniosi dell’uomo Le tipologie più diffuse tra gli uomini sono:
la leishmaniosi cutanea, che provoca ulcere alla pelle e ha una percentuale di guarigione prossima al 100% la leishmaniosi viscerale, malattia grave e fatale se non curata, colpisce gli organi vitali del corpo ed è caratterizzata da febbre, perdita di peso, ingrandimento della milza e del fegato, anemia. Questa forma si riscontra con maggior frequenza in persone immunodepresse
L’uomo s’infetta mediante la puntura del flebotomo, così come il cane. Non esistono evidenze scientifiche che i proprietari di cani infetti siano a maggior rischio rispetto alle altre persone. L’uomo è comunque generalmente molto resistente al parassita : a fronte di centinaia di migliaia di cani infetti in Italia, solo 100-200 casi umani vengono osservati annualmente, nelle aree nelle quali la malattia nel cane è molto diffusa.
Evita le punture di flebotomi: utilizza antiparassitari e repellenti/insetticidi sul cane seguendo le indicazioni riportate sulle confenzione, evita lunghe passeggiate serali, fallo dormire al chiuso di notte; proteggiti anche tu utilizzando repellenti cutanei efficaci, ad esempio a base di DEET e KBR seguendo attentamente le indicazioni riportate sulle confenzione e indossa abiti coprenti Applica alle finestre zanzariere dalle maglie fitte e utilizza insetticidi ambientali per uso domestico Ostacola la diffusione di pappataci: mantieni pulito giardino e cortile, elimina gli accumuli di materiale organico che sono l’habitat ideale per lo sviluppo dei pappataci, presta molta cura alla pulizia della cuccia o degli spazi frequentati dal cane Adotta queste misure anche in viaggio, soprattutto nei paesi dove la malattia è più diffusa (centro e sud America, Medio oriente, India, Asia centrale, Africa dell’est e bacino del Mediterraneo). Esiste per i cani un vaccino: chiedi maggiori info al veterinario. Non è invece disponibile un vaccino utile a prevenire l’infezione e la malattia nell’uomo.
Per ulteriori approfondimenti è disponibile in allegato il nuovo opuscolo sulla leishmaniosi “La Leishmaniosi. Che cosa è, come si trasmette, come ci si protegge”, distribuito nelle sale di attesa degli uffici e degli ambulatori delle Ausl e nelle nelle sale d’attesa dei MMG, PLS e Veterinari e visita il sito: http://www.anagrafecaninarer.it/
Quali sono gli stadi della leishmaniosi?
I cani leishmaniotici sono stati suddivisi in 5 stadi: 1) Stadio A – esposto; 2) Stadio B – infetto; 3) Stadio C – malato; 4) Stadio D – malato con quadro clinico grave; 5) Sta- dio E – a: refrattario al trattamento; E – b: con recidiva precoce.
Quanti cani guariscono dalla leishmaniosi?
4) La leishmaniosi umana è un’epidemia in Italia – FALSO, La leishmaniosi umana rappresenta un’ in diversi paesi in via di sviluppo e non va certo sottovalutata, ma è bene evitare isterismi. Nell’essere umano l’infezione decorre asintomatica nella stragrande maggioranza dei casi e in Italia si verificano circa 200 casi l’anno,
Cosa deve mangiare un cane affetto da leishmaniosi?
Proteine per cani con leishmaniosi – Anche se il consumo eccessivo di proteine può essere pericoloso per il cane, anche ridurle estremamente può avere conseguenze negative. Le proteine devono essere di qualità e di origine animale perché si trasformano più facilmente in tessuto senza sovraccaricare i reni.
- Se i reni del cane non sono stati ancora intaccati dalla malattia, non è necessario limitare il consumo di proteine, mentre in caso contrario è il caso di farlo.
- In questo modo si riducono i resti del catabolismo proteico e la ritenzione di fosforo.
- Dovrai dare al cane proteine facili da digerire per facilitare il recupero della massa muscolare.
Il pollo o il salmone sono un’ottima opzione se segue una dieta casalinga. Per quanto riguarda i cibi industriali, di solito contengono già proteine di facile digestione.
Dove si trova la zanzara della leishmaniosi?
Trasmessa dai pappataci, la malattia può colpire cani e persone. Ecco come difendersi – La leishmaniosi è una malattia causata dal parassita Leishmania Infantum trasmessa all’uomo e al cane dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci), che in Italia sono generalmente più attivi da maggio a ottobre.
In Italia la malattia è molto diffusa, soprattutto nel centro e nel sud, ma negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’area di diffusione della malattia, ora presente anche in molte aree nel nord Italia. In Emilia-Romagna è presente principalmente nelle aree collinari e pedemontana a sud della via Emilia.
