Zantadine Cane A Cosa Serve
A che cosa serve Zantadine fl 24ml3g 100ml cani Cani : controllo della secrezione acida gastrica e riduzione del sintomo del vomito in corso di infiammazioni sia acute che croniche, compresa l’ulcera gastrica, il reflusso gastro-esofageo e le esofagiti da reflusso.

Cosa è Zantadine?

Zantadine è un farmaco veterinario utilizzato per il controllo del vomito e delle secrezioni acide gastriche, in presenza di infiammazioni. Venduto esclusivamente previa ricetta medico veterinaria, Zantadine è specificatamente formulato per i cani, ma può essere utilizzato anche nei gatti.

A cosa serve la ranitidina?

La ranitidina è utilizzata nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo e delle condizioni in cui lo stomaco produce quantità eccessive di acidi, come la sindrome di Zollinger-Ellison.

Perché la ranitidina è stata ritirata dal commercio?

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto il ritiro dalle farmacie e dalla catena distributiva di tutti i lotti di medicinali contenenti il principio attivo ranitidina prodotto presso l’officina farmaceutica SARACA LABORATORIES LTD – India. Il motivo è la presenza, in alcuni di questi lotti, di un’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 in una classe di farmaci anti-ipertensivi (sartani).

In questi casi le autorità sanitarie operano secondo il principio di precauzione, che prevede di ridurre al minimo i rischi per il paziente, limitando l’esposizione alla sostanza potenzialmente dannosa. A scopo precauzionale, l’AIFA ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche diverse da SARACA LABORATORIES LTD, in attesa che vengano analizzati.

Provvedimenti analoghi sono stati assunti o sono in corso di adozione negli altri Paesi dell’Unione Europea e in diversi paesi extraeuropei. L’AIFA sta lavorando insieme all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e alle altre agenzie europee per valutare il grado di contaminazione nei prodotti coinvolti e adottare misure correttive.

  1. La ranitidina (antagonista dei recettori H2 dell’istamina) è un inibitore della secrezione acida utilizzato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida.
  2. È commercializzata in Italia sia come medicinale soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione, in forma di compresse, sciroppi o soluzioni iniettabili per uso endovenoso.

Sono disponibili in commercio altri medicinali con le stesse indicazioni terapeutiche, pertanto i pazienti che assumono medicinali a base di ranitidina devono rivolgersi al proprio medico per discutere la possibilità di una terapia alternativa. La NDMA è classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla base di studi condotti su animali.

La presenza di un’impurezza classificata come probabilmente cancerogena per l’uomo è stata riscontrata in alcuni lotti di medicinali a base di ranitidina.

L’impurezza è la N-nitrosodimetilamina (NDMA), ed è stata riscontrata nel principio attivo ranitidina prodotto dall’officina SARACA LABORATORIES LTD, ma al momento si stanno effettuando delle analisi per verificare la presenza di NDMA anche nella ranitidina prodotta da altri siti.

Per i pazienti trattati con i medicinali a base di ranitidina la terapia può essere sostituita con un trattamento alternativo autorizzato per le stesse indicazioni.

Informazioni ai cittadini

Se sei in trattamento con un medicinale a base di ranitidina che ti è stato prescritto dal tuo medico, non sospendere il trattamento, ma consulta il medico il prima possibile. Potrai concordare con lui un trattamento alternativo (un altro medicinale diverso da ranitidina, indicato nel trattamento delle condizioni in cui lo stomaco produce quantità eccessiva di acido).

Se sei in trattamento con un medicinale di automedicazione a base di ranitidina (vedi file in calce), consulta il tuo medico o il tuo farmacista che ti potranno consigliare un farmaco alternativo.

NDMA è una sostanza chimica organica che si genera come sottoprodotto di numerosi processi industriali. È inoltre presente a livelli molto bassi nelle forniture d’acqua e in alcuni alimenti, in particolare quelli cotti, affumicati o stagionati. Non sono attesi danni, quando ingerita in quantità molto basse.

Non si attende un rischio acuto per il paziente che abbia già assunto medicinali contenenti ranitidina.

Per informazioni: numero verde: 800-571661 e-mail: [email protected]

Cosa si può usare al posto di ranitidina?

L’Ema ha sospeso l’uso dei medicinali a base di ranitidina a causa della presenza di N-nitrosodimetilammina. Il professore Savarino parla della gestione del paziente con bruciore gastrico da parte del farmacista – Al termine di una revisione iniziata nel 2019, l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha sospeso l’uso dei medicinali a base di ranitidina a causa della presenza, seppur di basso livello, dell’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (Ndma).

