Sintomi di contatto con Processionaria – I sintomi si presentano molto rapidamente, da qualche minuto a qualche ora dal contatto. A seconda che i peli urticanti siano stati assunti e/o inalati e/o ingeriti si potranno presentare:
scialorrea (ipersalivazione) dolore febbre edema linguale (la lingua si gonfia in caso il cane avesse anche solo leccato la larva o presa in bocca per errore) ulcere grave dispnea (difficoltà respiratoria a causa del gonfiore della lingua o della gola) tosse vomito abbattimento anoressia per la gravissima infiammazione delle mucose, soprattutto di bocca e lingua.
Nei casi più gravi si può avere necrosi di intere porzioni della lingua, Insieme si potranno avere:
infiammazione acuta dell’esofago e stomaco edema (gonfiore) della glottide, con possibile soffocamento diarrea con sangue vomito con sangue dolore addominale scolo nasale anche con epistassi (perdita di sangue dal naso) in caso di inalazione dei peli.
Il contatto con gli occhi può portare a grave congiuntivite, Inoltre, la situazione si complica se i peli sono stati ingeriti. I peli urticanti potrebbero arrivare a creare ulcere dello stomaco fino a portare alla morte del soggetto.
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Quando un cane viene a contatto con una processionaria cosa succede?
Processionaria: un pericolo per i cani. Come evitarla e cosa fare in caso di contatto? Purtroppo, la processionaria è molto pericolosa per i cani – e anche per i gatti – perché, se l’animale entra in contatto con questo bruco, mordendolo o annusandolo, la lingua si irrita e si gonfia fino ad andare, in poco tempo, in necrosi, e si scatenano anche altre gravi reazioni a occhi, mucose e vie respiratorie.
Quando finisce pericolo processionaria?
CHE COS’E’ LA PROCESSIONARIA Il periodo di maggior rischio di contatto con le processionarie inizia a marzo, fase in cui solitamente le larve abbandonano i nidi, e dura almeno fino alla fine di aprile.
Quando è pericolosa la processionaria?
Il periodo di maggior rischio di contatto con le processionarie inizia a marzo, fase in cui solitamente le larve abbandonano i nidi, e dura almeno fino alla fine di aprile.
Che sintomi porta la processionaria?
Shock Anafilattico e Reazioni Allergiche causati dalla Processionaria – Negli individui particolarmente sensibili e predisposti, il contatto con i peli della processionaria può causare lo shock anafilattico, una gravissima reazione allergica che si può manifestare con sintomi quali orticaria, edema, ipotensione, difficoltà respiratorie, vertigini e perdita di coscienza,
Come capire se si tratta di processionaria?
Come riconoscerla – La processionaria, nello specifico, è un bruco ricoperto di peli che marcia in direzione di alberi per nutrirsi della loro linfa vitale. Gli esemplari adulti maschi presentano delle ali opache e non hanno nessun organo di alimentazione, mentre le femmine possiedono un ciuffo addominale che utilizzano per coprire le masse di uova che depongono.
Il colore del corpo tendenzialmente oscilla tra l’ arancio ed il marrone, ed inoltre si presenta con delle strisce grigio-bluastre, Verso gennaio questi insetti costruiscono nidi bianchi simili a delle tende vicino alle cime degli alberi di pino, che a volte possono essere grandi come un pallone da calcio.
La processionaria è visibile non solo in inverno ma anche all’inizio della primavera, e per riconoscerla non è affatto difficile in quanto spesso gli esemplari marciano in fila gli uni dietro gli altri come una sorta di processione ed è per questo motivo gli è stato attribuito l’omonimo appellativo.
Quanto dura il periodo della processionaria?
Controllare gli alberi una lotta del pubblico e del privato COS’E’ LA PROCESSIONARIA La processionaria è un insetto lepidottero della famiglia dei taumatopeidi. E’ un parassita pericoloso soprattutto per pini (Pinus Nigra e Pinus Silvestris) e Querce a foglia caduca (Quercus robur e Quercus peduncolata) anche se può, occasionalmente, colpire anche i larici, i cedri, i noccioli, i castagni, i faggi, i carpini e le betulle; le piante predilette dall’insetto sono, in ogni caso, giovani (2-5 anni).L’adulto della Processonaria è una farfalla con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio, con striature brune.
