Dosaggi – Cani Come trattamento aggiuntivo per le neoplasie: Per ulteriori informazioni sull’uso di prednisone o prednisolone come parte dei protocolli di chemioterapia, fare riferimento ad altri protocolli, tra i quali Withrow and MacEwen’s Small Animal Clinical Oncology, 4th Ed., Canine and Feline Geriatric Oncology, Small Animal Internal Medicine, 3rd Edition, Textbook of Veterinary Internal Medicine: Diseases of the Dog and Cat 6th Edition, The 5-Minute Veterinary Consult Canine & Feline, 3rd Ed.
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- Tumore al cervello (terapia palliativa):
- ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale, fino alla somministrazione a giorni alterni
- ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisone due volte al giorno per molti giorni per via orale, quindi diminuire il dosaggio nella settimana o nel mese successivo, dipendente dalle esigenze del paziente
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- Come terapia aggiuntiva per linfomi canini:
- ▫ protocollo COAP (ciclofosfamide, vincristina, citosina arabinoside, prednisone):
- 50 mg/m2 di prednisone ogni giorno per via orale per una settimana, poi 25 mg/m2 un giorno sì ed uno no
- ▫ protocollo COP (no citosina arabinoside)
- 25 mg/m2 di prednisone un giorno sì ed uno no, per via orale
- ▫ CHOP (doxorubicina invece della citosina arabinoside):
- 25 mg/m2 di prednisone un giorno sì ed uno no, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per il mieloma multiplo: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale. L’utilizzo con melfalan: 0,1 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni per via orale, poi 0,05 mg/kg una volta al giorno per via orale oppure con ciclofosfamide: 1 mg/kg una volta al giorno per via orale (se si sviluppa resistenza al melfalan)
- Per macroglobulinemia: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale. Utilizzato con clorambucile: 0,2 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni per via orale, poi 0,1 mg/kg una volta al giorno per via orale oppure con ciclofosfamide: 1 mg/kg una volta al giorno per via orale (se si sviluppa resistenza al clorambucile)
Come trattamento aggiuntivo a disturbi respiratori:
- Bronchiti croniche: 0,5-1 mg/kg di prednisone una volta al giorno e poi un giorno sì ed uno no, per via orale
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- Bronchiti allergiche:
- ▫ 2-4 mg/kg di prednisolone sodio succinato per via endovenosa (non somministrare rapidamente) o intramuscolare
- ▫ 0,5-1,5 mg/kg/die di prednisone per via orale, per pazienti cronicamente sintomatici
- Come terapia aggiuntiva del collasso della trachea: Inizialmente 0,25-0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 7-10 giorni, per via orale Prednisone: 0,5 mg/kg una o due volte al giorno per via orale. Sospendere se non ci sono miglioramenti in una settimana. In tale condizione i corticosteroidi devono essere usati con cautela e raramente fa la differenza in risultati in una terapia a lungo termine
- Per bronchiti allergiche (eosinofiliche) o pneumoniti: 1-2 mg/kg/die di prednisone diviso da due a tre volte al giorno. Ogni 7-10 giorni diminuire la dose totale di steroidi a un quarto o della metà finché i segni clinici rimangono controllati. Dopo 3-4 settimane, somministrare un giorno sì ed uno no oppure ogni 3 giorni
- Come terapia aggiuntiva per ipersensibilità polmonare parassitaria: 1-2 mg/kg di prednisolone diviso in 2-3 dosi, per via orale, per sopprimere l’infiammazione prima dell’eliminazione dei parassiti
Come terapia aggiuntiva nei disturbi al fegato: poiché il prednisone richiede, a livello del fegato, la conversione nel composto attivo prednisolone, alcuni medici credono che ai pazienti con problemi epatici debba essere somministrato solo il prednisolone.
- Per colangiti: 1-2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno per almeno un mese, poi somministrare un giorno sì ed uno no per altri 2-3 mesi e considerare la sospensione del farmaco, monitorando i segni clinici di una eventuale ricaduta.
- Per enteriti linfocitiche-plasmocitarie o autoimmuni croniche: 2,2 mg/kg una volta al giorno per via orale per diverse settimane e poi 1,1 mg/kg un giorno sì ed uno no. Se il cane non tollera o fallisce la terapia con il prednisone, si potrebbe aggiungere azatioprina
- Epatopatia indotta dal rame: 0,5-1 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per via orale; utilizzare nelle fasi acute. Deve essere fatto in concomitanza con una terapia chelante e una dieta povera di rame.
Come terapia aggiuntiva per disordini del tratto gastrointestinale:
- Per coliti eosinofile: 1-2 mg/kg di prednisolone per 7-10 giorni per via orale. Gradualmente diminuire la dose oltre a seguire per 3-4 settimane un dosaggio minimo che controllerà i segni clinici. Altri casi necessiteranno di una terapia aggiuntiva a giorni alterni per altre 3-4 settimane
- Per enteriti eosinofile: ▫ 1-3 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale; gradualmente diminuito fino ad un giorno sì ed uno no per il mantenimento. Si può utilizzare la soluzione iniettabile se il cane vomita o ha un grave malassorbimento. La terapia potrebbe essere necessaria per settimane o mesi. Non somministrare prima che i siti di biopsia intestinale siano guariti, solitamente 7-10 giorni ▫ 0,5 mg/kg di prednisone inizialmente una volta al giorno per via orale; ridurre gradualmente fino ad avere una terapia a giorni alterni ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 5-7 giorni, poi diminuire a 0,5 mg/kg/die per 5-7 giorni. Diminuire la dose per una terapia a giorni alterni come dettato dalle condizioni. È spesso necessaria una terapia aggiuntiva di 3-4 settimane; possono verificarsi ricadute
- Per coliti eosinofile quando le infezioni alimentari e parassitarie sono state eliminate o quando un’altra terapia appropriata non ha avuto successo: 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno; diminuire la dose gradualmente alla dose minima efficace nell’arco di 3-4 settimane
- Per enterite linfocitico-plasmocitaria: 2,2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per 5-10 giorni per via orale, poi 1,1 mg/kg/die per 5-10 giorni. Poi diminuire riducendo il dosaggio degli steroidi della metà ogni 10-14 giorni, prima di un dosaggio a giorni alterni o del ritorno dei sintomi
- Come terapia aggiuntivadi gastriti croniche superficiali (se nella biopsia sono evidenziate una predominanza di infiltrazionecellule plasmatiche e di linfociti): 0,5-1 mg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno e ridotto per un periodo di 3 mesi al più basso dosaggio efficace giornaliero
- Per coliti ulcerose: in alcuni pazienti può peggiorare le condizioni di salute e deve essere utilizzato solo nel caso in cui non abbia funzionato la terapia con sulfasalazina. Usare con cautela.1-2 mg/kg/die di prednisolone per 5-7 giorni per via orale; poi 0,5 mg/kg/die per 5-7 giorni; poi 0,25-0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per via orale per 10-14 giorni. Continuare con sulfasalazina durante la terapia steroidea. Se non si evidenziano miglioramenti nei primi 7 giorni di terapia, gli steroidi devono essere diminuiti e sospesi il più rapidamente possibile.
- Per intolleranze o allergie alimentari: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale; diminuire la dose settimanalmente se la risposta clinica lo detta. Sospendere il farmaco quando i segni clinici della malattia retrocedono
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- Come terapia aggiuntiva di endotossiemia secondaria e dilatazione e torsione gastrica:
- ▫ 11 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
- ▫ 10 mg/kg di prednisolone sodio succinato
- Per gastriti eosinofile: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per settimane; diminuzione graduale a 0,12 mg/kg un giorno sì ed uno no, per via orale
- Come terapia aggiuntiva di linfangectasia intestinale: 2-3 mg/kg/die di prednisolone; una volta raggiunta la remissione dei sintomi, è possibile applicare il dosaggio di mantenimento. Non tutti i casi rispondono alla terapia
- Come terapia aggiuntiva di enteropatia refrattaria grano-sensibile nel Setter irlandese: 0,5 mg/kg di prednisolone ogni 12 ore per un mese, in seguito iniziare un programma di riduzione della dose da somministrare
- Per i cani che rispondono poco alle terapie convenzionali (sostituzione enzimatica, modificazione dietetica, integrazione della vitamina e antibiotici) per insufficienza pancreatica esocrina: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 7-14 giorni
Per malattie renali:
- Come trattamento aggiuntivo di crisi iposurrenalica: 4-20 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa oltre 2-4, preferibilmente dopo la risposta del test ACTH. Una soluzione salina normale per via endovenosa è solitamente una terapia sufficiente durante la prima ora fino al completamento del test di risposta ACTH. La somministrazione di prednisolone sodio succinato può essere ripetuta dopo 2-6 ore o può essere aggiunto del desametasone all’infusione endovenosa 0,05-0,2 mg/kg ogni 12 ore. Il prednisolone sodio succinato presenta dei mineralcorticoidi attivi, mentre il desametasone non li possiede.
- Per la supplementazione di glucocorticoidi in insufficienze surrenali subacute o croniche: 0,2-0,4 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno, per via orale
- Per la supplementazione di glucocorticoidi se sono evidenti l’azotemia o altri sintomi di deficit di glucocorticoidi: 0,1-0,3 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno, per via orale
- Per la “copertura” di glucocorticoide prima e dopo la rimozione di un tumore surrenale: 1-2 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa, 1 ora prima dell’intervento oppure al memento dell’induzione dell’anestesia. Può anche essere aggiunto ai liquidi endovenosi e somministrato per via endovenosa durante la procedura. Ripetere la somministrazione alla fine della procedura; ppuò essere somministrata per via endovenosa o intramuscolare. La supplementazioen di glucocorticoidi può essere mantenuta utilizzando un prodotto orale (inizialmente 0,5 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno, 2,5 mg/kg di cortisone acetato due volte al giorno o 0,1 mg/kg di desametasone una volta al giorno). Diminuire lentamente fino ai livelli di mantenimento (0,2 mg/kg di predniso(lo)ne una volta al giorno oppure 0,5 mg/kg di cortisone acetato due volte al giorno) per 7-10. Se dovessero riemergere complicazioni al momento della diminuzione della dose, ricominciare con la terapia di mantenimento. Molti cani possono sospendere la teraia con steroide esogeno in circa 2 mesi (basato su un test si simulazione ACTH).
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- Per la “copertura” di glucocorticoide in animali con insufficienza surrenalica iatrogena secondaria e/o soppressione HPA:
- ▫ Per animali con lievi o moderati segni di deficit di glucocorticoidi:
- 0,2 mg/kg di predniso(lo)ne un giorno sì ed uno no, per via orale
- ▫ Per animali con soppressione HPA sottoposti a fattore di stress:
1-2 mg/kg di prednisolone sodio succinato, somministrato poco prima o dopo eventi stressanti, come per esempio un intervento chirurgico. Continuare con bassi dosaggio fino a tre giorni dopo l’intervento. Se l’animale dovesse “collassare” dovrebbero essere disponibili glucocorticoidi solubili in acqua.
