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Cosa si vede dall’esame delle feci del cane?
Esame coprologico – Arca Reale Clinica Veterinaria L’ analisi delle feci è un esame che sarebbe bene ripetere periodicamente per mantenere il tuo cane, gatto o coniglio in buona salute, Il tuo animale potrebbe ospitare dei parassiti nel suo sistema digerente e non sempre queste infestazioni si manifestano con sintomi evidenti come vomito o diarrea.
- A volte sono completamente asintomatiche.
- L’esame delle feci aiuta proprio a individuare eventuali parassiti e a definire la terapia più adatta a contrastarli.
- Inoltre, le feci di un animale possono contenere batteri, globuli bianchi, tracce di sangue e altri elementi che segnalano la presenza di una problematica o di una patologia,
Analizzare le feci del tuo animale quindi ci permette di fare una prima diagnosi e delineare i passi successivi, che si tratti di un piano di cura o di ulteriori accertamenti, In Arca Reale siamo dotati di un ambulatorio interno per le analisi veterinarie, quindi possiamo eseguire gli esami delle feci direttamente in struttura e ottenere i risultati in tempi rapidi.
Come si raccolgono le feci per l’esame?
Aprire il contenitore, raccogliere con la spatola una quantità di feci delle dimensioni di una noce (o l’equivalente se le feci sono poltacee o liquide); chiudere il contenitore e lavarsi accuratamente le mani; fare pervenire il contenitore al Laboratorio entro due-tre ore dalla raccolta.
Quando non fare l’esame delle feci?
I contenitori monouso per la raccolta sono disponibili in farmacia. Applicare l’etichetta con nome e cognome sul contenitore. ESAME FECI CHIMICO-FISICO Seguire la dieta abituale; raccogliere il campione nel contenitore adeguato e consegnare in laboratorio.
- Se passano più di 2 ore e fino ad un massimo di 24 ore prima della consegna al laboratorio, conservare il contenitore in frigo a 4 °C.
- Il campione può essere consegnato entro le ore 12:00.
- ESAME PARASSITOLOGICO FECI Prima di raccogliere le feci accertarsi che il paziente non abbia assunto le seguenti sostanze: solfato di bario per indagini radiologiche, oli minerali, antidiarroici non assorbibili, antimalarici, tetracicline.
Se il paziente ha assunto tali sostanze è opportuno eseguire l’esame dopo una settimana. Poiché l’eliminazione di alcuni parassiti intestinali non è giornaliera, per un corretto risultato è opportuno eseguire l’esame su almeno tre campioni di feci. Raccogliere il campione nel contenitore adeguato e consegnarlo in un tempo massimo di 2 ore dalla raccolta. La sera, prima di andare a dormire, effettuare un accurato lavaggio della zona perianale. Al mattino applicare una striscia di scotch trasparente (quello classico che si trova in cartoleria) in ognuna delle due pliche anali. Subito dopo staccare lo scotch e applicarlo su un vetrino fornito precedentemente dal laboratorio.
Consegnare il campione in laboratorio entro le ore 12:00. RICERCA SANGUE OCCULTO NELLE FECI Condizioni preliminari • Non assumere farmaci che possono causare irritazioni gastrointestinali (ad esempio aspirina, cortisone, etc) o contenenti ferro. • Non effettuare il test in particolari condizioni: emorroidi, lesioni gengivali, mestruazioni.
• Non raccogliere le feci se si stanno usando farmaci per via rettale. Modalità di esecuzione Raccogliere il campione nel contenitore e consegnarlo in laboratorio entro le ore 12:00. COPROCOLTURA Condizioni preliminari Aver cessato qualsiasi trattamento chemio-antibiotico da almeno 5 giorni.
- Il contenitore monouso deve essere sterile.
- Il campione deve essere raccolto nel momento acuto del processo infettivo.
- Il paziente deve evacuare direttamente nel recipiente sterile senza che il campione fecale venga contaminato da urina.
- Consegnare il campione in un tempo massimo di 2 ore dalla raccolta entro le ore 12:00.
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Quando non fare esame feci?
Si parla di “sangue occulto nelle feci ” quando gli escrementi presentano tracce di sangue piuttosto esigue, tali da non essere visibili ad occhio nudo ma apprezzabili soltanto mediante specifiche analisi di laboratorio. La ricerca di sangue occulto nelle feci rappresenta un importante test di screening per il tumore del colon-retto, consigliabile con cadenza annuale o biennale a partire dai 45/50 anni di età.