- La femmina è, in genere, poco più grande del maschio.
- La loro vita è molto breve, di solito non dura più di uno/due giorni.L’insetto, una volta raggiunta la fase di maturità, fuoriesce dal terreno, di solito durante il mese di luglio.
- Le femmine sono le prime ad arrampicarsi sulle piante ad alto fusto, dove poi vengono fecondate dal maschio.
A questo punto, il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova. Dal contatto con le larve di questa farfalla sono possibili problemi per animali e non solo, chi incautamente tocca questi bruchi processionanti o maneggia i loro nidi, o addirittura alcune foglie, dove possono trovarsi immagazzinate spoglie, peli e frammenti di peli dei bruchi, si accorge subito della loro proprietà urticante.
- I danni provocati dalla penetrazione dei peli di processionaria nella nostra cute possono essere modesti o assumere notevole gravità.
- Nella pelle dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso fortemente pruriginoso che può scomparire dopo qualche giorno; mentre conseguenze più gravi si hanno quando i peli o frammenti di essi, giungono a contatto con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.
GLI EFFETTI SULL’UOMO E I RIMEDI CONTRO LA PROCESSIONARIA Chi incautamente tocca questi bruchi processionanti o maneggia i loro nidi, o addirittura alcune foglie, dove possono trovarsi immagazzinate spoglie, peli e frammenti di peli dei bruchi, si accorge subito della loro proprietà urticante.
- I danni provocati dalla penetrazione dei peli di processionaria nella nostra cute possono essere modesti o assumere notevole gravità.
- Nella pelle dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso fortemente pruriginoso che può scomparire dopo qualche giorno; mentre conseguenze più gravi si hanno quando i peli o frammenti di essi, giungono a contatto con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.
In particolare, in caso di contatto con la pelle: Apparizione in seguito al contatto di una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sì sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli.
In caso di contatto con gli occhi: Rapido sviluppo di congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi). Se un pelo urticante del bruco arriva in profondità del tessuto oculare, si verificano gravi reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a cecità. In caso di inalazione: I peli urticanti della processionaria irritano le vie respiratorie.
Tale irritazione si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento delle vie respiratorie come si verifica per l’asma). In caso di ingestione: Infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito, dolore addominale. La prudenza dunque vuole che i bruchi processionanti non vengano mai toccati, né i loro nidi aperti; anzi, si suggerisce, una volta avvistati, allontanarsi immediatamente dalle piante infestate.
- Chi dovesse presentare, oltre a sintomi localizzati, problemi generalizzati, quali per esempio malessere o vomito, dovrà essere portato subito in un ospedale.
- La processionaria può portare a diversi problemi. In caso di dermatite: Lavare ogni vestito, maneggiandolo con i guanti, e scegliere la temperatura più alta possibile per il lavaggio.
Lavare la pelle abbondantemente con acqua e sapone. Eventualmente è possibile far uso di strisce adesive per staccare i peli urticanti dalla pelle, come per una ceretta. Spazzolare energicamente i capelli se necessario. Consultare un medico in caso di eruzione cutanea grave. In caso di congiuntivite: Gli occhi devono essere risciacquati abbondantemente per eliminare eventuali peli urticanti.
Effettuare da un oculista un esame per verificare che non permangano residui di peli urticanti. I peli profondamente integrati nel tessuto oculare dovranno essere rimossi chirurgicamente. In caso di dispnea: La valutazione dei sintomi respiratori va effettuata da un medico. Questo dispone un trattamento appropriato ai sintomi.
Il trattamento può includere antistaminici, corticosteroidi e aerosol. Consigli generali per combattere gli effetti negativi della Processionaria: non grattare la parte irritata, per evitare una infezione batterica dai germi presenti sotto le unghie o sulle mani.
Mettersi sotto una doccia calda (l’acqua elimina i resti urticanti depositati sulle braccia o su altre parti del corpo). Evitare l’ammoniaca. Il prurito permane per almeno 5 giorni, le vescicole per 2 settimane circa. Il dermatologo potrà consigliare creme a base di cortisone (da mettere 2 volte al giorno) per calmare il prurito.