- Per sintomi di deficit di glucocorticoidi (anoressia, diarrea, spossatezza) o in pazienti sotto stretta osservazione che assumono mitotano (Lysodren®) per iperadrenocorticismo dovuto a stress: 2,2 mg/kg di prednisone per 2 giorni, per via orale, poi 1 mg/kg per 2 giorni, poi 0,5 mg/kg per 3 giorni, poi 0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi sospendere la terapia. Se dovessero tornare i sintomi ridurre la terapia o modificare il dosaggio.
Come gestione medica aggiuntiva o alternativa dell’iperinsulinismo:
- 0,5 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno, per via orale; aumentare la dose se necessario al mantenimento dell’euglicemia.
- 1 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno, per via orale, poi diminuire il dosaggio alla minima dose efficace
Come terapia aggiuntiva della tossicosi:
- Per tossicità da colecalciferolo: 1-2 mg/kg di prednisone due o tre volte al giorno, per via orale
- Per terapia aggiuntiva di endotossicosi secondaria dovuta all’ingestione di rifiuti o carne in decomposizione: 5-7 mg/kg di prednisolone sodio succinato ogni 4 ore, per via endovenosa
Come terapia aggiuntiva per i disordini riproduttivi:
- nelle femmine soggette a ricaduta dopo una iniziale terapia per la eclampsia (tetania puerperale): 0,25 mg/kg di prednisone una volta al giorno, per via orale, durante l’allattamento; la diminuzione delle dosi di farmaco deve essere effettuata lentamente;
- 0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno
Come terapia aggiuntiva per la filaria (per i clinici la terapia è controindicata durate la terapia di routine post-adulticida promuovendo una possibile trombosi polmonare):
- 1-2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno, per via orale. Ridurre il dosaggio dopo
- Cani con grave tosse, emottisi o un vasto coinvolgimento parenchimale: prima della terapia 1-2 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno, per via orale,
- Per polmoniti associate a malattie nascoste della filaria: 1-2 mg/kg di prednisone una volta al giorno per 3-5 giorni.
Per disordini al sistema nervoso centrale:
- Per meningoencefaliti granulomatose: 1-2 mg/kg di prednisone una volta al giorno per il resto della vita del paziente, per via orale; 2-3 mg/kg di prednisone diviso due volte al giorno, per via orale, per due settimane poi ridurre la dose per diverse settimane; sono raccomandati tempi lunghi di terapia
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- Per reticolosi:
- ▫ 1-2 mg/kg/die di prednisone per via orale, fino a quando i sintomi non iniziano a diminuire, poi si potrà diminuire la dose. Continuare la terapia con una dose bassa una volta al giorno o un giorno sì ed uno no a tempo indeterminato
- ▫ 2-3 mg/kg di prednisone diviso due volte al giorno per due settimane, per via orale, poi ridurre lentamente il dosaggio per diverse settimane; sono raccomandati lunghi tempi per la terapia
- ▫ 2 mg/kg di predniso(lo)ne per via orale per una settimana, poi 1 mg/kg/die per una settimana, poi 0,5 mg/kg/die per una settimana, poi 0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi 0,25 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi 0,25 mg/kg ogni terzo giorno
- Come terapia aggiuntiva per l’idrocefalo: ▫ 0,5 mg/kg di prednisone può essere sperimentata la somministrazione a giorni alterni, per via orale, per un lungo periodo ▫ 0,25-0,5 mg/kg di prednisone due volte al giorno, per via orale; continuare la somministrazione se si evidenziano miglioramenti nell’arco di una settimana e diminuire la dose ad intervalli settimanali a 0,1 mg/kg eventualmente un giorno sì ed un giorno no, per via orale. Mantenere la dose per almeno un mese.
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- Come terapia medica aggiuntiva per la mattia del disco intervertebrale (IVD):
- ▫ IVD cervicale:
- 0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 3 giorni, per via orale, poi 0,5 mg/kg una volta al giorno per 3-5 giorni
- ▫ IVD toraco-lombare:
- 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 2-3 giorni per via sottocutanea o orale, poi diminuire il dosaggio nei seguenti 3-5 giorni
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- Come terapia aggiuntiva per la spondilopatia:
- ▫ Cervicale: per cani con percorso lentamente progressivo e ancora ambulatoriale
- 1-2 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno per via orale. In seguito una diminuzione graduale della dose ogni 2 settimane, fino a raggiungere 0,5 mg/kg ogni due giorni, per via orale
- ▫ Lombo-sacrale:
- 1 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno, per via orale. Poi, riduzione graduale della dose fino a 0,5 mg/kg a giorni alterni, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per la sindrome shaker del cane bianco: 0,25 mg/kg di prednisone due volte al giorno per 10 giorni, per via orale, poi una volta al giorno per 10 giorni, poi a giorni alterni per 10 giorni
- Come terapia aggiuntiva per la sindrome del tremore generalizzato: 3 m/kg di predniso(lo)ne ogni mattina per 5 giorni, poi diminuire la dose e alternare le mattine per 5 giorni, poi iniziare un ritiro graduale del farmaco. Potrebbe essere richiesta una terapia alternativa a lungo termine a bassa dose
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- Per meningiti suppurative non batteriche:
- dopo che le culture risultano negative
- 2 mg/kg di prednisone per 10 giorni, poi diminuire gradualmente per oltre 1 mese
- Come terapia aggiuntiva per i cani a cui è stata diagnosticata la sindrome di Wobbler con segni di media o moderata paraparesi, tetraparesi o atassia: 1-2 mg/kg di prednisolone inizialmente due volte al giorno, diminuendo gradualmente la dose per un periodo di 5 giorni a 0,5-1 mg/kg a giorni alterni
Per disordini ematologici:
- Per anemia emolitica autoimmune: 1-4 mg/kg di prednisolone al giorno, ma divisa in due volte, per via orale. Aggiungere un agente immunosoppressivo (es. ciclofosfamide, azatioprina) se il PCV non si stabilizzo entro 48-72 ore. Potrebbero servire diversi mesi per l’eliminazione farmaco
- Come terapia aggiuntiva per l’aplasia pura della serie rossa (PRCA): 2 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno. Se non si ha un aumento dei reticolociti in 2 settimane, aumentare la dose a 4 mg/kg, due volte al giorno. Se la conta dei reticolociti rimane bassa per altre 4-6 settimane aggiungere ciclofosfamide (30-50 mg/m2 per 4 giorni consecutivi per ogni settimana). Continuare con prednisolone. Sospendere la ciclofosfamide se si verificano casi di neutropenia o trombocitopenia. Se la conta dei reticolociti aumenta, la ciclofosfamide potrà essere sospesa ed il prednisolone potrà essere lentamente diminuito e sostituito da una terapia giornaliera alternata.
- Per trombocitopenia immuno-mediata: 1-3 mg/kg di prednisolone divisa due o tre volte al giorno, per via orale. Non deve essere somministrata per via intramuscolare. Se la conta delle piastrine aumenta, la dose di prednisolone dovrebbe essere lentamente diminuita del 50% ogni 1-2 settimane. La riduzione della dose dovrebbe avvenire lentamente per diversi mesi
Per disordini dermatologici o altri problemi immuno-mediati:
- Come terapia aggiuntiva per l’orticaria e l’angioedema: 2 mg/kg di prednisone due volte al giorno per via orale o intramuscolare
- Per l’atopia canina: 0,5 mg/kg di predniso(lo)ne inizialmente due volte al giorno per 5-10 giorni, per via orale, poi diminuire alla minima dose efficace e somministrare a giorni alterni
- Come terapia aggiuntiva per la dermatite allergica da pulci: 1 mg/kg di prednisolone una volta al giorno per una settimana, per via orale, poi un giorno sì ed uno non alla minima dose efficace
- Come immunosoppressore per le malattie autoimmuni della pelle: 2,2 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno fino alla remissione, poi diminuire il dosaggio fino alla minima dose efficace e somministrare a giorni alterni
- Per l’ipersensibilità di tipo 2 (citotossica): 2 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno. Una volta in remissione, il dosaggio può essere abbassato fino al livello di mantenimento. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di altri immunosoppressori
- Come terapia aggiuntiva per l’orticaria, shock e/o arresto respiratorio secondario per cntrastare un’ipersensibilità media: 10 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
- Come terapia aggiuntiva per il pioderma superficiale: 1 mg/kg/die di predniso(lo)ne per 5-7 giorni
- Per ulcere eosinofile: 2-4,4 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale. Per casi cronici utilizzare 0,5-1 mg/kg di prednisolone un giorno sì ed uno no, per via orale
Indicazioni varie:
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- Per la cardiomiopatia nei boxer:
- nei pazienti che non rispondono agli agenti antiaritmici
- 1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 10 giorni
- Come stimolante dell’appetito: 0,25-0,5 mg/kg di prednisolone ogni giorno, a giorni alterni o ad intermittenza se necessario, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per le uveiti posteriori: 2,2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno; ridurre gradualmente fino a quando l’infiammazione non è controllata
- Per laringiti piogranulomatose, proliferative, croniche: 1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno, per via orale; diminuire il dosaggio settimanalmente
- Come terapia aggiunta o alternativa per l’ipercalcemia: 1-1,5 mg/kg di prednisolone ogni 12 ore, per via orale. Per via del ritardo d’inizio d’azione, ci vogliono da 4 a 8 giorni per avere dei risultati
- Come antinfiammatorio nei trattamenti aggiuntivi per l’otite interna: 0,25 mg/kg/die di prednisone per i primi 5-7 giorni di trattamento
- Come terapia aggiuntiva per myasthenia gravis: 0,5 mg/kg/die di prednisone, per via orale. Aumentare la dose di 0,5 mg/kg/die ogni 2-4 giorni, fino ad arrivare alla dose totale di 2 mg/kg/die. Ottenuta la remissione, gradualmente modificare la terapia somministrando a giorni alterni. Se il paziente dovesse peggiorare durante il periodo in cui la dose di prednisone viene aumentata, ridurre la dose e aumentare gli intervalli tra gli aumenti di dosaggio. Potrebbero essere necessarie diverse settimane prima che siano evidenti i primi segni di risposta positiva. Dopo che i segnali sono controllati, ridurre la dose ogni 4 settimane fino alla determinazione del dosaggio di mantenimento. Possono essere indicati farmaci citotossici se i sintomi non sono controllati o se il dosaggio non può essere ridotto.
Gatti Nel gatto è consigliabile l’utilizzo del prednisolone al posto del prednisone. I gatti non assorbono o convertono il prednisone bene come i cani. Come agente immunosoppressore:
inizialmente 2-4 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno in dosi divise. Diminuire fino ad alternare i giorni e, in base alle condizioni del paziente, portare rapidamente ad una terapia a basso dosaggio
Come trattamento aggiuntivo per disordini respiratori:
- Bronchiti allergiche: 1-3 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via indovenosa (non somministrare rapidamente) o intramuscolare
- Come terapia aggiuntiva per l’asma felino: 1-2 mg/kg/die di predniso(lo)ne
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- Come terapia aggiuntiva di emergenza:
- ▫ 50-100 mg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa.