Come tutte le metodiche di screening, è bene sottolineare che la ricerca di sangue occulto nelle feci NON ha significato diagnostico, ma identifica semplicemente le persone a rischio per questa patologia e per i polipi intestinali (che si possono asportare per impedirne l’eventuale trasformazione in tumore maligno).
Pertanto, nel caso fossero rinvenute tracce di sangue nelle feci del paziente, questo dev’essere indirizzato verso accertamenti diagnostici come la colonscopia, Non dobbiamo infatti dimenticare la lunga lista di possibili condizioni che rendono positiva la ricerca di sangue occulto nelle feci: ulcera duodenale e/o gastrica, varici esofagee, colite ulcerosa, morbo di Crohn, diverticolite, fistole anali, contaminazione del campione con sangue mestruale od urinario, emorroidi, ragadi anali, dieta non adeguata nei giorni che precedono alcuni tipi di test.
- Anche se priva di significato diagnostico, la ricerca di sangue occulto nelle feci rimane un’indagine particolarmente preziosa per effettuare una diagnosi precoce, che a sua volta si traduce in una prognosi sensibilmente migliore (maggiori possibilità di sopravvivenza).
- Secondo i risultati di uno dei più importanti studi epidemiologici, ad esempio, la ricerca di sangue occulto nelle feci ha mostrato – rispetto agli individui del gruppo di controllo – una riduzione della mortalità pari al 33% quando il test veniva effettuato ogni anno e del 21% quando il test veniva effettuato ogni due anni.
L’esame per la ricerca del sangue occulto fecale va fatto anche in assenza di disturbi, poiché i tumori del colon retto spesso non danno alcun sintomo particolare per anni. Inoltre, se è vero che un dato positivo non significa per forza di cose la presenza di un tumore al colon, è anche possibile la situazione opposta, dal momento che il processo patologico può produrre sanguinamenti intermittenti. La preparazione all’esame è subordinata alle tecniche diagnostiche utilizzate dal laboratorio di analisi (Hemmocult o prove immunochimiche). Le tecniche tradizionali si basano sull’utilizzo del guaiaco e sfruttano striscette di carta che, quando trattate con idrogeno-perossidasi, sviluppano un colore ben definito in presenza o assenza di EME (porzione emoglobinica, contenuta nei globuli rossi, che lega l’ossigeno).
Per evitare falsi positivi, nei giorni precedenti l’esame è bene astenersi dal consumo di carni rosse crude o semicrude e salumi di ogni genere, evitare fonti particolarmente ricche di vitamina C (alimenti, farmaci ed integratori ), gli alcolici ed i medicinali antinfiammatori tipo Aspirina © (che potrebbero danneggiare la mucosa dello stomaco, con conseguente fuoriuscita di sangue).
È inoltre importante spazzolare i denti con delicatezza, per evitare di provocare emorragie gengivali, e seguire un’ alimentazione il più possibile ricca di fibra alimentare, Con i test di ultima generazione non è più necessario rispettare queste norme, poiché la ricerca di sangue occulto nelle feci sfrutta specifici anticorpi diretti contro la porzione proteica (globina), dell’emoglobina umana.
Questi test, tuttavia, sono in grado di evidenziare soltanto la presenza di sangue occulto proveniente dal colon e dal retto, poiché la globina non supera indenne il tratto gastrointestinale superiore (viene digerita). In genere queste innovative indagini istochimiche vengono utilizzate per la loto alta specificità nei test di screening per il cancro al colon /retto, anche per la già citata indipendenza dei risultati da possibili emorragie dei tratti iniziali del tubo digerente (ulcere gastriche e duodenali, varici esofagee ecc).
Al fine di garantire un corretto risultato è importante che durante la raccolta dei campioni fecali il paziente rispetti le indicazioni del centro di analisi, generalmente basate sui seguenti consigli:
usare l’apposito recipiente sterile munito di cucchiaino interno; emettere le feci in un recipiente tipo vaso da notte, evitando di mescolarle con le urine, con l’acqua del wc o con i suoi detergenti; raccogliere il campione con l’apposita spatolina in tre punti diversi delle feci, sino a riempire metà circa del recipiente in modo da ottenere un campione il più omogeneo possibile; scrivere il nome sull’etichetta del sistema per la raccolta delle feci; portare il contenitore in laboratorio entro alcune ore, oppure, in caso di raccolta di più campioni, conservarlo in frigorifero; non eseguire il test di ricerca del sangue occulto nelle feci durante le mestruazioni, in presenza di emorroidi sanguinanti o quando si perde sangue con le urine,
A cosa serve fare l’esame delle feci?