Se si produce anche una reazione allergica, si possono prendere farmaci antistaminici per bocca (sempre su diretto controllo del medico specialista), per 4-5 giorni. EFFETTI DELLA PROCESSIONARIA SUGLI ANIMALI La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto. I sintomi che un cane presenta in questa spiacevole evenienza sono spesso gravi.
Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco. In questi casi il padrone intuisce la gravità di quanto è successo, perché vede che il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale. I peli urticanti del bruco della processionaria, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del animale, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
COME CURARE UN CANE CHE PRESENTA I SINTOMI DEL CONTATTO CON IL BRUCO DELLA PROCESSONARIA La prima cura da apportare ad uno sfortunato cane colpito da processionaria consiste nell’allontanare la sostanza irritante dal cavo orale: per questo fine bisogna effettuare un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato. Questa manovra non è sempre agevole, sia dal momento che il cane sta soffrendo e sia perché può essere per sua natura aggressivo; è dunque consigliabile fare uso di una siringa senz’ago con la quale poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca. Dopo questo primo intervento bisognerà fare d’urgenza altre cure appropriate a seconda della gravità del caso, che soltanto il veterinario potrà eseguire. COME COMBATTERE I BRUCHI DELLA PROCESSIONARIA I METODI DI LOTTA In Italia dal 1998 la lotta a questo insetto è obbligatoria (Decreto Ministeriale 17.04.1998 e Decreto 30 Ottobre 2007 Ministero delle Politiche alimentari e forestali). Questo pericoloso Lepidottero, può essere combattuto utilizzando diversi metodi: innanzi tutto con appositi prodotti fitosanitari (Bacillus thurgiensis, innocuo per l’uomo con cui si tratta l’albero infetto nella fase di alimentazione dell’insetto), coi quali sarà necessario irrorare le larve stesse e non i nidi: il bozzolo del nido di Processionaria infatti neutralizza l’efficacia del pesticida.
Per l’eliminazione delle larve morte, occorre comunque utilizzare la massima cautela; anche se il metodo migliore consiste certamente nel bruciarle, i residui carbonizzati risultano ugualmente urticanti, perciò è da evitare il rimanere sottovento o nelle vicinanze del falò, soprattutto con parti del corpo scoperte (compresi viso e occhi).
Altri metodi di lotta si possono classificare come segue: LOTTA MECCANICA: resta il metodo più ecologico ed efficace se attuato in tempo. Consiste nella distruzione delle larve, tagliando le cime su cui si presenta il nido e poi, portato a terra, distruggendolo col fuoco.
Altro metodo ecologico ugualmente efficace consiste nell’avvolgere il tronco con del cellofan (prima della discesa delle larve, che avviene in genere dalla seconda quindicina di febbraio alla prima quindicina di marzo), si distribuisce uniformemente della colla entomologica e, quando è satura la trappola dei corpi degli insetti così catturati, si sostituisce questa trappola auto-costruita.
Esistono in commercio prodotti analoghi dotati di struttura ad imbuto per la raccolta massale da collocarsi sui tronchi degli alberi infetti. LOTTA GUIDATA: Obbligatoria (D.M.30/10/2007) e consiste nell’uso di feromoni per catture massali (trappole cioè che al loro interno hanno un diffusore di specifici ormoni secernito dell’esemplare femminile, capace di “attirare in trappola” gli esemplari maschili (di seguito un esempio di tale trappola). LOTTA BIOLOGICA E BIOTECNOLOGICA: La prima tecnica prevede l’uso di prodotti a base di Bacillus thuringiensis, ssp. kurstaki. Questa tecnica risulta difficile da attuare, o molto costosa, quando gli esemplari di Processionaria infestanti sono di grandi dimensioni.
- Inoltre, vista la presenza di nidi sericei a protezione delle larve di processionaria, non è detto che tutte vengano raggiunte dal bacillo. La seconda tecnica prevede, invece, l’uso di trappole sessuali (trappole a feromoni).
- Queste trappole rappresentano il miglior metodo di contrasto al lepidottero parassita.
L’efficacia è dovuta sia alla cattura di molti maschi, che non riescono più ad uscire dalla trappola, sia al disorientamento degli stessi ad opera degli ormoni sessuali femminili della trappola. Le trappole si posizionano nei mesi di giugno e luglio, periodo di sfarfallamento degli esemplari adulti di processionaria, ed ogni 3-4 settimane va cambiata la pastiglia del principio attivo.