- ▫ Per casi non urgenti:
- 5 mg di prednisone, inizialmente tre volte al giorno, per via orale; poi una rapida diminuzione fino alla somministrazione a giorni alterni o discontinui
Come terapia aggiuntiva per disordini al tratto gastrointestinale:
- Per enteriti linfocitiche-plasmocitarie: 2,2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per 5-10 giorni, per via orale; poi 1,1 mg/kg/die per 5-10 giorni; poi diminuire riducendo il dosaggo dello steroide della metà ogni 10-14 giorni fino al raggiungimento del dosaggio a giorni alterni o fino a quando i sintomi non ricorrono nuovamente
- Per le malattie infiammatorie intestinale del piccolo intestino: 1-2 mg/kg/die di prednisone diviso in due dosi. Generalmente nei casi medi o moderati la risposta avviene a bassi dosaggi. Se il caso risulta essere grave utilizzare la dose elevata per 2-4 settimane o finché non si risolvono i sintomi. Nei casi più gravi, caratterizzati da anoressia, perdita di peso e diarrea cronica utilizzare una dose iniziale di 4 mg/kg/die per 2 settimane. Se la risposta è positiva, dopo 2 settimane diminuire il dosaggio della metà e a 4 settimane diminuire nuovamente della metà. Alternare, eventualmente, i giorni di terapia e dovrebbe essere mantenuta per 3 mesi. Alcuni gatti possono assumere il farmaco in maniera discontinua o una terapia a lungo termine a giorni alterni (o ogni terzo giorno di terapia).
Come terapia aggiuntiva per la gengivite-faringite plasmacellulare del gatto:
1-2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale
Come terapia aggiuntiva per la filaria felina:
per crisi dovute all’embolizzazione 4,4 mg/kg di prednisolone tre volte al giorno con accurata terapia con fluidi endovenosi
Per condizioni dermatologiche:
- Come trattamento aggiuntivo per l’allergia alle pulci: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 5 giorni, per via orale, poi diminuire gradualmente fino ad una terapia a giorni alterni (solitamente 1-2 mg/kg a sere alterne)
- Per la dermatosi miliare idiopatica felina: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 5-7 giorni, per via orale, poi ridurre gradualmente la dose fino ad una terapia a giorni alterni alla dose di 1-2 mg/kg. L’efficacia a lungo termine solo raramente è efficace
- Per il granuloma lineare: 0,5 mg/kg di prednisolone inizialmente due volte al giorno, con diminuzione
- Per ulcere eosinofile: 2-4,4 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale; per i casi cronici utilizzare 0,5-1 mg/kg di prednisolone a giorni alterni, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per le neoplasie feline (linfosarcoma, leucemia linfoide acuta, mastocitomi):
- 20-50 mg/m2 ogni 24-48 ore per via orale, sottocutanea o endovenosa. Vedere anche i protocolli riportati nella sezione del dosaggio del cane
- Cavalli
- (ARCI UCGFS, farmaco di classe 4)
- Sembra che il prednisone non venga ben assorbito dopo l’assunzione della dose orale; si consiglia di utilizzare il prednisolone i altri steroidi orale
- Come terapia aggiuntiva per la broncopneumopatia cronica ostruttiva:
inizialmente 600-800 mg di prednisolone per via intramuscolare o per via orale in cavalli di 450 kg. È possibile diminuire la dose e alternare i giorni di somministrazione. Le dosi a partire da 200 mg, somministrate a giorni alterni, possono essere efficaci
Per gli effetti glucocorticoidi:
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- ▫ 0,25-1 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
- ▫ 0,25-1 mg/kg di predniso(lo)ne in compresse, per via orale
- ▫ 0,25-1 mg/kg di prednisolone acetate, per via intramuscolare oppure 10-25 mg subcongiuntivale
Bovini Come terapia aggiuntiva per l’edema celebrale secondario fino alla polioencefalopatia:
1-4 mg/kg di prednisolone per via endovenosa
Come terapia aggiuntiva per le laminiti asettiche:
100-200 mg di prednisolone (supponendo sale di sodio succinato) per via intramuscolare o endovenosa; continuare la terapia per 2-3 giorni
Per l’attività glucocorticoide:
0,2-1 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa o intramuscolare
Suini Per attività glucocorticoide:
0,2-1 mg/kg di prednisolone sodio succinate, per via endovenosa o intramuscolare
Lama Per dermatosi pruriginosa steroide-reattiva secondaria alle origini allergiche:
0,5-1 mg/kg di prednisone per via orale, in seguito abbassamento della dose alla minore dose efficace somministrata a giorni alterni
Conigli L’utilizzo di questo farmaco nei conigli è indicato raramente ed è da utilizzare con cautala. Si raccomanda l’uso simultaneo di gastroprotettori. Per un trauma spinale:
0,25-0,5 mg/kg ogni 12 ore per 3 giorni, per via orale, poi una volta al giorno per 3 giorni, poi un giorno sì ed uno no per 3 dosi
Come antinfiammatorio:
0,5-2 mg/kg per via orale
- Cavie
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Cincillà
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Criceti
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Gerbilli
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Ratti
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Topi
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Furetti
- Come antinfiammatorio o per insulinoma (post-intervento o anche non in caso di intervento):
0,5-2 mg/kg per via orale o intramuscolare (frequenza non specificata)
Rettili Per molte specie in fase di shock utilizzare prednisolone sodio succinato:
5-10 mg/kg per via endovenosa, come necessario
Uccelli Come antinfiammatorio:
0,2 mg/30 gr di peso corporeo, di prednisolone oppure dissolvere una compressa da 5 mg in 2,5 ml di acqua e somministrare 2 gocce per via orale. Due volte al giorno. Diminuire il dosaggio se si somministra il farmaco per un lungo tempo
Per il trattamento dello shock:
0,1-0,2 ml/100 gr di peso corporeo, di prednisolone sodio succinato (10 mg/ml). Ripetere ogni 15 minuti fino ad ottenere un risultato. Per i grandi uccelli, il dosaggio può essere aumentato della metà
Contents
- 1 Cosa succede se il cane prende il cortisone?
- 2 Quanto tempo dura l’effetto del cortisone?
- 3 Quanto tempo per assorbire cortisone?
- 4 A cosa serve il cortisone al cane?
- 5 Quali sono i disturbi che può causare il cortisone?
- 6 Come agisce il cortisone nelle infiammazioni?
- 7 Quanto tempo durano gli effetti collaterali del cortisone?
- 8 Qual è il cortisone più forte?
- 9 Quanto cortisone può prendere un cane?
- 10 Quanto tempo durano gli effetti collaterali del cortisone?
Cosa succede se il cane prende il cortisone?
Cortisone: effetti negativi anche sulla psiche Nervosi, aggressivi, poco propensi al gioco e più paurosi. Così diventano i cani trattati con terapie a base di cortisonici. Gli effetti collaterali del cortisone su parametri fisici come il peso, la predisposizione alle infezioni, la pressione arteriosa o la glicemia, sono ben noti nell’uomo, ma anche negli animali da compagnia.
Molto meno noti invece i possibili effetti avversi di natura psicologica, finora evidenziati solo negli animali da laboratorio e in pazienti umani già afflitti da disordini psichiatrici. Lorella Notari, veterinaria specializzata in medicina comportamentale, aggiunge ora una nuova e importante tessera al puzzle di evidenze che suggeriscono cautela nell’uso di terapie corticosteroidee nel cane,
Si tratta in particolare di due studi, pubblicati congiuntamente su, e condotti su oltre 100 cani di proprietà affetti da malattie prevalentemente dermatologiche (es. dermatite atopica) e trattati a breve e lungo termine con farmaci a base di cortisone.
- Gli studi della Notari evidenziano che nel periodo di assunzione dei cortisonici i cani si presentano più nervosi e aggressivi, specie in presenza del cibo, più propensi ad abbaiare, più paurosi e tendenti ad evitare i contatti sociali o le situazioni inaspettate.
- Inoltre viene dimostrata anche la diminuzione del comportamento di gioco,
Tutti segni che indicano i potenziali effetti negativi dei corticosteroidi sul comportamento e sullo stato affettivo ed emozionale del cane. I test effettuati negli studi evidenziano inoltre l’interferenza della terapia cortisonica anche con il comportamento di esplorazione del cane.
Tant’è che i cani in trattamento dimostrano maggiore indifferenza nei confronti dei disturbi ambientali, esplorano meno la zona e, a dispetto del noto aumento di appetito indotto da questi farmaci, assumono meno cibo. Gli studi di Lorella Notari suggeriscono come i cani sottoposti a terapie dermatologiche a base di cortisone dovrebbero essere seguiti anche da un punto di vista comportamentale,
Inoltre, come già dimostrato per altri farmaci con importanti effetti indesiderati (es. FANS), il loro utilizzo dovrebbe essere limitato nel tempo e al minor dosaggio possibile. Notari L, Burman O, Mills D. Behavioural changes in dogs treated with corticosteroids Physiol Behav.2015;151:609-616 : Cortisone: effetti negativi anche sulla psiche
Quanto tempo dura l’effetto del cortisone?
Per quanto tempo funziona? – Il cortisone è in grado di ridurre l’infiammazione e il dolore da essa derivante, per alcuni giorni o alcune settimane. Se l’infiammazione è l’unica responsabile del dolore (molto meno spesso di quanto pensiamo) allora il cortisone può avere un effetto che dura anche alcuni mesi.
Quanto tempo per assorbire cortisone?
Dopo somministrazione i.m., essendo più lento l’assorbimento, si ottiene il picco plasmatico in circa 20 ore. La biodisponibilità è in genere variabile tra il 30 e il 95%. Emivita: circa 30 minuti. Viene metabolizzato a livello epatico con formazione di idrocortisone, metabolita attivo.
A cosa serve il cortisone al cane?
Cortisone al cane anziano: cosa sapere? – Si può dare il cortisone al cane anziano, a patto che sia il veterinario a prescriverlo, Quindi, sarà il medico a indicare il giusto dosaggio e la durata della terapia. Di solito al cane anziano il medicinale a base di cortisone, come il deltacortene, viene somministrato per combattere i dolori della vecchiaia, come quelli muscolari o alle ossa, ma soprattutto nei casi di presenza di artrosi, per dare sollievo agli acciacchi dell’età.
- Di certo il cortisone è il miglior alleato del cane molto anziano, quando anche solo camminare può risultare piuttosto faticoso, data l’anzianità.
- In questo caso si rivela un valido aiuto per combattere le infiammazioni e come antidolorifico è sicuro.
- Però, non va assolutamente somministrato di propria iniziativa, senza il consulto del veterinario.
Un cane già affaticato dai malanni dell’età potrebbe sviluppare delle reazioni inaspettate, date dagli effetti collaterali. Quindi mai e poi mai pensare di dare una pasticchetta di cortisone al cane, solo perché lo vediamo dolorante e pensando che sia la panacea di tutti i mali (cosa che spesso fanno gli esseri umani con le loro malattie).
Quali sono i disturbi che può causare il cortisone?
Quali effetti collaterali può provocare l’assunzione di cortisone? – L’assunzione di cortisone può provocare molti effetti collaterali di lieve entità, tra cui: mal di testa, capogiri, aumento dell’appetito, insonnia, sudorazione aumentata, digestione difficile, nervosismo,
Cosa fare se il cane ha il fiatone?
21/08/2020 Categorie : Cani, Salute Tempo di lettura 2 minuti Quando un cane sano inizia a manifestare affanno e tremori potrebbero esserci problemi che è bene approfondire. In questo articolo vedremo le possibili cause di questi sintomi. Affanno e tremori possono essere sintomi di numerosi problemi più o meno gravi dello stato di salute del cane.