L’esame delle feci può contribuire alla diagnosi di molte patologie dell’apparato gastro-intestinale oltre che infezioni, infiammazioni, neoplasie e malassorbimento.
Come si fa a sapere se ci sono parassiti nell’intestino?
Esame parassitologico delle feci: quando e come farlo? L’esame parassitologico delle feci permette di individuare la presenza di parassiti intestinali con un alto grado di esattezza. Vediamo di cosa si tratta e qual è la procedura con cui si esegue Esame parassitologico delle feci Prezzo al Santagostino: 8,40€ Codice regionale: 91054 Referto pronto in 3 giorni lavorativi Esame parassitologico delle feci, Secondo campione Prezzo al Santagostino: 8,40€ Codice regionale: 91054 Referto pronto in 3 giorni lavorativi Esame parassitologico delle feci, Terzo campione Prezzo al Santagostino: 8,40€ Codice regionale: 91054 Referto pronto in 3 giorni lavorativi L’esame parassitologico delle ( o coprocoltura), viene eseguito per individuare le parassitosi intestinali.
Protozoi Ascaridi,
A volte i parassiti, sono visibili a occhio nudo, ma in generale, per accertarne la presenza, è necessario l’ esame parassitologico. L’ esame parassitologico delle feci viene richiesto in genere quando si sospetta un’ infezione intestinale da parassiti. Alcuni sintomi tipici delle parassitosi sono:
Diarrea, a volte con presenza di sangue e muco Dolori addominali Febbre Nausea e vomito Ostruzioni intestinali Dimagrimento,
Le infezioni parassitarie di solito sono provocate all’assunzione di cibi o bevande contaminate dalle uova del parassita. Alcuni condizioni o situazioni possono favorirle, per esempio: Più in generale, l’infezione parassitaria è favorita da tutte quelle situazioni dove non sono garantite le normali condizioni igieniche, o dove la depurazione dell’acqua non è adeguata.
- Le parassitosi, di solito, si risolvono spontaneamente nell’arco di alcuni giorni, senza che insorgano complicanze.
- A volte può rendersi necessario un trattamento farmacologico.
- Dal momento che i sintomi provocati da infezioni parassitarie sono comuni a molte condizioni patologiche, l ‘esame delle feci permette di individuare con certezza la presenza di parassiti, o escluderla.
Per una corretta diagnosi, l’esame parassitologico dovrebbe essere affiancato ad altri esami che hanno lo scopo di identificare altri eventuali patogeni responsabili dei sintomi. L’ esame parassitologico si esegue attraverso la raccolta di tre campioni di feci, in tre giorni differenti: un solo campione non è sufficiente per una diagnosi esauriente.
Alcuni parassiti, infatti, possono comparire ciclicamente nelle feci, rendendo necessario la raccolta del campione in momenti differenti. La raccolta deve essere effettuata a domicilio, a casa del paziente, con l’utilizzo di un apposito contenitore sterile, fornito di paletta. Per una corretta procedura, bisogna prelevare una quantità adeguata di campione, perché l’esame non venga inficiato da falsi positivi.
È importante inoltre non contaminare con o acqua il contenitore, che deve essere chiuso immediatamente dopo l’operazione, e consegnato al laboratorio entro il più breve lasso di tempo. I campioni devono essere conservati correttamente per prevenire il deterioramento delle strutture parassitarie che può rendere difficoltosa l’identificazione e di conseguenza la diagnosi.
Alcune sostanze e farmaci possono interferire con il ritrovamento di parassiti intestinali, per questo potrebbe essere necessario sospenderne l’assunzione per una settimana. I risultati dell’esame parassitologico vengono espressi mediante positività o negatività. Il risultato positivo indica la presenza di parassiti e uova e la presenza di infezione del tratto digestivo.
I parassiti vengono poi identificati e quantificati in numerosi o scarsi. Anche se solitamente l’infezione è dovuta a un solo tipo di parassita, a volte potrebbero essere presenti più tipi. Se l’esame risulta negativo le cause dell’infezione o della sintomatologia devono essere ricercate altrove.
