Soglie Isee – Il bonus animale 2023 erogato varierà negli importi in funzione a determinate soglie ISEE : le famiglie che presentano maggiori difficoltà economiche avrebbero diritto a un maggiore rimborso sulle spese sostenute. Rimborsi relativi al bonus animali :
da 150 euro a 450 euro per chi possiede un reddito inferiore a 15.000 euro all’anno; da 300 euro a 900 euro per chi possiede un ISEE inferiore a 7.000 euro all’anno.
Ricordiamo che attualmente il bonus animali domestici consente di ottenere una detrazione fiscale al 19% sulle spese mediche e veterinarie sostenute per un importo non superiore a 550 euro all’anno, ovvero circa 80 euro di rimborso annuo.
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Come ottenere il bonus cane?
Bonus Animali Domestici 2023 – Informazioni utili Il Bonus Animali Domestici 2023 è una misura che prevede un contributo economico da parte dello Stato per sostenere le spese relative alla cura e all’assistenza degli animali domestici. Si tratta di una novità che interessa numerosi italiani, soprattutto in un momento in cui gli animali domestici stanno diventando sempre più importanti per il benessere delle persone.
Il Bonus Animali Domestici 2023 è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2023 e prevede un importo massimo di 500 euro per famiglia, che può essere utilizzato per coprire le spese relative alla cura degli animali domestici, come ad esempio le visite veterinarie, i farmaci, l’acquisto di alimenti speciali, l’iscrizione all’anagrafe canina, la sterilizzazione e la castrazione.
Il bonus sarà erogato a partire dal 1° gennaio 2023 e potrà essere richiesto da tutti i cittadini italiani che possiedono un animale domestico e che hanno un reddito ISEE inferiore a 35.000 euro. La richiesta potrà essere presentata attraverso la piattaforma online dell’INPS.
- Per ottenere il bonus, sarà necessario fornire la documentazione relativa alle spese sostenute per la cura dell’animale domestico.
- Questa documentazione dovrà essere presentata in formato digitale, attraverso la piattaforma online dell’INPS, insieme alla richiesta di erogazione del bonus.
- Il Bonus Animali Domestici 2023 rappresenta un importante sostegno per le famiglie che hanno a cuore il benessere dei propri animali domestici.
Grazie a questa misura, infatti, sarà possibile sostenere le spese relative alla loro cura e assistenza, senza dover rinunciare ad alcune prestazioni essenziali, come ad esempio le visite veterinarie o l’acquisto di alimenti speciali. Inoltre, il bonus potrebbe rappresentare un incentivo per tutte quelle persone che desiderano adottare un animale domestico, ma che sono preoccupate dalle spese che ne derivano.
- Grazie al Bonus Animali Domestici 2023, infatti, sarà possibile ridurre notevolmente i costi relativi alla cura degli animali domestici, favorendo così la diffusione della cultura dell’adozione e della cura responsabile degli animali.
- Per le famiglie che hanno già un animale domestico, il bonus rappresenta invece un importante aiuto economico, soprattutto in un momento di difficoltà economica come quello attuale.
Grazie al contributo economico dello Stato, infatti, sarà possibile sostenere le spese relative alla cura degli animali domestici, senza dover rinunciare ad altre spese essenziali. Inoltre, il Bonus Animali Domestici 2023 potrebbe rappresentare un importante incentivo per l’adozione di animali provenienti dai rifugi.
- Grazie al contributo economico dello Stato, infatti, sarà possibile sostenere le spese relative alla cura degli animali adottati, favorendo così l’adozione responsabile e la riduzione del numero di animali abbandonati.
- Per ottenere il Bonus Animali Domestici 2023 sarà necessario rispettare alcuni requisiti.
Innanzitutto, sarà necessario possedere un animale domestico, come un cane, un gatto, un coniglio o un criceto, e dimostrare di aver sostenuto delle spese relative alla sua cura e assistenza. In secondo luogo, sarà necessario avere un reddito ISEE inferiore a 35.000 euro, in modo da garantire che il bonus venga destinato alle famiglie che ne hanno effettivamente bisogno.