I flebotomi (pappataci): come sono e come riconoscerli Come si vede dall’immagine, i pappataci o flebotomi sono piccoli insetti simili alle zanzare, ma più piccoli (circa 1/3 di una zanzara), di colore giallo paglierino, giallo ruggine o tendente al grigio. Hanno il corpo completamente rivestito di peli.
Vivono soprattutto nelle zone pianeggianti e collinari e prediligono un clima caldo e umido, Sono attivi al crepuscolo o nelle ore notturne, mentre di giorno si nascondono in ambienti freschi, ben areati e ombreggiati, come cantine, grotte, stalle o tane di animali. Proliferano in tutti gli ambienti umidi ricchi di detriti organici (accumuli di foglie, lettiere, cucce, feci di animali), di cui si nutrono le larve.
Solo il flebotomo femmina trasmette i parassiti. Questo insetto punge in silenzio, senza emettere il tipico sibilo che preannuncia l’arrivo delle zanzare. Il nome pappataci deriva proprio da questa caratteristica : questo insetto pappa e tace, cioè si nutre in maniera silenziosa,
La leishmaniosi del cane Nel cane la leishmaniosi è una malattia grave, spesso mortale per il cane. I primi sintomi possono essere perdita di peso, con appetito inalterato, alopecia soprattutto intorno agli occhi e al tartufo. Come la malattia procede possono comparire altre lesioni cutanee (dermatite con forfora, ulcere), crescita eccessiva delle unghie, ingrossamento dei linfonodi, problemi oculari, epistassi, problemi renali e ad altri organi interni, questi ultimi rilevabili dal veterinario.
L’infezione può rimanere inapparente anche per anni. In caso di sospetta malattia, bisogna portare il cane dal veterinario che eseguirà gli accertamenti necessari. La terapia è lunga, complessa e sono possibili le ricadute. La leishmaniosi dell’uomo Le tipologie più diffuse tra gli uomini sono:
la leishmaniosi cutanea, che provoca ulcere alla pelle e ha una percentuale di guarigione prossima al 100% la leishmaniosi viscerale, malattia grave e fatale se non curata, colpisce gli organi vitali del corpo ed è caratterizzata da febbre, perdita di peso, ingrandimento della milza e del fegato, anemia. Questa forma si riscontra con maggior frequenza in persone immunodepresse
L’uomo s’infetta mediante la puntura del flebotomo, così come il cane. Non esistono evidenze scientifiche che i proprietari di cani infetti siano a maggior rischio rispetto alle altre persone. L’uomo è comunque generalmente molto resistente al parassita : a fronte di centinaia di migliaia di cani infetti in Italia, solo 100-200 casi umani vengono osservati annualmente, nelle aree nelle quali la malattia nel cane è molto diffusa.
Evita le punture di flebotomi: utilizza antiparassitari e repellenti/insetticidi sul cane seguendo le indicazioni riportate sulle confenzione, evita lunghe passeggiate serali, fallo dormire al chiuso di notte; proteggiti anche tu utilizzando repellenti cutanei efficaci, ad esempio a base di DEET e KBR seguendo attentamente le indicazioni riportate sulle confenzione e indossa abiti coprenti Applica alle finestre zanzariere dalle maglie fitte e utilizza insetticidi ambientali per uso domestico Ostacola la diffusione di pappataci: mantieni pulito giardino e cortile, elimina gli accumuli di materiale organico che sono l’habitat ideale per lo sviluppo dei pappataci, presta molta cura alla pulizia della cuccia o degli spazi frequentati dal cane Adotta queste misure anche in viaggio, soprattutto nei paesi dove la malattia è più diffusa (centro e sud America, Medio oriente, India, Asia centrale, Africa dell’est e bacino del Mediterraneo). Esiste per i cani un vaccino: chiedi maggiori info al veterinario. Non è invece disponibile un vaccino utile a prevenire l’infezione e la malattia nell’uomo.
Per ulteriori approfondimenti è disponibile in allegato il nuovo opuscolo sulla leishmaniosi “La Leishmaniosi. Che cosa è, come si trasmette, come ci si protegge”, distribuito nelle sale di attesa degli uffici e degli ambulatori delle Ausl e nelle nelle sale d’attesa dei MMG, PLS e Veterinari e visita il sito: http://www.anagrafecaninarer.it/
Cosa fa venire la leishmaniosi?
Malattia – Che cos’è La Leishmaniosi è una malattia infettiva di origine parassitaria causata da protozoi del genere Leishmania, parassita intracellulare obbligato del sistema reticolo-istocitario dell’uomo e di altri mammiferi, trasmesso da agenti vettori, che colpisce sia gli animali (canidi e roditori) domestici e selvatici che l’uomo.
La Leishmaniosi è presente nelle aree tropicali e subtropicali temperate del mondo e in tutto il bacino del Mediterraneo. E’ trasmessa solo ed esclusivamente ad opera di un vettore biologico, il flebotomo (insetto ematofago, appartenente al genere Phlebotomus, di piccole dimensioni (2-3 mm), simili a piccole zanzare.