- È importante capirne le cause e rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per adottare la terapia più idonea alla patologia dell’animale.
- Un cane sano normalmente respira dalle 10 alle 30 volte al minuto, quando il respiro si fa affannoso potrebbe essere per diverse ragioni: le meno preoccupanti sono quelle fisiologiche legate ad uno sforzo fisico dovuto ad un’attività intensa, oppure alle alte temperature che costringono il cane a respirare con la lingua fuori dalla bocca per riequilibrare la temperatura corporea.
Se al respiro affannoso si affiancano altri sintomi come tremore e nausea potrebbero essere in corso problemi più gravi,
Quanto ci vuole prima che il cortisone faccia effetto?
Ultima modifica 30.11.2021 Cos’è il cortisone? Cortisone è un termine che nel linguaggio comune viene in genere usato per indicare un insieme di farmaci, anche se in realtà in campo medico e chimico indica una precisa molecola che viene anche prodotta dall’organismo, oltre ad essere usata come medicinale.
antinfiammatorio, antiallergico e immunosoppressore : Le infiammazioni sono la risposta dell’organismo a un danno dell’organismo, ma in alcuni casi ci troviamo di fronte a reazioni immotivate e/o esagerate. I cortisonici sono capaci di una spiccata azione antinfiammatoria, che deriva anche da una soppressione del sistema immunitario, sfruttata ad esempio per malattie
reumatiche: infiammazioni muscolo-articolari ( artrosi, tendinite, borsite, gotta,,) respiratorie: asma bronchiale, polmonite, tubercolosi,, della pelle: eczema, psoriasi, orticaria, sarcoidosi,, digestive: morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa,, endocrine: tiroidite,, dell’occhio: cheratite, ulcerazioni,, autoimmuni: artrite reumatoide,, allergiche: allergie stagionali, dermatite allergica,,
terapia sostitutiva : nei pazienti in cui la produzione da parte dell’organismo sia ridotta (ad esempio nel caso del morbo di Addison ) trapianto d’organo, per ridurre il rischio di rigetto (viene sfruttato l’effetto di depressione del sistema immunitario.
Quando è meglio prendere cortisone? A differenza di quanto si pensa i cortisonici non predispongono allo sviluppo di ulcera gastrica e non richiedono gastroprotezione, tuttavia in genere si consiglia l’assunzione dopo un pasto per ridurre il rischio di effetti collaterali gastrointestinali (tipicamente al mattino dopo la colazione in caso di monosomministrazione).
Quanto impiega a fare effetto? Dipende dalle patologie, ma è in genere molto veloce; ad esempio in caso di reazione allergica poche ore per dare sollievo al prurito (anche meno se iniettato), qualche giorno nel caso di malattia reumatiche infiammatorie caratterizzate da forte dolore. Quanto tempo dura? Dipende dal tipo di somministrazione, dalla dose e dalla molecola usata.
Cosa succede quando si smette di prendere? In caso di assunzione locale (ad esempio spray nasale) in genere non ci sono rischi alla sospensione, così come per terapie sistemiche (ad esempio per bocca) limitate a pochi giorni. Nel caso di terapie sistemiche di lunga durata è necessario scalare gradualmente per ridurre il rischio di sviluppare la sindrome da sospensione, caratterizzata da calo dell’appetito, nausea, vomito, stanchezza, dolori articolari e muscolari, mal di testa, perdita di peso, depressione, sonnolenza.
ritenzione idrica (accumulo di liquidi), mobilizzazione dei grassi, che vengono redistribuiti nell’organismo (in seguito a variazioni del metabolismo di proteine, glucidi e grassi).
Chi prende cortisone è immunodepresso? In caso di assunzione sistemica, ad esempio per bocca, e per lunghi periodi sì, può vedere le proprie difese immunitarie indebolite. Quanto prenderne? La dose viene quasi sempre personalizzata dal medico, in base a valutazioni relative a:
età (i bambini assumono proporzionalmente dosi maggiori) peso gravità dei sintomi rischio di effetti indesiderati.
Si noti che i diversi cortisonici manifestano potenza differente, un ulteriore tassello da prendere in considerazione nella pianificazione della terapia. A cosa serve in gravidanza? L’uso più caratteristico è legato alla stimolazione della maturità polmonare del feto nel terzo trimestre, quando ci sia il rischio di parto prematuro.
Quali sono gli effetti collaterali? L’efficacia è in generale molto elevata e, quando usato solo localmente (ad esempio in forma di crema, collirio, supposta, spray nasale o puff) gli effetti collaterali minimi (il principale limite è in questi casi la tolleranza, ossia una riduzione di efficacia se usato cronicamente).
Quando viene invece assunto per via sistemica (per bocca o iniettato) il rischio di effetti indesiderati aumenta soprattutto nel caso di terapia cronica (mentre non sussistono in genere grossi rischi in caso di occasionali e brevi terapie); tra i potenziali effetti collaterali legati all’uso a lungo termine ricordiamo:
nausea, gonfiore, ulcerazioni su esofago e stomaco riduzione delle difese immunitarie verso minacce esterne sviluppo di diabete mellito di tipo 2 ritardo nella guarigione delle ferite aterosclerosi (deposito di placche grasso nei vasi sanguigni) osteoporosi (indebolimento delle ossa) viso tondeggiante e gobba a causa delle ritenzione idrica e della mobilizzazione dei grassi pelle fragile e acne irritabilità ed altre alterazioni dell’umore e del comportamento disturbi della vista ( glaucoma, cataratta,,).
È infine possibile sviluppare
dipendenza e tolleranza al farmaco (necessità di assumerlo per evitare malessere e riduzione dell’efficacia) effetto rebound (peggioramento improvviso dei sintomi alla sospensione).
A cosa serve il cortisone prodotto dall’organismo? Insieme all’adrenalina, i corticosteroidi (ivi compreso il cortisone) sono ormoni prodotti dal corpo in grado di esercitare effetti in qualsiasi distretto dell’organismo; sono prodotti soprattutto in risposta allo stress e, da un punto di vista biologico, sono correlati alla risposta di reazione o fuga.
L’esempio più comune è quello relativo all’uomo primitivo che si trova di fronte ad un animale feroce, dovendo quindi necessariamente scappare o affrontarlo; nella nostra società invece i livelli di cortisone (e del suo principale derivato, il cortisolo) possono aumentare in seguito a stress quali paura, ansia, improvvisi cambi di temperatura, traumi, interventi chirurgici,,
Avendo radici evolutive che poggiano sulla necessità di fuga o combattimento, gli effetti fisiologici sono volti a massimizzare l’efficacia di queste reazioni:
aumento della glicemia (zucchero nel sangue) per fornire energia, aumento della pressione del sangue aumento della frequenza del battito cardiaco aumento della frequenza respiratoria ( tachipnea ) spostamento di parte del sangue da organi digestivi ai muscoli, dilatazione delle pupille, aumento dell’attenzione e dei riflessi,,
Quanto tempo ci vuole prima che faccia effetto il cortisone?
I primi segni di miglioramento dei sintomi potrebbero essere visibili dopo circa 30 minuti o 1 ora dall’assunzione del Betametasone.
Perché il cortisone non si prende la sera?
PERCHE’ IL CORTISONE NON VA PRESO LA SERA? – Per comprendere tale aspetto è bene effettuare una premessa. Il cortisone è il precursore inattivo della molecola del cortisolo (biologicamente attiva, questa, e resa tale dalla trasformazione operata dal fegato).Il cortisone è una sorta di imitazione del cortisolo, famoso come ormone dello stress che nel nostro organismo svolge diverse funzioni, tra le quali la sincronizzazione dei ritmi sonno-veglia delle cellule.
La secrezione fisiologica del cortisolo segue un determinato ritmo giornaliero che tocca il suo livello massimo al mattino. Durante la notte, invece, si riduce al minimo. Per poi risalire nuovamente durante le prime ore del giorno. Ciò significa che il cortisone non va preso la sera perché è meglio non somministrarlo nel momento in cui il metabolismo è in una fase in cui ne produce meno.
Rispettando i ritmi biologici della produzione di ormoni – e quindi anche di cortisone – da parte dell’organismo se ne potenzia l’efficacia e si riducono gli effetti collaterali. Quando si prende il cortisone, prima o dopo i pasti ? Andrebbe preso durante i pasti, ma per limitare il potenziale impatto sullo stomaco, si consiglia di assumerlo a conclusione di questi.
Come agisce il cortisone nelle infiammazioni?
Il cortisone agisce riducendo o prevenendo la risposta infiammatoria e modificando la risposta dell’organismo ad alcuni stimoli immunitari.
Qual è l’orario migliore per prendere il cortisone?
Allora prendiamo il cortisone nel primo mattino o entro mezzogiorno ed evitiamo accuratamente le somministrazioni serali. Analogamente sono da evitare il più possibile ‘picchi multipli’ legati a diverse somministrazioni, che disorientano l’orologio biologico.
Cosa succede se si interrompe la cura di cortisone?
Avvertenze – Quali informazioni conoscere prima di usare cortisone? – Modalità di utilizzo: impiegare la posologia minima di cortisone necessaria per il controllo della malattia, attuando una graduale riduzione non appena possibile. Dosi tendenzialmente alte di idrocortisone o di cortisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrosalina, o eccessiva deplezione di potassio e calcio.
Durante la terapia corticosteroidea possono quindi essere necessari un regime dietetico povero di sodio ed un apporto supplementare di potassio, I derivati sintetici del cortisone presentano una probabilità inferiore di inluenzare l’omeostasi idrosalina rispetto al cortisone, ma la differenza tende ad attenuarsi alle dosi elevate.
In corso di terapia prolungata può essere opportuno instaurare una profilassi per l’ulcera e monitorare i valori della pressione arteriosa e della glicemia. Poichè lo stress aumenta il consumo di cortisone, valutare la somministrazione di corticosteroidi a rapida azione.
Modalità di sospensione: l’interruzione della somministrazione di corticosteroidi per via sistemica va effettuata gradualmente, per evitare il rischio di insufficienza surrenalica, in particolare in caso di assunzione di cicli ripetuti, dopo trattamenti prolungati (oltre le 3 settimane) e/o dosaggi elevati (es.
superiori a 200 mg/die di cortisone acetato), in presenza di possibili cause aggiuntive di soppressione surrenalica. In assenza di una probabile recidiva della malattia, la terapia corticosteroidea per via sistemica non richiede necessariamente una riduzione graduale.
- Comunque, dovendo adottare una riduzione della posologia, questa può essere rapida fino al dosaggio fisiologico, quindi dovrebbe procedere più lentamente.
- Soppressione surrenalica: la somministrazione prolungata di corticosteroidi può portare a un’atrofia surrenalica che può persistere per anni dopo la sospensione della terapia.
L’interruzione improvvisa dopo trattamento a lungo termine può comportare insufficienza surrenalica, ipotensione e morte. La sospensione può essere accompagnata da febbre, mialgie, artralgie, rinite, congiuntivite, noduli cutanei dolorosi e pruriginosi e perdita di peso.
In caso di malattie gravi, traumi o interventi chirurgici, condizioni che richiedono all’organismo un aumento della sintesi endogena di ormoni corticosurrenalici, potrebbe essere necessario aumentare temporaneamente la dose di cortisone o in alternativa, se il trattamento era appena terminato, reintrodurre il farmaco.