Ogni 3-4 giorni va controllata la trappola per vuotare il contenitore dove vengono intrappolati i bruchi di Processionaria. Interessante è l’impiego della Formica rufa, uno dei pochi nemici naturali di questo lepidottero. INTERVENTI CHIMICI: Uso di larvicidi contro il bruco della Processionaria, come il diflubenzuron (che è un inibitore di crescita, un prodotto cioè che impedisce la trasformazione in adulto della larva).
UTILIZZO DELLE ARMI DA FUOCO: É efficace, ma solo nel periodo da dicembre a gennaio, quando le larve si riuniscono nei bozzoli per sopravvivere alle basse temperature grazie all’effetto di gruppo. Non sono i pallini da caccia che le uccidono direttamente, ma sparando il bozzolo si lacera, il freddo penetra e l’abbassamento della temperatura uccide le larve di processionaria nei mesi successivi.
E’ un metodo da verificare con attenzione per essere certi del suo utilizzo legittimo sia per contesto sia per l’abilitazione all’utilizzo di armi da fuoco. I VARI TIPI DI PROCESSIONARIA: LA PROCESSIONARIA DEL PINO (Thaumatopoea Pityocampa) E LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA (Thaumetopoea processionea) LA PROCESSIONARIA DEL PINO.
La processionaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa) è un insetto dell’ordine dei Lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae. Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.
- Questo artropode si trova nelle regioni temperate dell’Europa meridionale, nel vicino Oriente e perfino nell’Africa settentrionale.
- E’ uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale.
- Le pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri. La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell’anno, dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppellito sotto terra.
Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto; trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte per deporre le uova. Ogni femmina di Processionaria produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante.
L’ammasso può contenere fino a ben 300 uova, dalle quali dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve. Le uova sono completamente ricoperte da scaglie provenienti dall’addome della femmina di processionaria. Nonostante la modesta dimensione, le larve di processionaria sono dotate di forti mandibole in grado di fagocitare i duri aghi già subito dopo la nascita.
In poco tempo, spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento. I bruchi di Processionaria vivono in gruppo. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l’inverno.
L’attività riprende in primavera e le processionarie, in genere verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo. Trovatolo, lì si interrano ad una profondità variabile di circa 15 cm. Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può prolungarsi anche per uno o più anni.
L’insetto, raggiunta la maturità e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo. La Processionaria adulta è una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con delle striature marroni; la femmina è solitamente di dimensioni lievemente maggiori del maschio.
- La loro vita è molto breve: non più di 2 giorni.
- Le femmine sono le prime a recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove vengono in seguito fecondate dal maschio.
- Il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova e il ciclo ricomincia.
- LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA.
- Gli adulti della Processionaria della Quercia sono farfalle notturne molto simili alla Processionaria del Pino.
Le larve sono di colore grigiastro e anch’esse fornite di peli altamente urticanti. Tali bruchi compaiono in aprile, hanno un’attività più intensa nelle fasi crepuscolari e notturne del giorno e si spostano per alimentarsi formando processioni irregolari.
Durante il giorno le larve si riparano dentro nidi appiattiti costruiti sui grossi rami o alla base del fusto della pianta colpita dal parassita: la Quercia a foglia caduca. Falena di processionaria della quercia Concluso lo sviluppo larvale, avviene l’incrisalidamento entro un nido definitivo, solitamente posto lungo il tronco della pianta ospite.
La metamorfosi porterà ad una nascita di una nuova falena tra luglio e settembre. I problemi causati dall’insetto della processionaria della quercia sono equivalenti a quelli della processionaria del pino. Per informazioni sui metodi di intervento contro tale insetto valgono le stesse date per la Processionaria del Pino. PARTICOLARITA’ SULLA “PROCESSIONE” DEL BRUCO DELLA PROCESSIONARIA Lo strano modo di spostarsi di questo bruco ne ha addirittura dato il nome. Esiste però una rilevante differenza tra i due tipi di Processionarie, quello della Quercia e quella del Pino. La marcia nella Processionaria della Quercia viene guidata da un bruco capofila, seguito da una seconda fila di bruchi disposti a coppia, questi a loro volta sono seguiti da una formazione di tre bruchi e ancora più indietro una formazione ordinata per quattro, e così via fintando che la processione si allarga anche con quindici-venti individui; dopo la massima ampiezza la processione decresce assottigliandosi man mano ad un solo individuo. Nella Processionaria del Pino, invece, i bruchi usciti dal nido in cerca di alimentazione, si dispongono in fila Indiana, in modo che la testa dell’uno venga a contatto con l’addome di quello che lo precede, raggiungendo così processioni lunghe parecchi metri. Provvedimenti – Lotta obbligatoria contro la processionaria del Pino (AUSL) Disposizioni in materia di lotta obbligatoria contro la processionaria del pino Ordinanza art.50 D.Lgs 267/2000
Chi avvisare in caso di processionaria?