La Leishmaniosi colpisce prioritariamente i cani, che nel nostro territorio rappresentano il “serbatoio” principale del parassita, ma colpisce anche gatti e roditori selvatici oltre che l’uomo e in particolar modo risultano essere più esposti gli anziani, i bambini e gli immunodepressi.
E’ una patologia soggetta a segnalamento a norma del Regolamento di Polizia Veterinaria entrato in vigore con D.P.R.n.320 del 8.2.1954 art.5, c.3 I sintomi Nel cane la sintomatologia è quanto mai variabile manifestandosi in modo asintomatico (assenza cioè di segni clinici e sintomi evidenti) o in forma sintomatica caratterizzata da presenza di forfora, caduta del pelo, ulcerazioni localizzate in diverse regioni, crescita abnorme delle unghie, ingrossamento dei linfonodi e della milza e nella fase terminale insufficienza renale.
In sintesi nelle forme sintomatiche distinguiamo:
- alterazioni della cute
- linfoadenomegalia sistemica o localizzata
- lesioni oculari
- epistassi
- poliuria e polidipsia
- disturbi della locomozione
Più raramente si è riscontrata una epatite cronica granulomatosa e diarrea. Diagnosi Gli esami di laboratorio sono di fondamentale importanza al fine di emettere correttamente la diagnosi, ma anche a fini prognostici e come monitoraggio nel corso della terapia:
- esame parassitologico Gli strisci di materiale bioptico (linfonodale e midollare) possono essere colorati col metodo di Giemsa (preceduto dalla fissazione di May-Grünwald o con metanolo) che permette un’agevole evidenziazione degli amastigoti
- isolamento colturale L’isolamento può essere ottenuto nell’animale in vita dal puntato midollare, dall’ago aspirato linfonodale, dal raschiato cutaneo, dal liquido sinoviale, dal sangue o dagli stessi organi. Ai fini diagnostici rappresenta il test d’eccellenza, perché consente di ottenere la certezza assoluta della presenza del protozoo nell’ospite
- esame sierologico (Immunofluorescenza Indiretta, ELISA) E’ il Test di screening per eccellenza che consente la rilevazione degli anticorpi anti-Leishmania nel sangue che deve essere raccolto in provette sterili; l’esame viene effettuato sul siero e conservato ad una temperatura compresa tra +4 e +8C
- esame Molecolare (PCR qualitativa, PCR quantitativa)
Il test di biologia molecolare ricercando il DNA del parassita nell’organismo ospite, è più diretto in quanto è indipendente dalla risposta immune di quest’ultimo e da tutte le variabili che possono influire sulla sintesi degli anticorpi. E’ una tecnica che permette la rilevazione dell’acido nucleico del parassita anche in concentrazioni infinitesimali in campioni di sangue intero, midollo, puntato linfonodale e raschiato cutaneo.
Terapia e profilassi Una diagnosi di certezza e il corretto inquadramento clinico consentono di stadiare l’animale infetto da Leishmania infantum collocandolo nel gruppo di “esposti”, “infetti”, “malati” o “malati con quadro clinico grave” a cui potremmo aggiungere anche lo stadio di soggetti già trattati ma refrattari al trattamento e quelli già trattati ma che recidivano precocemente.
Farmaci utilizzati nella terapia della Leishmaniosi canina:
- Composti antimoniali
- Allopurinolo
- Associazione Antimoniato di N-metilglucammina/Allopurinolo
- Miltefosina
- Amfotericina B
- Amminosidina
- Pentamidina
- Spiramicina/Metronidazolo
- Domperidone
Dalla revisione della letteratura il protocollo terapeutico che trova più ampi consensi è l’associazione Antimoniato di N-metilglucammina e Allopurinolo. Per approfondire:
- https://www.who.int/leishmaniasis/en/
- http://www.oie.int/
- https://www.gruppoleishmania.org/
- https://www.cdc.gov/parasites/leishmaniasis/index.html
- http://www.leishvet.org/
- https://www.iss.it/
- https://www.vetpedia.it/site/content/leishmaniosi-canina
- https://www.izsvenezie.it/temi/malattie-patogeni/leishmaniosi/
- https://www.gruppoleishmania.org/files/GSLC_diagnosi_leishmaniosi.pdf
- http://www.izssicilia.it/centri-di-referenza/c-re-na-l
Qual è il periodo dei pappataci?
4. In quale periodo dell’anno i pappataci sono più attivi ? – I periodi di maggiore attività per i pappataci sono quelli in cui le temperature sono più alte. Quindi‚ è possibile affermare che‚ in Italia‚ il “rischio pappataci” può verificarsi da giugno a settembre al Nord‚ da maggio a ottobre al Centro e da aprile a novembre al Sud.