Una volta soddisfatti questi requisiti, sarà possibile richiedere il bonus attraverso la piattaforma online dell’INPS, fornendo la documentazione relativa alle spese sostenute per la cura dell’animale domestico. È importante sottolineare che il Bonus Animali Domestici 2023 non potrà essere utilizzato per acquistare un nuovo animale domestico, ma solo per sostenere le spese relative alla cura e all’assistenza di quelli già posseduti.
Inoltre, è importante ricordare che il bonus non coprirà tutte le spese relative alla cura degli animali domestici, ma solo quelle previste dalla normativa. Sarà quindi necessario prestare attenzione alle spese sostenute e alle relative documentazioni per poter beneficiare del bonus.
Come si richiede il bonus animali domestici 2023?
Non vi è nessun modulo per richiedere il Bonus animali domestici. Trattandosi di una detrazione fiscale, è sufficiente dichiarare e dimostrare le spese sostenute in fase di dichiarazione dei redditi, con il modello 730.
Chi ha diritto al bonus animali domestici?
Bonus animali: che cosa prevedeva – Il bonus animali prevedeva l’erogazione di un assegno di 150 euro annui per ogni animale domestico. Tra questi rientrano cani, gatti ma anche altri animali da compagnia, e i possessori avevano diritto a un aiuto economico. Gli animali però dovevano essere iscritti alla relativa anagrafe.
- Il bonus veniva erogato dall’Inps dopo aver effettuato la domanda, ed era estendibile fino a massimo di 3 animali per nucleo familiare; ovviamente, erano previsti dei limiti reddituali ISEE,
- Infatti, per avere diritto all’agevolazione l’ISEE della famiglia non doveva essere superiore a 15 mila euro annui.
- Nel caso di ISEE inferiore a 7 mila euro, l’importo dell’assegno si raddoppiava, fino a raggiungere un tetto massimo di 900 euro annui.
- Per tutto il 2022 è stato possibile usufruire di questo bonus fiscale per detrarre le spese legate alla cura di animali di compagnia, come:
- visite veterinarie
- esami di laboratorio
- spese farmaceutiche
- interventi chirurgici.
Quest’anno, purtroppo, non vi sarà alcuna agevolazione fiscale per i nostri amici a 4 zampe e, di fronte a tale decisione, è arrivato il commento di Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa (Ente nazionale per la protezione degli animali): “Questo gesto politico, dopo anche l’approvazione dell’emendamento sulla caccia selvaggia, è la riprova che questo Governo è ostile agli animali.
Come funziona il bonus cane?
Cos’è il bonus animali domestici 2023? – Il bonus animali domestici 2023 è una prestazione pensata per sostenere e garantire la buona salute dei nostri animali a quattro zampe, sia cani che gatti. Il bonus consiste in una detrazione fiscale del 19% sull’Irpef per spese veterinarie come:
visite specialistiche;interventi di chirurgia;esami in laboratorio;acquisto di farmaci prescritti.
Per il 2022, l’importo massimo delle spese su cui è possibile calcolare la detrazione è di 550 €. Attenzione, però, alla franchigia minima di 129,11 €. La franchigia è un limite minimo su cui non è possibile calcolare il bonus. Quindi, per calcolare la detrazione che spetta, bisogna sottrarre la franchigia all’importo della spesa (massimo 550 €) e calcolare il 19%.
Ad esempio, se la spesa annua è stata di 400 €, la detrazione sarà uguale a (400-129,11)x19%, cioè 51,47 €. Invece, per spese inferiori a 129,11 € non è possibile ottenere la detrazione. Il limite detraibile è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti.
Il bonus animali domestici 2023 ha diversi obiettivi, come contrastare l’alto livello di randagismo, chiudere gli allevamenti di visoni e rifinanziare il fondo per la fauna selvatica, a tutela di animali come cinghiali e orsi.
Chi sono gli animali da reddito?