Vaccinazioni: la vaccinzione antivaiolosa è controindicata nei pazienti in terapia corticosteroidea. Se il paziente è in terapia corticosteroidea, è preferibile posticipare qualsiasi tipo di vaccinazione perchè si potrebbe avere una risposta anticorpale non ottimale (i corticosteroidi possiedono attività immunosoppressiva) e per un aumento del rischio di complicanze neurologiche.
- La terapia corticosteroidea sostitutiva (morbo di Addison) non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione.
- Tubercolosi in atto: nei pazienti con tubercolosi, il cortisone può essere somministrato solo in caso di tubercolosi fulminante o disseminata, in associazione alla terapia antitubercolare.
Tubercolosi latente: in caso di tubercolosi latente o nei pazienti con risposta positiva alla tubercolina, l’uso del cortisone richiede cautela e un attento monitoraggio, perchè potrebbe indurre una riattivazione della malattia. Se la terapia corticosteroidea prevede tempi di somministrazione prolungati, è necessario istituire un trattamento di chemioprofilassi.
Ulcera peptica, coliti ulcerative aspecifiche, diverticoliti: queste condizioni patologiche richiedono cautela nella somministrazione del cortisone per il rischio di perforazione. Miastenia grave: il cortisone deve essere usato con cautela in pazienti affetti da miastenia grave. Insufficienza cardiaca congestizia e ipertensione : poichè i corticosteroidi possono indurre ritenzione idrica con formazione di edemi e aumento ponderale, la somministrazione a pazienti con insufficienza cardiaca o ipertensione richiede cautela.
Edemi: in caso di edema adottare una dieta iposodica (meno di 1 g/die); se il paziente non risponde in modo ottimale alla riduzione dell’apporto di sodio, cioè si osserva persistenza dello stato edematoso, valutare una riduzione del dosaggio di cortisone e/o un aumento dell’intervallo di somministrazione fino a normalizzazione della diuresi.
In alternativa somministrare un diuretico in associazione a 1-2 g di potassio cloruro. Se l’edema persiste, sospendere il cortisone, Osteoporosi : la somministrazione di corticosteroidi, in particolare a dosaggi elevati e/o per tempi prolungati, può indurre perdita di massa ossea con un aumento del rischio di frattura.
Valutare, sulla base del dosaggio e della durata del trattamento, la necessità di un monitoraggio periodico della densità ossea, tramite esame radiografico della colonna vertebrale. Alcuni autori raccomandano nei pazienti in terapia corticosteroidea superiore a 3 mesi, per la prevenzione dell’osteoporosi, oltre alla supplementazione di calcio, vitamina D, dieta proteica e regolare esercizio fisico, l’uso di bifosfonati o di analoghi dell’ormone paratiroideo nei pazienti con rischio elevato di frattura ossea (Trombetti et al., 2004; Aubry-Rozier et al., 2010).
- Diabete: nei pazienti diabetici in terapia corticosteroidea potrebbe essere necessario aumentare i dosaggi di insulina o di ipoglicemizzanti orali.
- Herpes simplex oftalmico: i corticosteroidi devono essere impiegati con cautela nei pazienti con herpes simplex oftalmico, per il rischio di perforazione della cornea.
Ipotiroidismo e cirrosi: somministrare con cautela il cortisone in caso di ipotiroidismo o cirrosi in quanto nei pazienti affetti da tali patologie gli effetti dei corticosteroidi risultano più marcati. Infezioni: i corticosteroidi possono mascherare alcuni sintomi di infezione e durante il loro impiego si possono manifestarsi infezioni sovrapposte.
- In corso di terapia corticosteroidea si può osservare una ridotta resistenza alle infezioni e la tendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi.
- In caso di infezioni ricorrenti, va sempre valutata l’opportunità di una terapia antibiotica.
- Varicella : la somministrazione corticosteroidea aumenta il rischio di contrarre l’infezione della varicella nei pazienti non immunizzati.
Il rischio è elevato in caso di terapia orale o parenterale, è minore in caso di terapia topica, inalatoria o rettale. I segni di un’infezione fulminante di varicella comprendono: polmonite, epatite e coagulazione intravascolare disseminata, mentre l’esantema cutaneo rimane un sintomo non particolarmente rilevante.
L’esposizione al virus della varicella durante la terapia corticosteoidea sistemica o nei tre mesi successivi richiede un trattamento di immunizzazione passiva con immunoglobuline per varicella -zoster. Le immunoglobuline dovrebbero essere somministrate preferenzialmente entro 3 giorni dall’esposizione e non oltre i 10 giorni.
I corticosteroidi non devono essere sospesi; potrebbe anzi essere necessario un aumento della dose. Morbillo : in caso di esposizione al virus del morbillo trattare i pazienti non immunizzati, in terapia corticosterioidea, con immunoglobuline intramuscolari normali.
Alterazioni psichiche: la somministrazione sistemica di corticosteroidi, soprattutto se a dosaggio elevato, può indurre una alterazione dello stato d’animo del paziente i cui sintomi comprendono euforia, incubi, insonnia, irritabilità, instabilità dell’umore, ideazione suicidaria, reazioni psicotiche e disturbi del comportamento.
Nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi psichici possono manifestarsi paranoia o depressione grave. La maggior parte dei pazienti rispondono alla riduzione della dose o alla sospensione del farmaco; in alcuni casi è stato necessario istituire un trattamento farmacologico specifico.
Effetti sull’occhio: l’impiego prolungato dei corticosteroidi può causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici, e infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus. Terapia anticoagulante: monitorare il tempo di protrombina nei pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici contemporaneamente poiché i corticosteroidi potrebbero modificare la risposta del paziente agli anticoagulanti.
Ipoprotrombinemia: in presenza di ipoprotrombinemia, l’acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. Fenitoina (difenilidantoina), efedrina, fenobarbitale, rifampicina: questi farmaci possono indurre un aumento del metabolismo e della clearance dei corticosteroidi.
- Valutare un eventuale aumento della dose di steroide.
- Diuretici depletori di potassio : quando i corticosteroidi sono somministrati insieme a diuretici depletori di potassio, monitorare la concentrazione ematica di potassio per evidenziare un eventuale stato di ipokalemia.
- Estrogeni, isoniazide: si consiglia una riduzione del dosaggio di cortisone quando somministrato in concomitanza con estrogeni o isoniazide.
Menopausa: l’utilizzo del cortisone durante la menopausa richiede cautela per i possibili effetti sull’osteoporosi. Età pediatrica: i bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo.
- Monitorare segni o sintomi di insufficienza surrenalica nei bambini nati da madri in terapia corticosteroidea durante la gravidanza.
- Gravidanza e allattamento: la somministrazione di cortisone in gravidanza e durante l’allattamento è subordinata alla valutazione del rapporto rischio/beneficio.
- Doping : il cortisone rientra tra le sostanze proibite durante le competizioni sportive ed è inserito nella classe S9 (Glucocorticoidi) della lista redatta dalla World Anti-Doping Agency (WADA) (edizione 2019).
Pertanto l’assunzione di cortisone da parte degli atleti, durante una gara, cositutisce pratica di doping. La somministrazione del cortisone è proibita per via orale, intramuscolare, endovenosa e rettale (The World Anti-Doping Code International Standard, Prohibited list, 2019).
Quanto tempo durano gli effetti collaterali del cortisone?
Astinenza e riduzione del dosaggio – Se migliora il controllo della malattia o se compaiono effetti collaterali gravi, il medico può diminuire la dose con estrema gradualità per prevenire sintomi “dirompenti” e permettere alle ghiandole surrenali di ristabilire il proprio funzionamento.
- difficoltà respiratorie dovute al peggioramento della malattia,
- stanchezza,
- depressione,
- dolore muscolare e articolare,
In caso di difficoltà respiratorie, o se alcuni dei sintomi precedenti sono gravi, occorre avvertire il medico. Gli effetti collaterali non respiratori di solito scompaiono entro qualche settimana o mese. Se la dose è stata ridotta o interrotta di recente, può essere necessario un breve ciclo steroideo in caso di malattia o lesione grave, o di chirurgia importante.
In questo periodo, le ghiandole surrenali non sono funzionanti a pieno regime e non sono in grado di far fronte a una condizione di stress. Ciò è importante dopo l’assunzione di compresse cortisoniche nel corso dell’ultimo anno o dopo un trattamento acuto nelle ultime due settimane. Se in trattamento steroideo, è necessario avvertire il proprio medico.
Alcuni soggetti non reagiscono normalmente ai farmaci steroidei. Possono essere necessari test particolari e un aggiustamento della dose di farmaco.
Perché il cortisone fa bene?
Il cortisone è un farmaco dalle proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive che ha rivoluzionato la medicina e per molti pazienti rappresenta un vero e proprio salva-vita. La sua azione riduce o previene la risposta infiammatoria e modifica la risposta dell’organismo ad alcuni stimoli immunitari.
Perché il cortisone va preso al mattino?
LA CRONOTERAPIA: RISPETTARE L’ORARIO DI ASSUNZIONE DEL CORTISONE PER AVERE PIU’ RISULTATI «Il cortisone era ritenuto una “brutta bestia”. Oggi lo abbiamo domato, sappiamo come farlo prendere ai pazienti per ridurre al minimo gli effetti collaterali e trarne il massimo beneficio». Parola di Maurizio Cutolo, responsabile dell’Unità di Reumatologia del Dipartimento di Medicina Interna dell’università di Genova e presidente dell’ultimo congresso dell’European League Against Rheumatism (Eular), che si è tenuto di recente a Roma.
Dove è stato svelato il «segreto» per usare al meglio il cortisone: la cronoterapia, ovvero la somministrazione del farmaco in tempi precisi, che rispettino i ritmi dell’organismo. Il concetto è semplice, in fondo. Nessuno si sognerebbe di dare l’insulina a un diabetico in un momento qualsiasi della giornata: lo stesso dovrebbe essere per il cortisone a chi soffre di una malattia reumatica, perché le cure devono «adattarsi» alle variazioni di attività del nostro organismo, quei ritmi circadiani che danno il passo alle nostre 24 ore.
I cortisonici di fatto servono a compensare il deficit di cortisolo tipico delle patologie reumatiche e di tutte le malattie in cui c’è un coinvolgimento infiammatorio o del sistema immunitario. La risposta immune e infiammatoria dell’organismo è attiva di notte: è alle tre di notte, ad esempio, che c’è la fase di secrezione del Tnf e del cortisolo.
Per cui, se vogliamo avere il massimo effetto alla minima dose, il cortisone deve arrivare in circolo attorno a quell’ora. «Gli “orologi interni” del nostro organismo influenzano costantemente i cambiamenti biologici che avvengono nel corpo umano, tra cui la secrezione degli ormoni – spiega Cutolo –.
Così, le carenze a ciclo giornaliero del metabolismo degli ormoni glucocorticoidi possono contribuire alla comparsa dei sintomi infiammatori caratteristici al momento del risveglio». Per svegliarsi un po’ meno indolenziti e rischiare di meno gli effetti collaterali, quindi, è bene dare il cortisone al momento giusto, quando realmente deve “tappare” un buco perché il metabolismo è in una fase in cui non produce abbastanza cortisolo.