  • L’Aifa ne ha dato comunicazione con una nota che ricorda il percorso di revisione legato al rilevamento di Ndma, una sostanza classificata come “probabile agente cancerogeno per l’uomo”.
  • Nella comunicazione l’Ema ha sottolineato che, poiché sono disponibili farmaci alternativi, i pazienti devono rivolgersi al medico o al farmacista per avere informazioni su medicinali da assumere in alternativa e gli operatori sanitari devono informare i pazienti e consigliare trattamenti alternativi.
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Per avere maggiore chiarezza sul percorso nella gestione del paziente da parte del farmacista abbiamo sentito il Vincenzo Savarino, professore onorario di Gastroenterologia all’Università di Genova e Past President Società Italiana di Gastroenterologia (Sige).

  1. Partiamo dalla decisione dell’Ema.
  2. Nella sua esperienza clinica, questa decisione può provocare problemi nella gestione dei pazienti? Dipende da quanto consumo si fa di questi farmaci.
  3. Il blocco della ranitidina, classe antagonista degli H2 recettori, è dovuto a delle impurezze della N-nitrosodimetilammina che possono avere una potenzialità cancerogena per l’uomo.

Queste quantità, però, sono talmente minime che, perché si possa verificare una situazione di questo genere, occorrerebbe un consumo veramente importante. C’è anche da sottolineare come il ruolo terapeutico di questi farmaci sia andato a calare nel tempo, da quando sono usciti gli inibitori di pompa protonica.

Quali farmaci è possibile usare in alternativa alla ranitidina, considerando anche la decisione dell’Aifa, di ottobre 2019, di sospendere l’export della famotidina, altro antagonista dei recettori H2 dell’istamina? Se vogliamo rimanere nell’ambito degli antagonisti degli H2 recettori è chiaro che la famotidina è quella che ha il maggior ruolo in questa situazione, prima di tutto perché non ha questo contenuto di sostanze potenzialmente cancerogene, in più ha un effetto farmacodinamico, cioè l’effetto sul suo bersaglio.

Questi farmaci bloccano un recettore H2 che è situato sulla membrana della cellula parietale gastrica che secerne acido, per cui sono inibitori della produzione di acido da parte dello stomaco. La famotidina, da studi farmacodinamici, è anche un farmaco che ha una azione più prolungata rispetto alla ranitidina (7/8 ore), e può arrivare anche a 10 ore.

  1. Il vantaggio, con questa molecola, è quindi duplice: non ci sono sostanze potenzialmente dannose per l’uomo e c’è un effetto acido inibente più prolungato.
  2. Esiste un’altra classe di farmaci a volte usati per scopo simile: gli inibitori di pompa protonica, ma questi hanno un’azione completamente diversa.

Tra gli antagonisti degli H2 recettori, la famotidina è certamente il farmaco che può supplire alla carenza di ranitidina. La ranitidina, essendo in alcune formulazioni senza obbligo di prescrizione, veniva usata da molti pazienti come farmaco di automedicazione.

Quali indicazioni si sentirebbe di dare ai farmacisti a cui vengono richiesti i prodotti a base di ranitidina? È sempre necessario consigliare la visita al proprio medico di fiducia o ci sono patologie lievi per cui si può comunque procedere in sicurezza con l’automedicazione? Il farmacista, secondo me, può tranquillamente consigliare un altro farmaco, la famotidina in particolare.

In genere poi il farmacista lo consiglia per alleviare più rapidamente possibile i sintomi del paziente e quindi spesso non dà una posologia che sia superiore ai sette/quattordici giorni, quindi con un dosaggio molto contenuto che non può dare controindicazioni.

  • È ovvio che se i disturbi dovessero continuare per più di due settimane è sempre consigliabile farsi vedere dal proprio medico curante.
  • Ci sono tipologie di pazienti per i quali le interazioni con altri farmaci potrebbero essere rischiose e quindi va comunque indirizzato al medico di base o allo specialista? No, con questa classe di farmaci e con durate di somministrazione così limitate nel tempo non ci sono gravi pericoli di interazioni con altri farmaci.

Forse l’unica controindicazione a cui possono andare incontro questa classe di farmaci è quella che, con il passare del tempo, si può creare il fenomeno della tachifilassi, cioè una diminuzione progressiva della loro azione farmacodinamica, questo però generalmente accade oltre i primi quattordici giorni dall’assunzione del farmaco.