Capita sempre più frequentemente di imbattersi in persone che, passeggiando, sostituiscono il cane al guinzaglio con un animale abitualmente allevato come specie “da reddito”, siano suini, agnelli o altro. Altri, meno esibizionisti, ricoverano comunque tra le mura domestiche animali d’allevamento che ben si adattano a coccole ed attenzioni finora riservate ad altre specie. Dapprima sembrava che tale consuetudine fosse riservata a personaggi particolarmente eccentrici, attori, cantanti o accaniti animalisti ma, poiché lo spirito di emulazione è forte e la diffusione delle notizie, grazie ai social network è capillare, potremmo aspettarci un’esplosione del fenomeno e la necessità di codificare e normare una nuova categoria di animali, “ibrida” tra quelle che, per consuetudine sono a tutt’oggi conosciute.
Tanto sembra inevitabile che ciò possa succedere presto quanto appare impellente legiferare in materia, poiché tali nuovi pets, per quanto non entreranno mai nel circuito alimentare, sono comunque in grado di ammalarsi e trasmettere patologie proprie della specie, o addirittura essere vettori di zoonosi.
Volendo fare un po’ di chiarezza ricorriamo alle definizioni che già sono conosciute:
gli animali da reddito ai sensi dell’art.1, comma 2, lettera a) del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n.146, sono: “qualsiasi animale, inclusi pesci, rettili e anfibi, allevato o custodito per la produzione di derrate alimentari, lana, pelli, pellicce o per altri scopi agricoli;”. Rientrano in questa categoria, quindi, i suini, gli ovini, i bovini e gli avicoli, il cui addomesticamento ed utilizzo si stima risalga rispettivamente a 8.000 anni fa, nel caso di suini e ovini, a 6000 anni fa per i bovini, a circa 3.000 anni orsono per le specie avicole, mentre l’addomesticamento del coniglio selvatico è relativamente recente, solo poco più di mille anni fa; gli animali da compagnia, ai sensi dell’Allegato I del REGOLAMENTO (UE) 2016/429 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2016, che vengono suddivisi in due gruppi:
PARTE A Cani (Canis lupus familiaris) Gatti (Felis silvestris catus) Furetti (Mustela putorius furo); PARTE B Invertebrati (eccetto api, molluschi appartenenti al Phylum Mollusca e crostacei appartenenti al Subphylum Crustacea ), Animali acquatici ornamentali, Anfibi, Rettili, Volatili: esemplari di specie avicole diverse da polli, tacchini, faraone, oche, anatre, quaglie, piccioni, fagiani, pernici e ratiti ( Ratitae ), Mammiferi: roditori e conigli diversi da quelli destinati alla produzione alimentare;
Un terzo gruppo di animali, meno codificato, sono i cosiddetti “NAC” (ovvero i ” nuovi animali da compagnia “) sono i pesci, gli uccelli, i roditori e i rettili, cioè tutti i potenziali animali d’affezione, con eccezione dei gatti e dei cani. Sono compresi in questo grande gruppo “animali non convenzionali”, “animali esotici” o, come detto NAC, dal canarino ai rapaci, passando per i più svariati e colorati pappagalli, tartarughe, serpenti e sauri (iguana, gechi, pogona, ecc.) e tra i piccoli mammiferi annoveriamo conigli, porcellini d’india, criceti, anche anfibi come le rane o alcuni invertebrati come le achatine (chiocciole africane), senza dimenticare i pesci. Alcune specie fanno parte della Convenzione di Washington e, a questo titolo, sono protette. La Francia sembra essere al primo posto nello sviluppo del fenomeno con 20 milioni di NAC ufficialmente presenti, davanti all’Italia, alla Germania e al Regno Unito.
Come si vede, anche il citato e di recentissima applicazione, REGOLAMENTO (UE) 2016/429 («normativa in materia di sanità animale»), in vigore, in gran parte, a decorrere dal 21 aprile 2021, non ha previsto la possibilità di riconoscere un raggruppamento apposito ove collocare i pet pigs o altre specie animali affini per utilizzo, provenienza e considerazione.
- Sarà dunque necessario creare una nuova “categoria” di animali che necessiterà di apposite leggi ad hoc.
- Il Ministero della Salute DIREZIONE GENERALE DELLA SANITA’ ANIMALE E DEI FARMACI VETERINARI Ufficio 2 – Epidemiosorveglianza e anagrafi degli animali e Ufficio 6 – Tutela del benessere animale, igiene zootecnica e igiene urbana veterinaria, chiamato ad esprimersi riguardo ad indicazioni in merito alla gestione di suini detenuti come animali da compagnia, con una nota arrivata alle Regioni e diramata alle Aree Vaste dalla P.F.