Per riuscirci oggi esistono formulazioni di cortisonici che si prendono alle dieci di sera e liberano il farmaco intorno alle tre di notte: andandolo a fornire all’organismo quando ce n’è bisogno non si rischia il sovradosaggio (anzi, si possono usare dosi inferiori) e si diminuisce la probabilità di effetti collaterali.
«I sistemi a rilascio modificato riducono l’indolenzimento delle articolazioni al mattino, oltre a dare gli stessi benefici terapeutici delle formulazioni classiche – spiega Cutolo –. Numerosi studi hanno confermato l’efficacia dei cortisonici nell’artrite reumatoide, sia in monoterapia che soprattutto in associazione con altri farmaci.
- La cronoterapia ci insegna che è possibile migliorare ulteriormente il trattamento dei pazienti con i cortisonici semplicemente rispettando i ritmi biologici della produzione di ormoni da parte dell’organismo.
- Perché non dovremmo mai dimenticare che il anche il cortisone è un ormone».
- Gli effetti collaterali derivano proprio dalla «sovrapposizione» indebita del farmaco dato dall’esterno con il metabolismo normale degli steroidi, che come tutti i processi organici ha un suo ritmo circadiano.
Intervenire al momento sbagliato aumenta la probabilità di far più male che bene, facendo sballare il sistema: è per questo che anche l’ora del cortisone ha la sua grossa importanza. : LA CRONOTERAPIA: RISPETTARE L’ORARIO DI ASSUNZIONE DEL CORTISONE PER AVERE PIU’ RISULTATI
Qual è il cortisone più forte?
Desametasone/Betametasone – Il Desametasone invece come visto, ha attività mineralcorticoide quasi irrilevante, cosi come il Betametasone, ma è molto più potente rispetto agli altri farmaci steroidei ed ha durata d’azione decisamente più lunga rispetto a prednisone e prednisolone.
D’altra parte, poiché l’aumento della potenza antinfiammatoria si accompagna ad un aumento della tossicità, l’ indice terapeutico ***** di desametasone e betametasone non è migliore di quello, per esempio del Prednisolone, Vista la loro alta attività antinfiammatora sono più soggetti ad effetti avversi in particolare se il trattamento è protratto per lungo tempo.
Per questi motivi andrebbero utilizzati solo per brevi periodi e in condizioni acute/severe, *****INDICE TERAPEUTICO = DL50(dose letale)/DE50(dose efficace). Semplificando all’estremo il concetto più l’indice terapeutico è basso, più il farmaco è pericoloso, più l’indice terapeutico è alto più il farmaco è sicuro.
Quando il cane respira fa rumore?
Il cane respira con rumori strani. – La rumorosità del respiro, magari sibilante, e della tosse che sembra la voce di un’anatra sono segni di collasso tracheale. In generale quando il tuo cane ha una respirazione rumorosa è sempre bene farla valutare dal tuo medico che si accerterà della presenza o meno di problemi.
Quanto cortisone può prendere un cane?
Dosaggi – Cani Come trattamento aggiuntivo per le neoplasie: Per ulteriori informazioni sull’uso di prednisone o prednisolone come parte dei protocolli di chemioterapia, fare riferimento ad altri protocolli, tra i quali Withrow and MacEwen’s Small Animal Clinical Oncology, 4th Ed., Canine and Feline Geriatric Oncology, Small Animal Internal Medicine, 3rd Edition, Textbook of Veterinary Internal Medicine: Diseases of the Dog and Cat 6th Edition, The 5-Minute Veterinary Consult Canine & Feline, 3rd Ed.
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- Tumore al cervello (terapia palliativa):
- ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale, fino alla somministrazione a giorni alterni
- ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisone due volte al giorno per molti giorni per via orale, quindi diminuire il dosaggio nella settimana o nel mese successivo, dipendente dalle esigenze del paziente
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- Come terapia aggiuntiva per linfomi canini:
- ▫ protocollo COAP (ciclofosfamide, vincristina, citosina arabinoside, prednisone):
- 50 mg/m2 di prednisone ogni giorno per via orale per una settimana, poi 25 mg/m2 un giorno sì ed uno no
- ▫ protocollo COP (no citosina arabinoside)
- 25 mg/m2 di prednisone un giorno sì ed uno no, per via orale
- ▫ CHOP (doxorubicina invece della citosina arabinoside):
- 25 mg/m2 di prednisone un giorno sì ed uno no, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per il mieloma multiplo: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale. L’utilizzo con melfalan: 0,1 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni per via orale, poi 0,05 mg/kg una volta al giorno per via orale oppure con ciclofosfamide: 1 mg/kg una volta al giorno per via orale (se si sviluppa resistenza al melfalan)
- Per macroglobulinemia: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale. Utilizzato con clorambucile: 0,2 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni per via orale, poi 0,1 mg/kg una volta al giorno per via orale oppure con ciclofosfamide: 1 mg/kg una volta al giorno per via orale (se si sviluppa resistenza al clorambucile)
Come trattamento aggiuntivo a disturbi respiratori:
- Bronchiti croniche: 0,5-1 mg/kg di prednisone una volta al giorno e poi un giorno sì ed uno no, per via orale
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- Bronchiti allergiche:
- ▫ 2-4 mg/kg di prednisolone sodio succinato per via endovenosa (non somministrare rapidamente) o intramuscolare
- ▫ 0,5-1,5 mg/kg/die di prednisone per via orale, per pazienti cronicamente sintomatici
- Come terapia aggiuntiva del collasso della trachea: Inizialmente 0,25-0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 7-10 giorni, per via orale Prednisone: 0,5 mg/kg una o due volte al giorno per via orale. Sospendere se non ci sono miglioramenti in una settimana. In tale condizione i corticosteroidi devono essere usati con cautela e raramente fa la differenza in risultati in una terapia a lungo termine
- Per bronchiti allergiche (eosinofiliche) o pneumoniti: 1-2 mg/kg/die di prednisone diviso da due a tre volte al giorno. Ogni 7-10 giorni diminuire la dose totale di steroidi a un quarto o della metà finché i segni clinici rimangono controllati. Dopo 3-4 settimane, somministrare un giorno sì ed uno no oppure ogni 3 giorni
- Come terapia aggiuntiva per ipersensibilità polmonare parassitaria: 1-2 mg/kg di prednisolone diviso in 2-3 dosi, per via orale, per sopprimere l’infiammazione prima dell’eliminazione dei parassiti
Come terapia aggiuntiva nei disturbi al fegato: poiché il prednisone richiede, a livello del fegato, la conversione nel composto attivo prednisolone, alcuni medici credono che ai pazienti con problemi epatici debba essere somministrato solo il prednisolone.
- Per colangiti: 1-2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno per almeno un mese, poi somministrare un giorno sì ed uno no per altri 2-3 mesi e considerare la sospensione del farmaco, monitorando i segni clinici di una eventuale ricaduta.
- Per enteriti linfocitiche-plasmocitarie o autoimmuni croniche: 2,2 mg/kg una volta al giorno per via orale per diverse settimane e poi 1,1 mg/kg un giorno sì ed uno no. Se il cane non tollera o fallisce la terapia con il prednisone, si potrebbe aggiungere azatioprina
- Epatopatia indotta dal rame: 0,5-1 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per via orale; utilizzare nelle fasi acute. Deve essere fatto in concomitanza con una terapia chelante e una dieta povera di rame.
Come terapia aggiuntiva per disordini del tratto gastrointestinale:
- Per coliti eosinofile: 1-2 mg/kg di prednisolone per 7-10 giorni per via orale. Gradualmente diminuire la dose oltre a seguire per 3-4 settimane un dosaggio minimo che controllerà i segni clinici. Altri casi necessiteranno di una terapia aggiuntiva a giorni alterni per altre 3-4 settimane
- Per enteriti eosinofile: ▫ 1-3 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale; gradualmente diminuito fino ad un giorno sì ed uno no per il mantenimento. Si può utilizzare la soluzione iniettabile se il cane vomita o ha un grave malassorbimento. La terapia potrebbe essere necessaria per settimane o mesi. Non somministrare prima che i siti di biopsia intestinale siano guariti, solitamente 7-10 giorni ▫ 0,5 mg/kg di prednisone inizialmente una volta al giorno per via orale; ridurre gradualmente fino ad avere una terapia a giorni alterni ▫ 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 5-7 giorni, poi diminuire a 0,5 mg/kg/die per 5-7 giorni. Diminuire la dose per una terapia a giorni alterni come dettato dalle condizioni. È spesso necessaria una terapia aggiuntiva di 3-4 settimane; possono verificarsi ricadute
- Per coliti eosinofile quando le infezioni alimentari e parassitarie sono state eliminate o quando un’altra terapia appropriata non ha avuto successo: 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno; diminuire la dose gradualmente alla dose minima efficace nell’arco di 3-4 settimane
- Per enterite linfocitico-plasmocitaria: 2,2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per 5-10 giorni per via orale, poi 1,1 mg/kg/die per 5-10 giorni. Poi diminuire riducendo il dosaggio degli steroidi della metà ogni 10-14 giorni, prima di un dosaggio a giorni alterni o del ritorno dei sintomi
- Come terapia aggiuntivadi gastriti croniche superficiali (se nella biopsia sono evidenziate una predominanza di infiltrazionecellule plasmatiche e di linfociti): 0,5-1 mg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno e ridotto per un periodo di 3 mesi al più basso dosaggio efficace giornaliero
- Per coliti ulcerose: in alcuni pazienti può peggiorare le condizioni di salute e deve essere utilizzato solo nel caso in cui non abbia funzionato la terapia con sulfasalazina. Usare con cautela.1-2 mg/kg/die di prednisolone per 5-7 giorni per via orale; poi 0,5 mg/kg/die per 5-7 giorni; poi 0,25-0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per via orale per 10-14 giorni. Continuare con sulfasalazina durante la terapia steroidea. Se non si evidenziano miglioramenti nei primi 7 giorni di terapia, gli steroidi devono essere diminuiti e sospesi il più rapidamente possibile.
- Per intolleranze o allergie alimentari: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per via orale; diminuire la dose settimanalmente se la risposta clinica lo detta. Sospendere il farmaco quando i segni clinici della malattia retrocedono
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- Come terapia aggiuntiva di endotossiemia secondaria e dilatazione e torsione gastrica:
- ▫ 11 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
- ▫ 10 mg/kg di prednisolone sodio succinato
- Per gastriti eosinofile: 0,5 mg/kg di prednisone una volta al giorno per settimane; diminuzione graduale a 0,12 mg/kg un giorno sì ed uno no, per via orale
- Come terapia aggiuntiva di linfangectasia intestinale: 2-3 mg/kg/die di prednisolone; una volta raggiunta la remissione dei sintomi, è possibile applicare il dosaggio di mantenimento. Non tutti i casi rispondono alla terapia
- Come terapia aggiuntiva di enteropatia refrattaria grano-sensibile nel Setter irlandese: 0,5 mg/kg di prednisolone ogni 12 ore per un mese, in seguito iniziare un programma di riduzione della dose da somministrare
- Per i cani che rispondono poco alle terapie convenzionali (sostituzione enzimatica, modificazione dietetica, integrazione della vitamina e antibiotici) per insufficienza pancreatica esocrina: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 7-14 giorni
Per malattie renali:
- Come trattamento aggiuntivo di crisi iposurrenalica: 4-20 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa oltre 2-4, preferibilmente dopo la risposta del test ACTH. Una soluzione salina normale per via endovenosa è solitamente una terapia sufficiente durante la prima ora fino al completamento del test di risposta ACTH. La somministrazione di prednisolone sodio succinato può essere ripetuta dopo 2-6 ore o può essere aggiunto del desametasone all’infusione endovenosa 0,05-0,2 mg/kg ogni 12 ore. Il prednisolone sodio succinato presenta dei mineralcorticoidi attivi, mentre il desametasone non li possiede.