L’Ema evidenzia inoltre la necessità per gli operatori sanitari, compresi i farmacisti, di informare in modo adeguato i pazienti che necessitano di assistenza, compresi quelli che hanno assunto ranitidina senza prescrizione medica, su come trattare o gestire condizioni quali il bruciore di stomaco e le ulcere gastriche.

Cosa consiglia in questo caso? Sono precauzioni che devono essere prese per via di patologie sottostanti importanti, per esempio se parliamo di ulcera gastrica o ulcera duodenale. In questi casi è chiaro che se questi sintomi regrediscono in brevissimo periodo non ci sono problemi.

Se, invece, i sintomi continuano o ritornano immediatamente dopo un trattamento di sette/quattordici giorni si possono consigliare dei trattamenti più potenti, come per esempio gli inibitori di pompa protonica oppure si consiglia al paziente di visitare il suo medico curante per approfondire le indagini diagnostiche.

Un conto è la somministrazione sintomatica, un conto è quando i disturbi continuano e allora è meglio indagare. Cristoforo Zervos

Quando si prende protettore gastrico?

Quando assumere il pantoprazolo? – Non ci sono limitazioni circa il momento più giusto per l’assunzione di questo gastroprotettore, Diciamo, comunque, che è preferibile prenderlo 30 minuti prima del pasto. La compressa deve essere ingoiata intera, non va nè schiacciata nè masticata.

L’assorbimento, e quindi l’attività, del pantoprazolo non è influenzato se preso insieme a farmaci antiacidi. La quantità di inibitore di pompa protonica somministrata che raggiunge la circolazione sistemica senza subire alcuna modificazione chimica e la velocità con cui il farmaco è reso disponibile nella circolazione sistemica si definisce biodisponibilità.

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Quella relativa al pantoprazolo è del 77% quando viene assunto oralmente.

Perché si prende il protettore gastrico?

Quando assumere un gastroprotettore? – I gastroprotettori puntano, quindi, a proteggere lo stomaco da eventuali danni che, a loro volta, possono conseguire:

  • da disturbi come il reflusso gastroesofageo e la gastrite,
  • dall’assunzione di farmaci gastro-lesivi.

I benefici dei gastroprotettori vengono sfruttati dall’organismo per diverse ore, alcuni di essi hanno una copertura di anche 24 ore. In sostanza, l’assunzione di farmaci potenzialmente gastro-lesivi può richiedere la somministrazione di un gastroprotettore per arginare gli effetti negativi sulle mucose dello stomaco, come la formazione di ulcere.

Perché gaviscon è stato ritirato?

Le motivazioni alla base di questa carenza sono legate a una riduzione della fornitura di sodio alginato, principio attivo del farmaco, da parte del relativo fornitore e della difficoltà di reperimento di altri materiali necessari per la produzione.

Cosa cambia tra un farmaco originale è uno generico?

Cos’è un farmaco generico? – Un farmaco generico è un farmaco che ha lo stesso principio attivo, la stessa quantità e identica modalità di rilascio all’interno del nostro corpo, del farmaco originale. In altre parole è una copia esatta del farmaco da cui trae origine.

  • La domanda che sicuramente ti starai ponendo è: perché se il farmaco è lo stesso, costa molto di meno? La risposta è molto semplice.
  • Il processo di ricerca e di successiva introduzione in commercio di un farmaco è molto complesso.
  • Mettiamo il caso che un’azienda farmaceutica decide di investire in ricerca e scopre una molecola che serve a combattere una data malattia.

Investe quindi moltissimo denaro per coprire i costi di ricerca e sperimentazione. Una volta superate le fasi di sperimentazione, e una volta garantita la sicurezza e l’efficacia del farmaco, può introdurlo sul mercato e iniziare ovviamente a guadagnare sulla sua vendita.

Per proteggere l’investimento fatto, le aziende brevettano tutti i farmaci inventati. Questo significa che nessun’altra azienda farmaceutica per circa 10 anni potrà produrre lo stesso farmaco, quindi ha un esclusività di mercato che gli garantirà la possibilità di recuperare sicuramente l’investimento in ricerca.

I brevetti sono essenziali per far si che le aziende farmaceutiche continuino a investire in ricerca per inventare sempre nuovi medicinali, utili a noi pazienti. Dopo 10 anni questa esclusività di mercato decade e tutte le altre aziende farmaceutiche possono iniziare a produrre e a commercializzare quel determinato farmaco.