Veterinaria il 17 agosto 2021 conferma che il cosiddetto “suino da compagnia” non è codificato da alcuna norma né circolare ministeriale. Il Ministero comunica in proposito che è in corso l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/429, ma che il Decreto in preparazione ai sensi della legge 20 novembre 2017 n.167, non contempla la possibilità di detenzione di suini come animali da compagnia.
- La possibilità che l’argomento possa essere ricompreso in qualche atto ufficiale viene lasciato all’eventuale emanazione di nuovi Regolamenti di Esecuzione e Delegati del nominato Regolamento (UE) 2016/429.
- Nella stessa nota il Ministero chiede alle Regioni di acquisire elementi che consentano di valutare l’entità del fenomeno, eventualmente da rappresentare successivamente alla Commissione Europea, e di acquisire dati inerenti al numero di suini, o di animali di altre specie non elencate in allegato 1 del regolamento (UE) 2016/429, detenuti come animali da compagnia, di cui si ha notizia.
Le Regioni dovrebbero fornire inoltre la regolamentazione in base alla quale ne è stata consentita la detenzione in abitazioni di contesti urbani. Sono dati questi complicatissimi da conseguire, in quanto le anagrafi informatizzate (che dovrebbero costituire la “fonte” ufficiale) non prevedono alcuna voce che possa inquadrare animali da reddito, come questi trattati, nel loro effettivo status di animale da compagnia, e quindi sono elementi non deducibili direttamente.
Nel frattempo sarà necessario continuare applicando le usuali indicazioni sanitarie e di identificazione che riguardano gli animali da reddito anche qualora, a buon senso, potrebbero essere ridimensionate, che prevedono: richiesta del codice aziendale, registrazioni in BDN delle movimentazioni o tramite registro cartaceo, acquisizione del registro dei trattamenti veterinari o richiesta di abilitazione alla gestione informatizzata.
In particolare uno dei nodi cruciali sembra essere l’apposizione delle marche auricolari su caprette ed agnelli ricoverati per il solo scopo d’affezione, che appare agli occhi del proprietario come un’inutile tortura assolutamente non necessaria non essendoci possibilità di confusione tra i capi (il chip sottocutaneo sarebbe sicuramente accettato, per analogia con le norme dell’anagrafe canina).
Altro dettaglio non trascurabile, variabile a seconda delle diverse regioni se non dei differenti comuni, è il luogo dove detenere questi animali, se cioè sia possibile ricoverarli nei centri urbani o debbano essere confinati alle zone agricole delle città. Anche in questo caso sarà necessario metter mano ai vecchi regolamenti locali d’Igiene che non potevano prevedere evoluzioni o derive di questo tipo nella “società moderna”.
Autore: Giuseppe Iacchia
Come curare gli animali gratis?
Condizioni per ottenere il bonus animali domestici – L’importo massimo previsto per l’erogazione dell’agevolazione è stato aumentato e ammonta quest’anno a 550 euro mentre, precedentemente, era stato fissato a 500 euro. Per richiedere il bonus, non sono previsti limiti di ISEE.
- Per richiedere il bonus animali domestici 2022, sarà necessario presentare la domanda online nell’area dedicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate previa compilazione dell’apposito modulo.
- Chi presenta il modello 730 dovrà indicare le spese veterinarie all’interno della sezione I, rigo da E8 a E10 “Altre spese”.
Il codice da inserire è il “29” per le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti per compagnia o per pratica sportiva. Nel modello Redditi invece le spese per cani e gatti devono essere indicate negli spazi da RP8 a RP13. Anche in questo caso il Codice da utilizzare è il “29”.
Residenza in Italia Certificato di proprietà dell’animale che attesta la proprietà legale Documentazione attestante l’iscrizione all’anagrafe canina e l’inserimento del microchip Fattura che provi l’acquisto e il microchip
Il bonus prevede anche una franchigia di 129,11 euro: questa è la spesa minima al di sotto della quale non sarà possibile chiedere detrazioni. Tradotto: chi per far visitare il proprio cane o gatto, o per acquistare medicinali o fare esami specialistici non raggiungerà la cifra di 129,11 non potrà richiedere il bonus.