- Per la supplementazione di glucocorticoidi in insufficienze surrenali subacute o croniche: 0,2-0,4 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno, per via orale
- Per la supplementazione di glucocorticoidi se sono evidenti l’azotemia o altri sintomi di deficit di glucocorticoidi: 0,1-0,3 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno, per via orale
- Per la “copertura” di glucocorticoide prima e dopo la rimozione di un tumore surrenale: 1-2 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa, 1 ora prima dell’intervento oppure al memento dell’induzione dell’anestesia. Può anche essere aggiunto ai liquidi endovenosi e somministrato per via endovenosa durante la procedura. Ripetere la somministrazione alla fine della procedura; ppuò essere somministrata per via endovenosa o intramuscolare. La supplementazioen di glucocorticoidi può essere mantenuta utilizzando un prodotto orale (inizialmente 0,5 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno, 2,5 mg/kg di cortisone acetato due volte al giorno o 0,1 mg/kg di desametasone una volta al giorno). Diminuire lentamente fino ai livelli di mantenimento (0,2 mg/kg di predniso(lo)ne una volta al giorno oppure 0,5 mg/kg di cortisone acetato due volte al giorno) per 7-10. Se dovessero riemergere complicazioni al momento della diminuzione della dose, ricominciare con la terapia di mantenimento. Molti cani possono sospendere la teraia con steroide esogeno in circa 2 mesi (basato su un test si simulazione ACTH).
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- Per la “copertura” di glucocorticoide in animali con insufficienza surrenalica iatrogena secondaria e/o soppressione HPA:
- ▫ Per animali con lievi o moderati segni di deficit di glucocorticoidi:
- 0,2 mg/kg di predniso(lo)ne un giorno sì ed uno no, per via orale
- ▫ Per animali con soppressione HPA sottoposti a fattore di stress:
1-2 mg/kg di prednisolone sodio succinato, somministrato poco prima o dopo eventi stressanti, come per esempio un intervento chirurgico. Continuare con bassi dosaggio fino a tre giorni dopo l’intervento. Se l’animale dovesse “collassare” dovrebbero essere disponibili glucocorticoidi solubili in acqua.
- Per sintomi di deficit di glucocorticoidi (anoressia, diarrea, spossatezza) o in pazienti sotto stretta osservazione che assumono mitotano (Lysodren®) per iperadrenocorticismo dovuto a stress: 2,2 mg/kg di prednisone per 2 giorni, per via orale, poi 1 mg/kg per 2 giorni, poi 0,5 mg/kg per 3 giorni, poi 0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi sospendere la terapia. Se dovessero tornare i sintomi ridurre la terapia o modificare il dosaggio.
Come gestione medica aggiuntiva o alternativa dell’iperinsulinismo:
- 0,5 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno, per via orale; aumentare la dose se necessario al mantenimento dell’euglicemia.
- 1 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno, per via orale, poi diminuire il dosaggio alla minima dose efficace
Come terapia aggiuntiva della tossicosi:
- Per tossicità da colecalciferolo: 1-2 mg/kg di prednisone due o tre volte al giorno, per via orale
- Per terapia aggiuntiva di endotossicosi secondaria dovuta all’ingestione di rifiuti o carne in decomposizione: 5-7 mg/kg di prednisolone sodio succinato ogni 4 ore, per via endovenosa
Come terapia aggiuntiva per i disordini riproduttivi:
- nelle femmine soggette a ricaduta dopo una iniziale terapia per la eclampsia (tetania puerperale): 0,25 mg/kg di prednisone una volta al giorno, per via orale, durante l’allattamento; la diminuzione delle dosi di farmaco deve essere effettuata lentamente;
- 0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno
Come terapia aggiuntiva per la filaria (per i clinici la terapia è controindicata durate la terapia di routine post-adulticida promuovendo una possibile trombosi polmonare):
- 1-2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno, per via orale. Ridurre il dosaggio dopo
- Cani con grave tosse, emottisi o un vasto coinvolgimento parenchimale: prima della terapia 1-2 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno, per via orale,
- Per polmoniti associate a malattie nascoste della filaria: 1-2 mg/kg di prednisone una volta al giorno per 3-5 giorni.
Per disordini al sistema nervoso centrale:
- Per meningoencefaliti granulomatose: 1-2 mg/kg di prednisone una volta al giorno per il resto della vita del paziente, per via orale; 2-3 mg/kg di prednisone diviso due volte al giorno, per via orale, per due settimane poi ridurre la dose per diverse settimane; sono raccomandati tempi lunghi di terapia
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- Per reticolosi:
- ▫ 1-2 mg/kg/die di prednisone per via orale, fino a quando i sintomi non iniziano a diminuire, poi si potrà diminuire la dose. Continuare la terapia con una dose bassa una volta al giorno o un giorno sì ed uno no a tempo indeterminato
- ▫ 2-3 mg/kg di prednisone diviso due volte al giorno per due settimane, per via orale, poi ridurre lentamente il dosaggio per diverse settimane; sono raccomandati lunghi tempi per la terapia
- ▫ 2 mg/kg di predniso(lo)ne per via orale per una settimana, poi 1 mg/kg/die per una settimana, poi 0,5 mg/kg/die per una settimana, poi 0,5 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi 0,25 mg/kg un giorno sì ed uno no per una settimana, poi 0,25 mg/kg ogni terzo giorno
- Come terapia aggiuntiva per l’idrocefalo: ▫ 0,5 mg/kg di prednisone può essere sperimentata la somministrazione a giorni alterni, per via orale, per un lungo periodo ▫ 0,25-0,5 mg/kg di prednisone due volte al giorno, per via orale; continuare la somministrazione se si evidenziano miglioramenti nell’arco di una settimana e diminuire la dose ad intervalli settimanali a 0,1 mg/kg eventualmente un giorno sì ed un giorno no, per via orale. Mantenere la dose per almeno un mese.
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- Come terapia medica aggiuntiva per la mattia del disco intervertebrale (IVD):
- ▫ IVD cervicale:
- 0,5 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 3 giorni, per via orale, poi 0,5 mg/kg una volta al giorno per 3-5 giorni
- ▫ IVD toraco-lombare:
- 0,5-1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 2-3 giorni per via sottocutanea o orale, poi diminuire il dosaggio nei seguenti 3-5 giorni
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- Come terapia aggiuntiva per la spondilopatia:
- ▫ Cervicale: per cani con percorso lentamente progressivo e ancora ambulatoriale
- 1-2 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno per via orale. In seguito una diminuzione graduale della dose ogni 2 settimane, fino a raggiungere 0,5 mg/kg ogni due giorni, per via orale
- ▫ Lombo-sacrale:
- 1 mg/kg di prednisone inizialmente diviso due volte al giorno, per via orale. Poi, riduzione graduale della dose fino a 0,5 mg/kg a giorni alterni, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per la sindrome shaker del cane bianco: 0,25 mg/kg di prednisone due volte al giorno per 10 giorni, per via orale, poi una volta al giorno per 10 giorni, poi a giorni alterni per 10 giorni
- Come terapia aggiuntiva per la sindrome del tremore generalizzato: 3 m/kg di predniso(lo)ne ogni mattina per 5 giorni, poi diminuire la dose e alternare le mattine per 5 giorni, poi iniziare un ritiro graduale del farmaco. Potrebbe essere richiesta una terapia alternativa a lungo termine a bassa dose
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- Per meningiti suppurative non batteriche:
- dopo che le culture risultano negative
- 2 mg/kg di prednisone per 10 giorni, poi diminuire gradualmente per oltre 1 mese
- Come terapia aggiuntiva per i cani a cui è stata diagnosticata la sindrome di Wobbler con segni di media o moderata paraparesi, tetraparesi o atassia: 1-2 mg/kg di prednisolone inizialmente due volte al giorno, diminuendo gradualmente la dose per un periodo di 5 giorni a 0,5-1 mg/kg a giorni alterni
Per disordini ematologici:
- Per anemia emolitica autoimmune: 1-4 mg/kg di prednisolone al giorno, ma divisa in due volte, per via orale. Aggiungere un agente immunosoppressivo (es. ciclofosfamide, azatioprina) se il PCV non si stabilizzo entro 48-72 ore. Potrebbero servire diversi mesi per l’eliminazione farmaco
- Come terapia aggiuntiva per l’aplasia pura della serie rossa (PRCA): 2 mg/kg di prednisolone diviso due volte al giorno. Se non si ha un aumento dei reticolociti in 2 settimane, aumentare la dose a 4 mg/kg, due volte al giorno. Se la conta dei reticolociti rimane bassa per altre 4-6 settimane aggiungere ciclofosfamide (30-50 mg/m2 per 4 giorni consecutivi per ogni settimana). Continuare con prednisolone. Sospendere la ciclofosfamide se si verificano casi di neutropenia o trombocitopenia. Se la conta dei reticolociti aumenta, la ciclofosfamide potrà essere sospesa ed il prednisolone potrà essere lentamente diminuito e sostituito da una terapia giornaliera alternata.