I risultati di un esame parassitologico delle feci di solito vengono resi noti entro pochi giorni. Gli stessi risultati devono essere valutati dal proprio medico curante, che è a conoscenza della storia clinica del paziente e del quadro anamnestico. L’esame parassitologico di solito è accompagnato da un esame chimico-fisico del campione di feci, teso a individuare, oltre ai parassiti, la presenza di altri elementi, come fibre muscolari e grassi, o per la ricerca del,
: Esame parassitologico delle feci: quando e come farlo?
Quali sono gli esami per le feci?
Feci ed esami di laboratorio – L’aspetto delle feci può suggerire indagini ulteriori da farsi in laboratorio, fra i quali i più comuni sono la coprocoltura, il tampone (per la ricerca della per klebsiella), lo scotch test (per verificare al microscopio la presenza di uova di parassiti), e la ricerca di sangue occulto nelle feci (Sof),
- Questo esame, assieme alla rettosigmoidoscopia, rappresenta un importante strumento di screening del tumore del colon-retto, con la prerogativa, rispetto all’indagine endoscopica, di essere di facile esecuzione e privo di traumatismi di sorta.
- Va ricordato che il cancro del colon-retto rappresenta il 13% della totalità dei tumori diagnosticati, al terzo posto nel maschio (dopo prostata e polmoni) e al secondo posto nelle donne (dopo mammella).
Il cancro del colon-retto è una patologia strettamente correlata il consumo di carni rosse, e quindi colpisce come grado di incidenza maggiormente la popolazione con un reddito alto, ma la relativa mortalità al contrario è maggiore nei redditi bassi, come indicatore epidemiologico di esistenza di diseguaglianze nella salute in cui il reddito (l’istruzione, l’occupazione, e molti altri determinanti della salute) permette o meno una miglior compliance diagnostico-terapeutica.
Lo screening (per il quale viene prelevato un solo campione) è funzionale a evidenziare sia le forme maligne sia quelle benigne che possono, in tempi lunghi (7 – 15 anni), degenerare. Il sangue occulto nelle feci va eseguito con una cadenza biennale, su utenti di età compresa fra i 50 – 69 anni, attraverso il prelievo di tre campioni provenienti da tre diverse evacuazioni.
In passato richiedeva una preparazione dietetica preventiva abbastanza laboriosa, mentre oggi, a livello di servizi, vengono date istruzioni molto semplici e facili da seguire, con indicazione in merito a:
spiegare lo scopo del test in relazione al rilievo della presenza di sangue eventuale nelle feci; informare che non è necessario alcun tipo di dieta particolare e che il test non va eseguito durante il periodo mestruale o in presenza di patologia emorroidale; avvertire di evitare di contaminare le feci con le urine; predisporre per la raccolta una padella o usare uno strato di carta igienica da mettere all’interno del wc per trattenere il materiale giusto il tempo della raccolta; conservare il materiale refrigerato finché non si hanno i tre campioni pronti per l’invio in laboratorio (uso di eventuali bustine in plastica); seguire le indicazioni fornite con apposita scheda (fra cui strisciare l’asticella in senso verticale e orizzontale più volte); nell’eventualità rara che il liquido del contenitore della provetta per la raccolta venga a contatto con le mucose o la pelle, o ingerito, sciacquare abbondantemente e consultare un medico.
Perché 3 campioni di feci?
Quando viene richiesto l’esame – L’esame del sangue occulto nelle feci viene quasi sempre eseguito insieme agli altri esami di routine (fanno eccezione le campagne pubbliche di screening) ed è usato principalmente per la diagnosi precoce del tumore al colon.
È uno strumento di screening e non diagnostico, cioè da solo permette di ipotizzare la presenza di un tumore, ma NON consente una diagnosi. I medici del Ministero della Salute consigliano ai soggetti di età compresa tra i 50 e i 69 anni di sottoporsi all’esame ogni due anni, mentre l’American Cancer Society americana e altre organizzazioni consigliano di eseguirlo una volta all’anno a partire dai 50 anni di età, oppure seguendo la prescrizione medica basata sulla famigliarità del paziente.
La maggior parte dei pazienti che si sottopone all’esame è asintomatica. In alcuni casi il medico può prescrivere la ricerca se il paziente soffre di un’ anemia inspiegabile che potrebbe essere causata da sanguinamenti occulti nell’apparato digerente, oppure anche solo sintomi correlati:
spossatezza, emoglobina ed ematocrito bassi, feci più scure del normale (melena).