Pagamenti con carta di credito; Bonifici; Transazioni con assegno circolare.
Non sono accettati, dunque, i pagamenti in contanti, tranne per le detrazioni per prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o private accreditate con il SSN.
Quanto si può scaricare per gli animali?
Qual è la detrazione delle spese veterinarie nella dichiarazione dei redditi 2023 – In generale, danno diritto alla detrazione d’imposta del 19% nel limite massimo di euro 550, (valore rimasto invariato rispetto allo scorso anno) le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per pratica sportiva,
- le prestazioni professionali rese dal veterinario;
- l’ acquisto di medicinali veterinari prescritti dal veterinario;
- analisi di laboratorio e interventi presso le cliniche veterinarie.
Sul tema, l’Agenzia delle Entrate ha specificato che non è necessario conservare la prescrizione medica ai fini della detrazione, essendo sufficiente lo scontrino “parlante”. Attenzione va prestata al fatto che non spetta la detrazione per gli animali
- tenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole
- o destinati alla riproduzione o consumo alimentare.
Ricordiamo che i veterinari devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati delle spese veterinarie sostenute dai contribuenti nel periodo d’imposta oggetto di dichiarazione così da poter predisporre il modello precompilato. Pertanto nei modelli 730/2023 precompilato e Redditi PF 2023 precompilato, il contribuente potrà trovare già tale onere.
CARATTERISTICHE DETRAZIONE SPESE VETERINARIE 2023 |
detrazione al 19% |
franchigia pari ad euro 129.11 |
limite massimo a 550 euro |
possibile per:
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Quanto costa al mese mantenere un cane?
Cani, il budget iniziale – Già adottare in un canile/rifugio è una decisione di peso capace di incidere sui prezzi. A differenza delle richieste di molti allevamenti si parte avvantaggiati. In quel caso invece ci sarebbe da sostenere una spesa che varia molto a seconda della razza presa in considerazione.
I servizi veterinari sono poi un vero tema caldo. Tra le prime spese c’è l’installazione del microchip, strumento obbligatorio per l’identificazione del cane, il cui costo medio è di 35 euro, Inoltre nei primi mesi di vita sono consigliati – ma non obbligatori – alcuni vaccini (40 euro l’uno) utili per proteggere il cane da malattie come ad esempio cimurro, adenovirosi e parvovirosi.
Ogni anno, allora stesso costo, si ripetono poi tutti i controlli necessari. Al momento di accogliere il cucciolo il necessario dovrà essere già pronto in casa: la cuccia, il guinzaglio e il collare sono la base ma non devono mancare acqua e cibo. La somma, con una media approssimativa, ammonta a circa 200 euro.
- L’alimentazione però comporta una spesa a parte di circa 50 euro al mese, anche se per razze grandi si può arrivare addirittura a 150 euro,
- Mantenerlo in salute è fondamentale.
- Le spese veterinarie prevedono alcuni controlli annuali che si traducono in circa 60 euro di spesa, 60 euro per trattamenti antiparassitari e, per lasciare un margine di sicurezza, aggiungiamo anche altri 30 euro.
Il totale è 150 euro, Un cane però ha anche bisogno di cure che vanno oltre il semplice veterinario. Questo è il caso della toelettatura nonostante ancora molti proprietari la sottovalutino. Toelettare non significa semplicemente lavare il cane ma curare il suo benessere fisico e la sua igiene.
taglia medio/piccola (5-10 kg): 1500 euro; taglia medio/grande (25-40 kg): 2232 euro.
Cosa ci danno gli animali?
Cosa insegnano gli animali? – Gli animali domestici ci fanno compagnia, ci aiutano a combattere la solitudine e lo stress, possono salvarci dalla depressione, aiutarci a ridurre la pressione sanguigna e a rafforzare il nostro sistema immunitario.
Dove trovare tutti i bonus?