Hanno la stessa quantità di principio attivo del farmaco originale Hanno l a stessa biodisponibilità, ossia la quantità di principio attivo e la velocità di rilascio all’interno del nostro corpo è la stessa dell’originale. Vengono prodotti con le stesse rigorose regole che disciplinano le fasi di produzione di qualsiasi altro farmaco.

Questi farmaci sono commercializzati con il nome del principio attivo che effettivamente combatte una data malattia. Es. Aspirina ( nome originale e di fantasia) Acido acetilsalicilico ( nome del principio attivo e nome del generico) I dubbi circa l’utilizzo di questi farmaci sono tantissimi.

Qual è il miglior farmaco per il reflusso gastroesofageo?

Inibitori irreversibili della pompa protonica – Gli inibitori irreversibili della pompa protonica, meglio noti come gastroprotettori, sono composti che si legano in modo covalente alla pompa H+, K+ ATPasi gastrica, inducendo un’azione bloccante appunto irreversibile.

I più noti e largamente utilizzati sono Omeprazolo, Lansoprazolo, Esomeprazolo e Pantoprazolo; questi sono farmaci che bloccano totalmente la secrezione di acido e la loro somministrazione ripetuta per periodi prolungati condurrebbe a percentuali di guarigione maggiori e diminuzione di casi di recidive.

La modalità di assunzione prevede che gli inibitori di pompa vengano assunti mezzora prima di ogni pasto, se necessario anche in doppia somministrazione; uno studio scientifico infatti dimostra come la doppia assunzione dei farmaci prolunghino il meccanismo d’azione.

  1. Non bisogna però sottovalutare gli effetti collaterali e pertanto ridurre il dosaggio al minimo a seguito del trattamento della fase severa del reflusso.
  2. In passato si usava associare agli inibitori di pompa, soprattutto nelle ore serali, i farmaci antiistaminergici in quanto sembrava consentisse un’accelerazione dello svuotamento gastrico.

Ad oggi questa pratica è stata abbandonata.

Cosa si può usare al posto di ranitidina?

L’Ema ha sospeso l’uso dei medicinali a base di ranitidina a causa della presenza di N-nitrosodimetilammina. Il professore Savarino parla della gestione del paziente con bruciore gastrico da parte del farmacista – Al termine di una revisione iniziata nel 2019, l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha sospeso l’uso dei medicinali a base di ranitidina a causa della presenza, seppur di basso livello, dell’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (Ndma).

  • L’Aifa ne ha dato comunicazione con una nota che ricorda il percorso di revisione legato al rilevamento di Ndma, una sostanza classificata come “probabile agente cancerogeno per l’uomo”.
  • Nella comunicazione l’Ema ha sottolineato che, poiché sono disponibili farmaci alternativi, i pazienti devono rivolgersi al medico o al farmacista per avere informazioni su medicinali da assumere in alternativa e gli operatori sanitari devono informare i pazienti e consigliare trattamenti alternativi.

Per avere maggiore chiarezza sul percorso nella gestione del paziente da parte del farmacista abbiamo sentito il Vincenzo Savarino, professore onorario di Gastroenterologia all’Università di Genova e Past President Società Italiana di Gastroenterologia (Sige).

Partiamo dalla decisione dell’Ema. Nella sua esperienza clinica, questa decisione può provocare problemi nella gestione dei pazienti? Dipende da quanto consumo si fa di questi farmaci. Il blocco della ranitidina, classe antagonista degli H2 recettori, è dovuto a delle impurezze della N-nitrosodimetilammina che possono avere una potenzialità cancerogena per l’uomo.

Queste quantità, però, sono talmente minime che, perché si possa verificare una situazione di questo genere, occorrerebbe un consumo veramente importante. C’è anche da sottolineare come il ruolo terapeutico di questi farmaci sia andato a calare nel tempo, da quando sono usciti gli inibitori di pompa protonica.

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Quali farmaci è possibile usare in alternativa alla ranitidina, considerando anche la decisione dell’Aifa, di ottobre 2019, di sospendere l’export della famotidina, altro antagonista dei recettori H2 dell’istamina? Se vogliamo rimanere nell’ambito degli antagonisti degli H2 recettori è chiaro che la famotidina è quella che ha il maggior ruolo in questa situazione, prima di tutto perché non ha questo contenuto di sostanze potenzialmente cancerogene, in più ha un effetto farmacodinamico, cioè l’effetto sul suo bersaglio.

Questi farmaci bloccano un recettore H2 che è situato sulla membrana della cellula parietale gastrica che secerne acido, per cui sono inibitori della produzione di acido da parte dello stomaco. La famotidina, da studi farmacodinamici, è anche un farmaco che ha una azione più prolungata rispetto alla ranitidina (7/8 ore), e può arrivare anche a 10 ore.