- Per trombocitopenia immuno-mediata: 1-3 mg/kg di prednisolone divisa due o tre volte al giorno, per via orale. Non deve essere somministrata per via intramuscolare. Se la conta delle piastrine aumenta, la dose di prednisolone dovrebbe essere lentamente diminuita del 50% ogni 1-2 settimane. La riduzione della dose dovrebbe avvenire lentamente per diversi mesi
Per disordini dermatologici o altri problemi immuno-mediati:
- Come terapia aggiuntiva per l’orticaria e l’angioedema: 2 mg/kg di prednisone due volte al giorno per via orale o intramuscolare
- Per l’atopia canina: 0,5 mg/kg di predniso(lo)ne inizialmente due volte al giorno per 5-10 giorni, per via orale, poi diminuire alla minima dose efficace e somministrare a giorni alterni
- Come terapia aggiuntiva per la dermatite allergica da pulci: 1 mg/kg di prednisolone una volta al giorno per una settimana, per via orale, poi un giorno sì ed uno non alla minima dose efficace
- Come immunosoppressore per le malattie autoimmuni della pelle: 2,2 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno fino alla remissione, poi diminuire il dosaggio fino alla minima dose efficace e somministrare a giorni alterni
- Per l’ipersensibilità di tipo 2 (citotossica): 2 mg/kg di predniso(lo)ne due volte al giorno. Una volta in remissione, il dosaggio può essere abbassato fino al livello di mantenimento. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di altri immunosoppressori
- Come terapia aggiuntiva per l’orticaria, shock e/o arresto respiratorio secondario per cntrastare un’ipersensibilità media: 10 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
- Come terapia aggiuntiva per il pioderma superficiale: 1 mg/kg/die di predniso(lo)ne per 5-7 giorni
- Per ulcere eosinofile: 2-4,4 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale. Per casi cronici utilizzare 0,5-1 mg/kg di prednisolone un giorno sì ed uno no, per via orale
Indicazioni varie:
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- Per la cardiomiopatia nei boxer:
- nei pazienti che non rispondono agli agenti antiaritmici
- 1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno per 10 giorni
- Come stimolante dell’appetito: 0,25-0,5 mg/kg di prednisolone ogni giorno, a giorni alterni o ad intermittenza se necessario, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per le uveiti posteriori: 2,2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno; ridurre gradualmente fino a quando l’infiammazione non è controllata
- Per laringiti piogranulomatose, proliferative, croniche: 1 mg/kg di prednisolone due volte al giorno, per via orale; diminuire il dosaggio settimanalmente
- Come terapia aggiunta o alternativa per l’ipercalcemia: 1-1,5 mg/kg di prednisolone ogni 12 ore, per via orale. Per via del ritardo d’inizio d’azione, ci vogliono da 4 a 8 giorni per avere dei risultati
- Come antinfiammatorio nei trattamenti aggiuntivi per l’otite interna: 0,25 mg/kg/die di prednisone per i primi 5-7 giorni di trattamento
- Come terapia aggiuntiva per myasthenia gravis: 0,5 mg/kg/die di prednisone, per via orale. Aumentare la dose di 0,5 mg/kg/die ogni 2-4 giorni, fino ad arrivare alla dose totale di 2 mg/kg/die. Ottenuta la remissione, gradualmente modificare la terapia somministrando a giorni alterni. Se il paziente dovesse peggiorare durante il periodo in cui la dose di prednisone viene aumentata, ridurre la dose e aumentare gli intervalli tra gli aumenti di dosaggio. Potrebbero essere necessarie diverse settimane prima che siano evidenti i primi segni di risposta positiva. Dopo che i segnali sono controllati, ridurre la dose ogni 4 settimane fino alla determinazione del dosaggio di mantenimento. Possono essere indicati farmaci citotossici se i sintomi non sono controllati o se il dosaggio non può essere ridotto.
Gatti Nel gatto è consigliabile l’utilizzo del prednisolone al posto del prednisone. I gatti non assorbono o convertono il prednisone bene come i cani. Come agente immunosoppressore:
inizialmente 2-4 mg/kg di predniso(lo)ne al giorno in dosi divise. Diminuire fino ad alternare i giorni e, in base alle condizioni del paziente, portare rapidamente ad una terapia a basso dosaggio
Come trattamento aggiuntivo per disordini respiratori:
- Bronchiti allergiche: 1-3 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via indovenosa (non somministrare rapidamente) o intramuscolare
- Come terapia aggiuntiva per l’asma felino: 1-2 mg/kg/die di predniso(lo)ne
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- Come terapia aggiuntiva di emergenza:
- ▫ 50-100 mg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa.
- ▫ Per casi non urgenti:
- 5 mg di prednisone, inizialmente tre volte al giorno, per via orale; poi una rapida diminuzione fino alla somministrazione a giorni alterni o discontinui
Come terapia aggiuntiva per disordini al tratto gastrointestinale:
- Per enteriti linfocitiche-plasmocitarie: 2,2 mg/kg di prednisolone divisa due volte al giorno per 5-10 giorni, per via orale; poi 1,1 mg/kg/die per 5-10 giorni; poi diminuire riducendo il dosaggo dello steroide della metà ogni 10-14 giorni fino al raggiungimento del dosaggio a giorni alterni o fino a quando i sintomi non ricorrono nuovamente
- Per le malattie infiammatorie intestinale del piccolo intestino: 1-2 mg/kg/die di prednisone diviso in due dosi. Generalmente nei casi medi o moderati la risposta avviene a bassi dosaggi. Se il caso risulta essere grave utilizzare la dose elevata per 2-4 settimane o finché non si risolvono i sintomi. Nei casi più gravi, caratterizzati da anoressia, perdita di peso e diarrea cronica utilizzare una dose iniziale di 4 mg/kg/die per 2 settimane. Se la risposta è positiva, dopo 2 settimane diminuire il dosaggio della metà e a 4 settimane diminuire nuovamente della metà. Alternare, eventualmente, i giorni di terapia e dovrebbe essere mantenuta per 3 mesi. Alcuni gatti possono assumere il farmaco in maniera discontinua o una terapia a lungo termine a giorni alterni (o ogni terzo giorno di terapia).
Come terapia aggiuntiva per la gengivite-faringite plasmacellulare del gatto:
1-2 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale
Come terapia aggiuntiva per la filaria felina:
per crisi dovute all’embolizzazione 4,4 mg/kg di prednisolone tre volte al giorno con accurata terapia con fluidi endovenosi
Per condizioni dermatologiche:
- Come trattamento aggiuntivo per l’allergia alle pulci: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 5 giorni, per via orale, poi diminuire gradualmente fino ad una terapia a giorni alterni (solitamente 1-2 mg/kg a sere alterne)
- Per la dermatosi miliare idiopatica felina: 1-2 mg/kg di predniso(lo)ne ogni 12 ore per 5-7 giorni, per via orale, poi ridurre gradualmente la dose fino ad una terapia a giorni alterni alla dose di 1-2 mg/kg. L’efficacia a lungo termine solo raramente è efficace
- Per il granuloma lineare: 0,5 mg/kg di prednisolone inizialmente due volte al giorno, con diminuzione
- Per ulcere eosinofile: 2-4,4 mg/kg di prednisolone una volta al giorno, per via orale; per i casi cronici utilizzare 0,5-1 mg/kg di prednisolone a giorni alterni, per via orale
- Come terapia aggiuntiva per le neoplasie feline (linfosarcoma, leucemia linfoide acuta, mastocitomi):
- 20-50 mg/m2 ogni 24-48 ore per via orale, sottocutanea o endovenosa. Vedere anche i protocolli riportati nella sezione del dosaggio del cane
- Cavalli
- (ARCI UCGFS, farmaco di classe 4)
- Sembra che il prednisone non venga ben assorbito dopo l’assunzione della dose orale; si consiglia di utilizzare il prednisolone i altri steroidi orale
- Come terapia aggiuntiva per la broncopneumopatia cronica ostruttiva:
inizialmente 600-800 mg di prednisolone per via intramuscolare o per via orale in cavalli di 450 kg. È possibile diminuire la dose e alternare i giorni di somministrazione. Le dosi a partire da 200 mg, somministrate a giorni alterni, possono essere efficaci
Per gli effetti glucocorticoidi:
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- ▫ 0,25-1 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa
- ▫ 0,25-1 mg/kg di predniso(lo)ne in compresse, per via orale
- ▫ 0,25-1 mg/kg di prednisolone acetate, per via intramuscolare oppure 10-25 mg subcongiuntivale
Bovini Come terapia aggiuntiva per l’edema celebrale secondario fino alla polioencefalopatia:
1-4 mg/kg di prednisolone per via endovenosa
Come terapia aggiuntiva per le laminiti asettiche:
100-200 mg di prednisolone (supponendo sale di sodio succinato) per via intramuscolare o endovenosa; continuare la terapia per 2-3 giorni
Per l’attività glucocorticoide:
0,2-1 mg/kg di prednisolone sodio succinato, per via endovenosa o intramuscolare
Suini Per attività glucocorticoide:
0,2-1 mg/kg di prednisolone sodio succinate, per via endovenosa o intramuscolare
Lama Per dermatosi pruriginosa steroide-reattiva secondaria alle origini allergiche:
0,5-1 mg/kg di prednisone per via orale, in seguito abbassamento della dose alla minore dose efficace somministrata a giorni alterni
Conigli L’utilizzo di questo farmaco nei conigli è indicato raramente ed è da utilizzare con cautala. Si raccomanda l’uso simultaneo di gastroprotettori. Per un trauma spinale:
0,25-0,5 mg/kg ogni 12 ore per 3 giorni, per via orale, poi una volta al giorno per 3 giorni, poi un giorno sì ed uno no per 3 dosi
Come antinfiammatorio:
0,5-2 mg/kg per via orale
- Cavie
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Cincillà
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Criceti
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Gerbilli
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Ratti
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Topi
- Da 0,5 a 2,2 mg/kg per via intramuscolare o sottocutanea
- Furetti
- Come antinfiammatorio o per insulinoma (post-intervento o anche non in caso di intervento):
0,5-2 mg/kg per via orale o intramuscolare (frequenza non specificata)
Rettili Per molte specie in fase di shock utilizzare prednisolone sodio succinato:
5-10 mg/kg per via endovenosa, come necessario
Uccelli Come antinfiammatorio:
0,2 mg/30 gr di peso corporeo, di prednisolone oppure dissolvere una compressa da 5 mg in 2,5 ml di acqua e somministrare 2 gocce per via orale. Due volte al giorno. Diminuire il dosaggio se si somministra il farmaco per un lungo tempo
Per il trattamento dello shock:
0,1-0,2 ml/100 gr di peso corporeo, di prednisolone sodio succinato (10 mg/ml). Ripetere ogni 15 minuti fino ad ottenere un risultato. Per i grandi uccelli, il dosaggio può essere aumentato della metà
Quanto cortisone si può dare a un cane?
Solitamente quando si parla di compresse ad uso orale si parte da un dosaggio iniziale per cani e gatti di 0,5 – 2,0 mg per kg di peso corporeo al giorno. Potrebbe essere necessario il trattamento per un periodo da una a tre settimane ai livelli di dosaggio indicati sopra.
Quanto tempo durano gli effetti collaterali del cortisone?
Astinenza e riduzione del dosaggio – Se migliora il controllo della malattia o se compaiono effetti collaterali gravi, il medico può diminuire la dose con estrema gradualità per prevenire sintomi “dirompenti” e permettere alle ghiandole surrenali di ristabilire il proprio funzionamento.
- difficoltà respiratorie dovute al peggioramento della malattia,
- stanchezza,
- depressione,
- dolore muscolare e articolare,
In caso di difficoltà respiratorie, o se alcuni dei sintomi precedenti sono gravi, occorre avvertire il medico. Gli effetti collaterali non respiratori di solito scompaiono entro qualche settimana o mese. Se la dose è stata ridotta o interrotta di recente, può essere necessario un breve ciclo steroideo in caso di malattia o lesione grave, o di chirurgia importante.
In questo periodo, le ghiandole surrenali non sono funzionanti a pieno regime e non sono in grado di far fronte a una condizione di stress. Ciò è importante dopo l’assunzione di compresse cortisoniche nel corso dell’ultimo anno o dopo un trattamento acuto nelle ultime due settimane. Se in trattamento steroideo, è necessario avvertire il proprio medico.
Infiltrazioni al ginocchio, conviene Farle o no?
Alcuni soggetti non reagiscono normalmente ai farmaci steroidei. Possono essere necessari test particolari e un aggiustamento della dose di farmaco.
Quanto cortisone si può prendere in un giorno?
Terapia di lunga durata – La dose raccomandata all’inizio del trattamento è 3-4 mg al giorno (dose di attacco), per poi ridurla gradualmente fino a raggiungere la dose di mantenimento (0.5-1 mg al giorno).