Pericolo processionaria: i rischi, come difendersi e a chi rivolgersi A prima vista la processionaria del pino può sembrare soltanto un curioso lepidottero innocuo. Ma in realtà può rappresentare un pericolo per l’uomo e gli animali, a causa dei suoi peli urticanti. La processionaria, che appartiene alla famiglia dei Taumetopeidi, si ciba degli aghi di tutte le specie di pino, in particolare pino nero, pino silvestre e pino marittimo, ma anche di alcune specie di cedro.
Dalla processionaria però ci si può difendere. Ecco come: Durante l’inverno, tra novembre e febbraio, occorre controllare le piante per verificare la presenza dei caratteristici nidi sulle chiome e soprattutto all’estremità dei rami. E’ in questo periodo che si deve intervenire procedendo alla loro rimozione.
L’operazione di rimozione e distruzione dei nidi deve essere effettuata adottando tutte protezioni individuali indispensabili per evitare il contatto con i peli urticanti delle larve. Nella prima metà di giugno possono essere installate trappole a ferormoni mentre all’inizio dell’autunno è possibile effettuare trattamenti sulle piante infestate l’inverno precedente.
- I vari interventi da mettere in atto per combattere la processionaria devono essere attuati direttamente da parte dei proprietari delle piante interessate dall’infestazione,
- Nel periodo primaverile, tra la seconda metà di marzo e la fine di aprile, le larve lasciano i nidi, nutrendosi e spostandosi in processione verso il basso.
Si osservano facilmente sui tronchi, sull’erba, sul selciato. Questo periodo coincide con la massima pericolosità dell’insetto dal punto di vista sanitario perché le larve, provviste di peli urticanti, possono arrecare fastidiosissimi eritemi cutanei, oculari e delle vie respiratorie a chi ne viene in contatto diretto o a causa della dispersione dei peli nell’ambiente.
- Nella stagione primaverile, poi, non è possibile procedere mediante l’asportazione dei nidi, operazione che si effettua in inverno, né intervenire con trattamenti specifici, che solitamente vengono realizzati in autunno.
- Pertanto, si invitano i cittadini a prestare massima attenzione durante le passeggiate, soprattutto in aree interessate dalla presenza di piante quali cedri e, soprattutto, pini.
Si prega di segnalare eventuali avvistamenti all’ufficio URP del Comune di riferimento. Si ricorda che ai tecnici del Comune spetta il controllo e la rimozione della processionaria nelle aree verdi pubbliche, mentre nelle aree private questi compiti sono a carico del proprietario.
Collecchio | 800 080482 (numero verde gratuito) |
Felino | 0521 335951 |
Montechiarugolo | 0521 687733 |
Sala Baganza | 0521 331311 |
Traversetolo | 0521 344539 |
Pericolo processionaria: i rischi, come difendersi e a chi rivolgersi
Quando la processionaria diventa farfalla?
A fine inverno inverno-inizio primavera, scendono al suolo nelle tipiche processioni e si interrano a qualche cm di profondità, dove completano la loro metamorfosi, trasformandosi dapprima in crisalidi e poi in farfalle.
Dove si annidano le processionarie?
Cos’è la processionaria COSA SONO E COSA CAUSANO Le processionarie sono dei lepidotteri che si annidano sugli alberi, principalmente querce e pini; si tratta della forma larvale delle falene, le comuni farfalle notturne. Sono piccoli bruchi lunghi pochi centimetri ricoperti da una peluria grigio-brunastra.