  • Il vantaggio, con questa molecola, è quindi duplice: non ci sono sostanze potenzialmente dannose per l’uomo e c’è un effetto acido inibente più prolungato.
  • Esiste un’altra classe di farmaci a volte usati per scopo simile: gli inibitori di pompa protonica, ma questi hanno un’azione completamente diversa.

Tra gli antagonisti degli H2 recettori, la famotidina è certamente il farmaco che può supplire alla carenza di ranitidina. La ranitidina, essendo in alcune formulazioni senza obbligo di prescrizione, veniva usata da molti pazienti come farmaco di automedicazione.

Quali indicazioni si sentirebbe di dare ai farmacisti a cui vengono richiesti i prodotti a base di ranitidina? È sempre necessario consigliare la visita al proprio medico di fiducia o ci sono patologie lievi per cui si può comunque procedere in sicurezza con l’automedicazione? Il farmacista, secondo me, può tranquillamente consigliare un altro farmaco, la famotidina in particolare.

In genere poi il farmacista lo consiglia per alleviare più rapidamente possibile i sintomi del paziente e quindi spesso non dà una posologia che sia superiore ai sette/quattordici giorni, quindi con un dosaggio molto contenuto che non può dare controindicazioni.

È ovvio che se i disturbi dovessero continuare per più di due settimane è sempre consigliabile farsi vedere dal proprio medico curante. Ci sono tipologie di pazienti per i quali le interazioni con altri farmaci potrebbero essere rischiose e quindi va comunque indirizzato al medico di base o allo specialista? No, con questa classe di farmaci e con durate di somministrazione così limitate nel tempo non ci sono gravi pericoli di interazioni con altri farmaci.

Forse l’unica controindicazione a cui possono andare incontro questa classe di farmaci è quella che, con il passare del tempo, si può creare il fenomeno della tachifilassi, cioè una diminuzione progressiva della loro azione farmacodinamica, questo però generalmente accade oltre i primi quattordici giorni dall’assunzione del farmaco.

L’Ema evidenzia inoltre la necessità per gli operatori sanitari, compresi i farmacisti, di informare in modo adeguato i pazienti che necessitano di assistenza, compresi quelli che hanno assunto ranitidina senza prescrizione medica, su come trattare o gestire condizioni quali il bruciore di stomaco e le ulcere gastriche.

Cosa consiglia in questo caso? Sono precauzioni che devono essere prese per via di patologie sottostanti importanti, per esempio se parliamo di ulcera gastrica o ulcera duodenale. In questi casi è chiaro che se questi sintomi regrediscono in brevissimo periodo non ci sono problemi.

Se, invece, i sintomi continuano o ritornano immediatamente dopo un trattamento di sette/quattordici giorni si possono consigliare dei trattamenti più potenti, come per esempio gli inibitori di pompa protonica oppure si consiglia al paziente di visitare il suo medico curante per approfondire le indagini diagnostiche.

Un conto è la somministrazione sintomatica, un conto è quando i disturbi continuano e allora è meglio indagare. Cristoforo Zervos

Cosa contiene lo Zantac?

02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA –

  1. ZANTAC 150 mg Compresse rivestite con film
  2. Una compressa rivestita con film contiene:
  3. : cloridrato 167,40 mg pari a ranitidina 150 mg.
  4. ZANTAC 300 mg Compresse rivestite con film
  5. Una compressa rivestita con film contiene:
  6. Principio attivo: ranitidina cloridrato 336,00 mg pari a ranitidina 300 mg.
  7. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1

Quali sono i farmaci a base di ranitidina?

Oltre 500 lotti coinvolti – Adesso l’ ha segnalato nel dettaglio 516 lotti e tipologie di farmaci per cui è stato disposto il, oltre ad un’altra serie di farmaci per cui è stato disposto il dalle farmacie. Nel primo gruppo ci sono lotti di Buscopan antiacido (compresse effervescenti da 75 mg), Almus, Zantac (compresse, compresse effervescenti, fiale e sciroppo), Ranidil (fiale, sciroppo, compresse), Zentiva, Hexal iniettabile, Ulcex, Raniben.

Quando si prende la famotidina?

Come si assume la famotidina? – La famotidina si assume per via orale sotto forma di compresse da deglutire, compresse masticabili, capsule o di soluzione. Può essere assunta in una sola somministrazione prima di andare a dormire o suddivisa in 2-4 dosi distribuite nell’arco della giornata.