La guida Il Ministero per lo sviluppo economico ha messo a disposizione il nuovo portale incentivi.gov.it per imprese e cittadini: attraverso un motore di ricerca e un catalogo è possibile individuare tutti i bonus e gli sconti del Mise per supportare le proprie esigenze. Vediamo come si fa Pubblicato il 03 Giu 2022 Portale incentivi imprese incentivi.gov.it Dal 2 giugno 2022 è online il Portale incentivi.gov.it del Mise, una guida online che comprende un catalogo e un motore di ricerca per trovare facilmente tutti i bonus, gli sconti e i fondi la cui governance è affidata al Ministero per lo sviluppo economico, Portale incentivi Governo
Cosa spetta alle neo mamme 2023?
INPS: l’assegno di maternità dei Comuni cresce dell’8,1% nel 2023 – Secondo quanto comunicato dall’Istituto nazionale di previdenza sociale nella circolare numero 26 dell’8 marzo 2023, l’assegno di maternità concesso dai Comuni alle madri si rivaluta dell’8,1% per l’anno 2023.
- Come anticipato poco sopra, a fronte di questa rivalutazione, sono aggiornati sia l’importo dell’assegno mensile, sia il requisito economico per l’accesso alla misura di sostegno.
- L’importo dell’assegno mensile di maternità, spettante nella misura intera, per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento, avvenuti dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, è pari a 383,46 euro per cinque mensilità e, quindi, a complessivi 1.917,30 euro “, si legge nella circolare INPS.
Per quanto riguarda, invece, la soglia ISEE ” da tenere presente per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento, avvenuti dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, è pari a 19.185,13 euro “, prosegue ancora la nota dell’Istituto nazionale di previdenza sociale.
Come richiedere bonus famiglia 500 euro?
Per richiedere il bonus baby-sitter basterà utilizzare il servizio web disponibile sul sito dell’INPS.
Cosa si può scaricare per il cane?
Qual è la detrazione delle spese veterinarie nella dichiarazione dei redditi 2023 – In generale, danno diritto alla detrazione d’imposta del 19% nel limite massimo di euro 550, (valore rimasto invariato rispetto allo scorso anno) le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per pratica sportiva,
- le prestazioni professionali rese dal veterinario;
- l’ acquisto di medicinali veterinari prescritti dal veterinario;
- analisi di laboratorio e interventi presso le cliniche veterinarie.
Sul tema, l’Agenzia delle Entrate ha specificato che non è necessario conservare la prescrizione medica ai fini della detrazione, essendo sufficiente lo scontrino “parlante”. Attenzione va prestata al fatto che non spetta la detrazione per gli animali
- tenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole
- o destinati alla riproduzione o consumo alimentare.
Ricordiamo che i veterinari devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati delle spese veterinarie sostenute dai contribuenti nel periodo d’imposta oggetto di dichiarazione così da poter predisporre il modello precompilato. Pertanto nei modelli 730/2023 precompilato e Redditi PF 2023 precompilato, il contribuente potrà trovare già tale onere.
CARATTERISTICHE DETRAZIONE SPESE VETERINARIE 2023 |
detrazione al 19% |
franchigia pari ad euro 129.11 |
limite massimo a 550 euro |
possibile per:
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Nella prossima dichiarazione dei redditi, la spesa deve essere indicata:
- nel modello 730/2023, nel rigo da E08 –E10 con il codice 29. Nel rigo 28 del prospetto di liquidazione (mod 730-3) verrà riportata la detrazione di imposta pari al massimo a (550-129.11)*19%= 80 euro;
- nel modello Redditi PF 2023, nel rigo RP8-RP13 con il codice 29. Nel quadro RN al rigo 13 verrà riportata la detrazione di imposta pari al massimo a (550-129.11)*19%= 80 euro.
730/2023 | righi E8-E10 codice 29 |
Redditi PF 2023 | righi RP8- RP 13 codice 29 |
Come funziona l’acquisto di un cane?
Come acquistare un cucciolo di cane? © Pixabay Di Letizia Rogolino aggiornato il 03/05/22 18:56 Quando si decide di acquistare un cucciolo di cane e accoglierlo nella propria casa, ci sono delle pratiche burocratiche da dover tenere in seria considerazione, per essere in regola con le norme vigenti in Italia.