- Con i primi caldi lasciano il proprio nido, un bozzolo bianco e morbido simile ad un grosso batuffolo di cotone, normalmente sospeso tra i rami degli alberi, per raggiungere in fila indiana il terreno per trovare l’ambiente più adatto per interrarsi e completare la trasformazione in farfalla.
- Il periodo critico risulta proprio quello di questa migrazione in quanto il nostro cane può entrarci accidentalmente in contatto o direttamente o con i peli lasciati sul terreno.
Proprio questi peli sono pericolosi in quanto contengono una sostanza, la Taumetopeina, fortemente urticante e talvolta allergizzante. Per i nostri animali il pericolo è il contatto diretto con cute e mucose che causa forti irritazioni eritematose, papulo-pustolose; il pericolo principale è ovviamente l’ingestione dei peli ed il loro contatto con il cavo orale.
- La lingua risulta l’organo più a rischio in quanto al penetrazione dei peli provoca necrosi cellulare con perdita anche di grosse porzioni di tessuto.
- SINTOMI Una volta entrato in contatto, il cane inizia a salivare abbondantemente mostrando forte disagio ed irrequietezza.
- In poche ore la lingua diventa livida e gonfia.
Il cane presenta minor vivacità, inappetenza, può presentare vomito e diarrea anche emorragici e difficolta respiratorie. TERAPIA La prima manovra da fare è sciacquare abbondantemente la bocca con acqua e bicarbonato per allontanare più sostanza urticante possibile.
- Quindi è necessario recarsi subito dal veterinario.
- Questo potrà solo ed esclusivamente trattare e curare i sintomi che possono insorgere in quanto un antidoto contro la tossina non esiste.
- PREVENZIONE L’unico modo per prevenire il contatto è accertarsi che in zona siano stati eseguiti trattamenti di disinfestazione.
Nei periodi a rischio ( da febbraio ad aprile ) bisogna prestare particolare attenzione se si frequentano aree alberate ( soprattutto con pini e querce ) cercando di notare la presenza o meno di vecchi nidi tra i rami e sondando il terreno alla ricerca di eventuali forme larvali : Cos’è la processionaria
Come eliminare la processionaria in modo naturale?
La processionaria dei pini è una farfalla notturna. I bruchi, cioè lo stadio di sviluppo che precede quello di adulto, hanno una folta peluria che cade facilmente, diffondendosi nell’ambiente e. – La processionaria dei pini è una farfalla notturna. I bruchi, cioè lo stadio di sviluppo che precede quello di adulto, hanno una folta peluria che cade facilmente, diffondendosi nell’ambiente e provocando nell’uomo e negli animali reazioni infiammatorie particolarmente forti soprattutto se i peli entrano in contatto con l’apparato respiratorio.
- La disinfestazione più naturale ed efficace consiste nel trattare gli alberi infestati con il Bacillus thuringensis, un microrganismo dannoso per le larve di processionaria, ma innocuo per l’uomo e per gli altri componenti dell’ecosistema.
- Il periodo migliore per il trattamento è l’autunno, prima che le larve si chiudano nei nidi.
Eventualmente si possono poi staccare dagli alberi i nidi degli insetti sopravvissuti, impedendo così che completino il ciclo vitale producendo nuovi adulti la primavera successiva. Poiché la presenza di maschi segnala in modo indiretto l’avvenuto accoppiamento e dunque la presenza di nuove larve potenzialmente nocive, durante l’estate si utilizzano per catturarli trappole a feromoni sessuali (sostanze naturali che richiamano i maschi).
Quando i pini sono pericolosi?
Fusti inclinati – Non si tratta necessariamente di un fattore che predispone al cedimento dell’intera pianta, tuttavia l’inclinazione del fusto deve essere costantemente tenuta sotto controllo. Diventa condizione anomala e pericolosa quando il baricentro del tronco si situa al di fuori della superficie individuata dalla base del tronco stesso e quando l’angolo di inclinazione supera i 15-20 gradi.
Come si protegge un cane dalla processionaria?
Per prevenire il contatto tra cane e larva bisogna fare molta attenzione al luogo in cui si porta Fido durante le passeggiate. Per questo motivo è bene saper riconoscere un nido: tra le foglie di alberi come pini o querce è possibile riconoscere una sorta di ragnatele bianche che uniscono insieme le foglie.